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Abbiamo provato Threads, l'app che vuole soppiantare Twitter

Threads si ottiene senza grossi problemi su un iPhone, creando un account con paese di fatturazione al di fuori dell'Ue

di Antonino Caffo

(Associated Press/LaPresse)

2' di lettura

Partiamo da un presupposto: quella di non poter scaricare Threads in Italia, l'app di Meta fotocopia di Twitter, non è una questione tecnica ma burocratica. Il garante europeo, come spiegato ieri dal Data Protection Commission irlandese, non ha ancora ricevuto le giuste rassicurazioni da Meta circa le modalità con cui Threads usa e condivide i dati di Instagram, app su cui si basa, e che potrebbe rappresentare un problema concreto di data-crossing in un mercato, quello dell'UE, che dal Gdpr in poi ha imparato a scrutare per bene le modalità di utilizzo le informazioni degli europei da parte di aziende extra-continente, per far si che tutte rispettino le direttive comunitarie.

Detto ciò, per chi ha voglia e un po' di tempo a disposizione, Threads si ottiene senza grossi problemi su un iPhone, creando un account con paese di fatturazione, senza immettere alcun mezzo di pagamento, al di fuori dell'Unione Europea, come gli Stati Uniti. È quello che abbiamo fatto per provare la nuova app.

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Il fediverso

Al primo accesso, l'app chiede di impostare il profilo come pubblico o privato, dopo aver comunque eseguito l'accesso con il proprio profilo Instagram. Successivamente, Meta ci ricorda come funziona Threads: “Threads fa parte di Instagram e useremo le tue informazioni per personalizzare le esperienze”. Ecco qua già il primo punto su cui il Garante non si trova d'accordo: in primavera proprio il DPC irlandese aveva impedito a Meta di lanciare servizi pubblicitari su WhatsApp che utilizzavano i dati di Facebook e Instagram.

Poi un punto interessante: “Le versioni future di Threads supporteranno il ‘fediverso', un nuovo tipo di social media che consente alle persone di seguirsi a vicenda e interagire tra di loro su diverse piattaforme, come Mastodon”. Addio Metaverso. Mentre per Mastodon, altro rivale di Twitter, la questione è più ampia e la compatibilità si basa sul fatto che questo, come Threads, sfrutta protocolli condivisi e decentralizzati che, come dimostra Meta non solo in teoria, sono interoperabili e possono creare servizi che si ‘parlano'. Si può creare una biografia e caricare una foto ex novo oppure copiare le informazioni dal proprio profilo Instagram.

Solo testo, poco popolato (per noi italiani)

Una volta entrati in Threads tutto è molto simile a Twitter. Averlo scaricato con un account americano non toglie di mezzo il limite che, seguendo su Instagram soprattutto persone italiane, la piattaforma ci sembra poco popolata. Seguire altri account è molto semplice, tappando la lente di ingrandimento in basso, che serve sia per ricevere suggerimenti su altri profili che per cercare qualcuno. Nel mezzo, il tasto per creare un post, ossia un thread.

Questo può essere solo testuale o con foto e/o video. Non c'è limite di battute, semplicemente perché la piattaforma dividerà poi il post in varie sezioni, come se fosse appunto una discussione (in inglese ‘thread'). Le notifiche vengono raccolte nel menu che si raggiunge con l'icona a forma di cuore. Qui ci sono anche gli account seguiti, quelli che ci stanno seguendo e gli avvisi su risposte ai nostri post, menzioni e interazioni con persone verificate. A proposito, la spunta blu, che in Italia è possibile avere con Meta Verified, sarà migrata su Threads, per avere il baffo che certifica la nostra presenza online, anche qui.


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