A Palermo il boom di un sistema che nessuno riesce a misurare
Nel capoluogo siciliano oltre alle grandi istituzioni culturali è cresciuto negli ultimi anni un reticolo di attività che ha le caratteristiche di un distretto: dai libri ai beni culturali, dalla musica al teatro
di Nino Amadore
4' di lettura
Un sistema di piccole o piccolissime imprese diffuso, quasi invisibile, ma attivo: piccole case editrici, cooperative, associazioni culturali. Un mondo ancora poco misurato (anzi assolutamente misurato) ma che costituisce la nervatura di quello che ormai può essere definito il distretto culturale di Palermo che è facile poi individuare in alcune grandi manifestazioni come La via dei librai e Marina di libri ma anche nelle piccole esperienze del genere come Jingle Book. Perché poi gli eventi sono la manifestazione plastica di una vitalità che negli ultimi anni è andata crescendo fino a diventare un pezzo dell’economia cittadina senza avere, però, ancora la consapevolezza della propria rilevanza. Ovviamente non c’è solo l’editoria: musica, teatri, produzioni cinematografiche e il grande bacino delle visite ai siti culturali che sta a cavallo tra cultura e turismo (si veda il pezzo a fianco sulla coop Terradamare). Quanto vale questa economia? Difficile dirlo: c’è chi azzarda almeno 50 milioni l’anno e chi si spinge oltre ma si tratta di stime che difficilmente possono trovare un riscontro concreto in queste condizioni. «È un’economia poco misurata – dice Maurizio Carta, architetto che a questi tema ha dedicato parecchi studi –. In effetti potrebbe essere l’occasione per cominciarne a parlare e per arrivare a capire cosa è accaduto in questi anni in città». Un’operazione utile anche ad aiutare gli amministratori nelle scelte di politiche pubbliche.
Difficile arrivare a misurare, per esempio, il giro d’affari di questo settore al netto delle grandi istituzioni culturali cittadine (dal Teatro Massimo ai vari musei, alle Fondazioni). Prendiamo il Teatro Massimo come base di riferimento: secondo uno studio fatto l’anno scorso ogni euro che arriva al Tempio della lirica palermitano rende alla città 2,25 euro. «Le economie del territorio vengono generate non solo dalle imprese ma anche dal Teatro che avvia un motore di sviluppo che poi si dirama attraverso tutti i territori in maniera diretta, indiretta e indotta e facendo questo genera circa 1.200 posti di lavoro nell’indotto» spiega Giovanni Ruggieri, presidente dell’Osservatorio sul turismo dell’economia delle isole. Un po’ di dati, anche se non esaustivi, li ha forniti Leoluca Orlando nel corso della sua ultima conferenza stampa da sindaco: tra le segnalazioni di Orlando c’è Manifesta 12 che ha prodotto in quasi otto mesi 450mila visitatori e un Roi (ritorno dell’investimento) di 4,6 (per ogni euro investito la città ha beneficiato di un ritorno di 4,6 euro; altro numero interessante fornito dal sindaco è quello che riguarda le produzioni cinematografiche che sono state 489 tra il 2014 e il 2022. Spicca, tra le slide distribuite ai giornalisti, l’operazione sui Cantieri culturali alla Zisa: si tratta di una vasta area di archeologia industriale, un tempo utilizzata dai cantieri Ducrot che con l’architetto Basile fecero la fortuna dei Florio che è divenuta un grande polo culturale nel cuore della città. Uno studio di impatto fatto sull’attività dei Cantieri culturali prima della pandemia che ovviamente ha condizionato tutto è un buon metro di misura per comprendere quanto possa valere dal punto di vista economico un sistema culturale efficiente: «Si tratta di un luogo – dice Filippo Pistoia di Cre.Zi.Plus – che è passato nel giro di un anno da zero visitatori a una media 30mila visitatori al mese. Un lavoro di rigenerazione che è stato a costo zero per le casse del Comune».
Nel 2018 sono state 420 le persone che a vario titolo hanno lavorato alla gestione delle attività tra festival, musicali teatro, convegni, proiezioni cinematografiche, manifestazioni enogastronomiche, manifestazioni sulla rigenerazione urbana e attività di fablab e accelerazione di imprese, e così via. Sempre l'anno scorso sono stati sostenuti, per le attività, investimenti per oltre tre milioni di euro (sempre al netto dei costi affrontati per le attività direttamente organizzate dal Comune di Palermo).
La crescita proseguita nel 2019 è stata poi fermata dall’epidemia di Covid ma ora il cantiere si è rimesso in moto non solo arricchendosi di nuove presenze ma avviando altri progetti. Uno di questi è il recupero e la riqualificazione di un antico padiglione industriale dei Cantieri culturali abbandonato da più di mezzo secolo: quello che da molti è conosciuto come Spazio Incolto sarà restituito alla città grazie a un progetto di rigenerazione urbana portato avanti da Averna. Nascerà così Averna Spazio Open, una nuova area di comunità e incontro nel cuore del polo culturale della Zisa. Il progetto dello studio dell’architetto Francesca Italiano, prevede che l’ex spazio incolto si trasformi in una piazza condivisa e un giardino rigoglioso, ma anche un anfiteatro all’aperto. I primi lavori si concluderanno a luglio, ma il processo di trasformazione terminerà nei prossimi tre anni.
Un interesse per la cultura che si può notare anche dal punto di vista della nascita di nuove imprese. Lo vediamo con i dati di Cultura crea, la misura di Invitalia pensata proprio per questo settore: su 277 domande presentate in Sicilia 123 arrivano Palermo e su 11,7 milioni impegnati Sicilia cinque milioni sono stati impegnati a Palermo. Per Cultura Crea plus le domande presentate Sicilia sono 442 di cui ammesse 299: importi impegnati in Sicilia 7 milioni e già erogati 3,8 milioni; a Palermo importi impegnati per 2,8 milioni, erogati 1,6 milioni.
loading...