A Bruxelles tutto parla di Art Nouveau
Il movimento che si sviluppò nella capitale belga è il filo conduttore di eventi, tour, mostre durante tutto il 2023. Si inizia a fine gennaio con BRAFA Art, prima fiera d'arte dell'anno
di Mariateresa Montaruli
I punti chiave
5' di lettura
Di ritorno a Bruxelles dagli Stati Uniti, nel 1919, Victor Horta decideva di vendere la casa al 25 di rue Américaine. L'atelier era diventato troppo piccolo per l'architetto e la casa stessa cui lo studio era annesso era ai suoi occhi la rappresentazione di un linguaggio stilistico ormai tramontato. Eppure, di Art Nouveau, esplosa alla fine dell'Ottocento come reazione allo scadimento di gusto imposto dai nuovi sviluppi industriali, si era nutrito a fondo Horta (Gand 1861- Bruxelles 1947). Il movimento stilistico che tra il 1890 e il 1914 aveva attraversato l'arte e l'architettura europea era improntato al recupero del razionalismo gotico e all'esplorazione delle possibilità ornamentali dei motivi floreali e di materiali quali vetro, ferro e cemento armato. Fortemente influenzata dalla scoperta dell'Arte Giapponese e dall'interesse per le scienze botaniche, l'Art Nouveau è il tema scelto dalla Regione Capitale, 130 anni dopo la costruzione dell'iconico Hôtel Tassel da parte di Victor Horta, come filo conduttore di eventi, tour, mostre e pubblicazioni dell'anno 2023. Un tema curato dallo storico dell'arte Paul Dujardin.
Alla scoperta degli edifici simbolo
Bruxelles conta un migliaio di edifici Art Nouveau. Come se non bastassero a farla “capitale”, il piccolo gioiello dell'Hôtel Hannon, costruito nel 1902 da Jules Brunfaut per l'esteta e collezionista Edouard Hannon nel quartiere di Saint-Gilles, riaprirà nel corso dell'anno con una mostra temporanea sulle Belgian Art Nouveau Lines. Dopo aver ricreato al suo interno la Gioielleria Wolfers disegnata da Vctor Horta, il Musée Art et Histoire consacrerà due nuove sale al 19° e 20° secolo offrendo un inedito tour di visita che includerà il famoso giardino d'inverno progettato da Horta per Jean Cousin.
Da BRAFA Art a Heritage Days
A tema Art Nouveau anche BRAFA Art, la prima fiera d'arte dell'anno, quest'anno alla sua 68° edizione, che si tiene negli spazi di Bruxelles Expo nei weekend del 28 e 29 gennaio, 4 e 5 Febbraio: i disegni originali di Victor Horta hanno ispirato la moquette delle sale, alcune delle gallerie espositrici presenteranno oggetti e manufatti del movimento e la collezione Art Nouveau della Fondazione Re Baldovino sarà oggetto di uno degli art talk (www.brafa.art). Ruoteranno intorno alla stesso tema anche il Bright Festival di febbraio, l'Iris Festival di maggio, il BANAD di marzo e gli Heritage Days di settembre. Nuove luci accenderanno le facciate di edifici simbolo quali l'Hôtel Solvay, l'Hôtel Hannon, la Maison Cauchie e l'Hôtel Van Eetvelde. Un Art Nouveau Pass consentirà l'ingresso a mostre ed edifici a costo ridotto( urban.brussels/fr/news/art-nouveau-brussels-2023.
La casa di rue Américaine
Le mostre “Victor Horta versus Art nouveau. Horta's vocabulary”, da marzo a dicembre, e “From Art Nouveau to Fashion”, da novembre a gennaio del 2024, sono in programma al Museo Horta, la casa di rue Américaine rilevata nel 1961 dalla Commune di Saint-Gilles e aperta al pubblico 8 anni dopo, il primo edificio di Bruxelles a essere catalogato come Bene culturale Art Nouveau. È qui che l'architetto Victor Horta utilizzò per la prima volta il ferro e il vetro per coprire/scoprire gli ambienti della maison bourgeoise integrandoli con la pietra, il marmo, il legno considerati più nobili. Horta fece sì che gli elementi di supporto fossero tutt'uno con quelli della decorazione e che, attraverso i piani, gli ornamenti e gli ambienti giocasse protagonista la luce. “Amo la mia arte… Il calore delle pietre è bastato alla mia felicità”, scriverà al termine della sua esistenza. E ancora: “la casa deve essere non solo a immagine e somiglianza della vita di colui che la occupa, deve esserne il ritratto”. Costruita da Horta nel 1898, la maison ha come protagonista il grande lucernaio a vetri sulla scalinata centrale, tra le più originali creazione dell'architetto. Sorretta da una leggera struttura metallica, la tromba delle scale si amplia al salire per ricevere una maggiore quantità di luce. Luce che a sua volta gioca con le vetrate, gli specchi e i motivi dipinti alle pareti. A piano terra, la stanza da pranzo riprende il motivo decorativo delle scale: fasce di marmo rosa si alternano a nastri di marmo bianco per lasciare spazio a pareti di mattoni smaltati bianchi. Tutto è disegnato affinchè lo spazio risulti generoso e dilatato. Come nell'attigua sala della musica dove archi metallici evitano il ricorso a muri divisori (www.hortamuseum.be).
