ITINERARI CITTADINI

A Parma e dintorni, tra arte, labirinti e delizie del territorio

Già Capitale europea della cultura 2020 (e 2021), Parma offre itinerari di rara bellezza. Per appassionati di storia, arte, ma anche natura ed enogastronomia

di Luca Bergamin

Il Complesso Monumentale della Pilotta

I punti chiave

  • Dal Complesso monumentale della Pilotta alla bellezza del Teatro Farnese
  • Due passi nel giardino più francese d’Italia, nella Reggia di Colorno
  • Perdersi nel labirinto ideato da Franco Maria Ricci

3' di lettura

È stata la corte dei Farnese. È tuttora il cuore culturale pulsante di Parma. La Pilotta rappresenta l’ombelico artistico e architettonico della città ducale, un pozzo infinito di bellezze artistiche e archeologiche dal quale continuano a emergere sorprese sotto forma ad esempio di vasi etruschi e greci. Ci si incontra sotto i voltoni, per poi salire sullo scalone monumentale e cominciare così la scoperta di un Complesso Monumentale unico in Italia.

Il Teatro Farnese

Teatro Farnese e Biblioteca Palatina, violetta e culatello

La prima meraviglia è il Teatro Farnese che si ispirava agli antesignani greci e romani. L’architetto Giovan Battista Aleotti, detto l'Argenta, gli diede un’anima barocca con due coppie di colonne sormontante da una corona a incrociare il portale di ingresso, poi compare la platea assai duttile, che ospitava gli spettatori, ma poteva diventare arena per gli spettacoli. La gradinata ripida a ferro di cavallo dalla doppia loggia ad archi gira attorno alla cavea dove potevano trovare posto tremila persone.

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All’interno della Biblioteca Palatina chi ama i libri si sentirà confuso, stordito dal piacere di trovarsi tra i volumi della Galleria Petitot e di consultarli nel Salone Maria Luigia. Così come nella Galleria Nazionale si è illuminati dalla Guarigione del cieco nato dipinta da El Greco (complessopilotta.it). Fuori, l’incanto continua nella Cattedrale e al Battistero, così come nel Monastero e Chiesa di San Giovanni Evangelista: qui, come nella Camera di San Paolo, è il Correggio a salire in cattedra e sui ponteggi che gli permisero di inscenare uno spettacolo cromatico di putti, figure classiche, imbandire frutta e visioni (parmawelcome.it).

Si sente profumo di violetta in Strada della Repubblica: un po' è la stagione, un po' promana dal Negozio Borsari che è storicamente legato a questa profumazione. Più rude, ma altrettanto ipnotico è l’odore del culatello e del parmigiano: al Relais Antica Corte Pallavicina saranno i fratelli Spigaroli a spiegare, cucinando, quanto profondo e saporito sia il legame con la gastronomia di questa terra florida.

I Giardini della Reggia di Colorno

Passeggiare nel giardino della Reggia di Colorno

Il giardino più francese d’Italia si trova a una manciata di chilometri dalla città ducale: dentro la Reggia di Colorno prospera dalla seconda metà del ‘400 la meraviglia di un parco che fu pensato da Roberto Saeseverino all’italiana con aiuole, pergole, siepi, labirinti e agrumi. Poi ci pensarono le donne con il loro gusto raffinato a renderlo eccelso: prima Barbara Sanseverino poi Maria Luigia. Nel mezzo, anche due uomini si rivelarono abili “giardinieri”. Il primo fu il Duca Francesco Farnese che pretese le fontane scolpite in marmo di Proserpina e del Trianone e fece arrivare dalla Francia il più celebre ingegnere idraulico del XVIII secolo, Jean Baillieul, artefice della Torre delle Acque sul torrente Lorno e della grotta incantata. Don Filippo di Borbone e la moglie Babette gli diedero quel tocco francese alla moda dei parchi reali di Versailles aggiungendo il parterre ad aiuole e fiori e soprattutto il cannocchiale prospettico di tre lunghi viali. Maria Luigia, anche se il suo matrimonio con Napoleone in fondo si era rivelato un fallimento, era una donna romantica come il bosco all'inglese che ideò, riempiendolo di piante rare, e il laghetto con appunto l'isola dell'amore: nelle serre si mise a coltivare insalata.

Il manierismo di Parmigianino a Fontanellato

Le opere di Franco Maria Ricci, il castello a Fontanellato

A Fontanellato sono ambientate due avventure. La prima è quella artistica-botanica di Franco Maria Ricci, eccelso editore e collezionista che prima della sua scomparsa ha scelto di condividere il suo cammino in cinque secoli dell'arte dalla scultura del Seicento al Neoclassicismo: ecco, dunque che ci si imbatte in busti di Napoleone, nature morte con teschio, opere di superbi manieristi, nella pittura ottocentesca di Francesco Hayez. E non manca l'istrionico e ruspante Antonio Ligabue.

Si tratta di un viaggio sui generis, rispondente ai gusti di Ricci che, al pari dell'arte, amava la botanica: fu da Jorge Luis Borges che attinse l'idea di un labirinto in bambù. Quello della Masone, il più grande al mondo composto da queste duecento mila piante, proietta in una dimensione di riflessione e sogno, facendo meditare sui garbugli e intrighi dell'esistenza. Alla Masone sono organizzate mostre, allestiti eventi, si può pranzare e soggiornare (www.labirintodifrancomariaricci.it).

Nel borgo di Fontanellato si resta ammaliati anche dalla Rocca Sanvitale col suo fossato colmo d'acqua e all'interno, dalla saletta dipinta in sommo stile manierista dal Parmigianino che interpreta a suo modo il mito di Diana e Attenne, nonché dall’appartamento nobile dei Sanvitale rimasto ancora come nel XVI secolo. E, chissà, può capitare di imbattersi nel fantasma della piccola Maria Costanza Sanvitale che amava dilettarsi nel canto e nel ballo. Se non si ha questa (s)fortuna, pazienza, si potranno magari fare altri strani incontri nei bei manieri parmigiani (castellidelducato.it)

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