A Milano l’asilo nido è un miraggio: ora liste d’attesa anche nel privato
Il Comune nel 2022 ha chiuso 8 strutture pubbliche: manca il personale. Nell'ultimo bando solo un sesto degli aspiranti ha accettato il posto
di Michelangelo Bonessa
3' di lettura
Ora c’è la fila pure ai nidi privati. Il cambiamento lo sottolineano da Assonidi, l’associazione che riunisce gli asili nido privati milanesi: negli ultimi tre anni si sono create le liste d’attesa anche per gli istituti privati che accudiscono i bambini nella fascia 0-6 anni. Non era mai successo prima, perché per quanto gli asili pubblici fossero sempre molto ambiti principalmente per una questione di costi nel privato restava sempre qualche disponibilità.
Nella Milano di oggi invece si fatica pure a trovare un posto nei 370 istituti della rete di Assonidi Milano che pure garantisce 6500 banchi nel capoluogo lombardo. «Sebbene i dati sull’Italia dicano il contrario ci spieghiamo questa tendenza solo con un aumento della natalità – spiegano dalla segreteria dell’associazione – perché prima del 2019 non era mai successo di avere liste d’attesa».
Anche perché il costo medio delle rette private non è basso, si viaggia su una media di 550 euro al mese, ma come puntualizzano da Assonidi «si parla di assistenza full time con compresi nella quota pasti e pannolini a cui invece nel pubblico bisogna provvedere a parte». E sono costi perché un bambino usa sei o sette pannolini al giorno.
Ma la crisi è evidente dai numeri: solo nel 2022 il Comune di Milano ha chiuso 8 asili pubblici su un totale che secondo gli Open Data di Regione Lombardia è di 404. Una rete che però va restringendosi da anni visto che consultando i dati Istat i bambini ospitati negli asili pubblici milanesi erano 7.916 nel 2017 e 7.592 nel 2020.
Una crisi del sistema pubblico di cui pare stia beneficiando il privato, perché secondo il registro imprese al terzo trimestre 2022 le imprese registrate che offrono servizi per la prima infanzia sono passate da 791 nel 2021 a 819 nel 2022 (su un totale lombardo di 2.546).
Nel complesso dunque investire sul settore degli asili pare avere buone prospettive di crescita visto che il pubblico tra carenza di fondi e di personale sembra in ritirata.
Una carenza di posti che sta portando Milano a essere comunque sempre più cara: secondo un’indagine del 2022 di Altroconsumo una famiglia milanese spende 3,84 euro all’ora, ovvero il 22% in più rispetto alla media delle altre città. Portando il costo mensile di un figlio a circa un quinto del reddito famigliare, per un esborso che oscilla tra i 620 euro e i 480 a seconda delle ore in cui si lascia il bambino al nido.
Il Comune di Milano si è difeso negli ultimi mesi cercando di spiegare che le carenze del sistema pubblico sono dovute anche alla mancanza di personale, perché all’ultimo bando di assunzione solo un sesto degli aspiranti è stato ritenuto idoneo e ha accettato il contratto a tempo indeterminato. Segno che il lavoro c’è, ma mancano i lavoratori, principalmente pare per la retribuzione anche se questo dato varia moltissimo a seconda dell’istituto in cui si è impiegati e del tipo di contratto. E la situazione potrebbe peggiorare rapidamente visto che Milano è disseminata di grandi progetti di costruzione di nuovi quartieri come gli scali ferroviari o i bandi di Reinventing Cities giusto per citarne due.
Qualche bagliore di speranza arriva grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza perché Milano si è aggiudicata un bando da 4.920.000 euro per la ricostruzione della scuola di via Reni 1: grazie ai fondi europei l’attuale plesso scolastico sarà demolito e ricostruito con l’aggiunta di un nido da una trentina di posti.
Una goccia nel mare visti gli oltre mille rimasti senza posto a fine 2022, ma comunque un passo nella direzione della tendenza giusta per una Milano che si è riscoperta più ricca di famiglie di quanto non si pensasse.
Anche se pure all’interno delle mura cittadine la presenza di questi servizi varia molto: secondo una ricerca OpenPolis del 2021, troviamo ai primi posti per numero di posti offerti i municipi 6, 4 e 2 tutti con quote che superano i 18 posti offerti ogni 100 bambini. Il sesto municipio si trova nella porzione sud-ovest del comune e comprende l’area Barona, Lorenteggio. Mentre il quarto e il secondo, rispettivamente denominati Vittoria, Forlanini e Stazione Centrale, Gorla, Turro, Greco, Crescenzago, si trovano nel quadrante orientale della cittàdi Milano.
In fondo alla classifica invece si trova il Municipio 5, comprendente l’area Vigentino, Chiaravalle, Gratosoglio, nel quadrante meridionale della città.
È sempre la ricerca OpenPolis a rilevare un altro interessante dato: proprio il quinto municipio, con il primo corrispondente al centro storico, è tra le zone con meno asili pubblici, mentre nel 7 e nell’8 sono oltre il 70 per cento del totale.
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