L’itinerario in centro
Con la pietra, Horta lavorò tanto a Bruxelles, disegnando nel 1903 il progetto per i grandi magazzini Wauquez che vendevano tessuti al 20 di rue de Sable. La facciata slanciata e monumentale, la luce naturale che filtra fin nel cuore del sobrio edificio, questo è da 30 anni sede del Centre Belge de la Bande Dessinée, il colorato tempio della storia dei cartoons (www.cbbd.be). In prossimità della Gare Centrale, ecco il Palais des Beaux-Arts sempre a firma di Horta. Riconcepito come spazio espositivo e auditorium per musica, cinema e teatro, e rinoninato Bozar, ospiterà quest'anno la mostra “Victor Horta and the Grammar of Art nouveau” (www.bozar.be). Disegnati da Victor Horta sono l'Hôtel Winssinger in rue de l'Hôtel des Monnaies e la Maison Frison in rue Lebau. Il tocco lieve e floreale dell'Art Nouveau è da ritrovarsi anche nelle facciate, le vetrine e le abitazioni private progettate dagli altri architetti che aderirono al movimento: la vecchia sede del giornale Le Peuple di Richmond Pringier in rue des Sables, il Métropole Hotel di Alban Chambon in place De Brouckère, il Cirio Café di Henri Coosemans in rue de la Bourse. Chiudono il cerchio il Musée Fin-de-siècle (https://fine-arts-museum.be/en) in rue de la Regence con la sua collezione di dipinti, disegni, stampe, sculture e film dedicati al Novecento, e il Musée des Instruments de Musique, in Montagne de la Cour, con la spettacolare facciata in vetro e ferro (https://www.mim.be/).
I quartieri Louise, Ixelles Pond e des Squares
Fuori dal centro è la Maison Autrique progettata nel 1893 da Victor Horta per l'amico Eugène Autrique. “Maison des maisons”, l'omaggio all'architettura privata bruxellese è stato riallestito con una scenografia originale firmata da Benoît Peeters e François Schuiten con una libreria tematica e uno spazio per concerti ed esposizioni. L'architetto iniziatore dell'Art Nouveau firmò poi le planimetrie per l'Hôtel Solvay, nella elegante Avenue Louise, la casa privata della famiglia del magnate della chimica Armand Solvay, che doveva rispondere all'esigenza, senza limiti di budget, di «ricevere fastosamente, vivere armoniosamente».
Le dimore cittadine dell'architetto Victor Horta
Parte del sito Unesco “Principali dimore cittadine dell'Architetto Victor Horta a Bruxelles”, l'edificio è un inno alla luce che filtra da ogni dove, ammorbidita dalle sfumature cromatiche delle pareti, del rivestimento dei pavimenti e delle vetrate. Nelle sue vicinanze è l'Hôtel Tassel, in rue Paul Emile Janson, la cui entrata centrale è sormontata da una gigantesca finestra a sporto con colonnine in metallo, a segnare i primi esordi di Horta, nel 1893. Costruita come garage nel 1898 è la Maison du Gaz Naturel in avenue Palmerston, già Hôtel van Eetvelde, nel quartiere des Squares, che ha come facciata una struttura sospesa, in acciaio. L'architetto volle qui ricreare all'interno, sormontato da un lucernaio, un arioso giardino d'inverno a forma di ottagono, una geometria che riprese dall'antistante piazza Ambiorix. La porzione sinistra dell'edificio è stata di recente rilevata da Bruxelles Regione Capitale con l'intento di sviluppare un centro di interpretazione dell'Art Nouveau in dialogo con la creatività contemporanea e un ufficio informazioni per l'Anno tematico.
loading...