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Microsoft-Activision-Blizzard, perché l’Ue ha detto di sì? Cosa succede ora? 

La Commissione europea ha richiesto a Microsoft di concedere automaticamente in licenza i popolari giochi Activision Blizzard ai servizi di cloud gaming concorrenti

di Luca Tremolada

Microsoft acquista colosso videogiochi Activision per 68,7 mld

4' di lettura

Il via libera dell'Europa è una vittoria per Microsoft, dopo che in aprile la massima autorità garante della concorrenza del Regno Unito aveva bloccato l'accordo. Gli accordi firmati con Nvidia e prima ancora con Nintendo hanno forse contribuito a spingere verso l’approvazione. La decisione dell’Ue arriva però nonostante l’opposizione di altri gruppi, principalmente la giapponese Playstation, che ha accusato Microsoft di aver fuorviato i regolatori delle sue promesse di dare accesso a Call of Duty ad altre piattaforme.Tuttavia la partita non è chiusa. Si aspetta ora la Federal Trade Commission (Ftc) in agosto. Ma per capire meglio cosa c’è in ballo al sì a una operazione da 60 miliardi, occorre capire bene quali sono i termini di questo sì dell’Europa.

La questione delle tecnologie del cloud computing

In primis, l’Ue ha rilevato che Microsoft «non avrebbe alcun incentivo a rifiutare la distribuzione dei giochi di Activision a Sony» e che «anche se Microsoft decidesse di ritirare i giochi di Activision dalla PlayStation, ciò non danneggerebbe in modo significativo la concorrenza nel mercato delle console».

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Come avevamo già spiegato il problema non è il possibile monopolio sul mercato console, che peraltro è dominato dal suo concorrente Playstation. Ma il cloud gaming, cioè il mercato del gioco “trasmesso” in streaming che entra in smartphone, Pc e console senza necessità di hardware dedicato e attraverso forme di abbonamento all you can eat. In questo contesto Microsoft rappresenta già circa il 60-70% dei servizi globali di cloud gaming e essendo la proprietaria dei sistemi operativi dei Pc e dell’'infrastruttura di cloud computing globale (Azure e Xbox Cloud Gaming), può certamente giocare un ruolo diciamo di primo piano.

Quali sono i rimedi per l’acquisizione

A differenza dell’Antitrust Uk, la Commissione europea ha definito dei rimedi per consentire l’acquisizione. Microsoft dovrà offrire una licenza gratuita di dieci anni per i consumatori nello Spazio economico europeo, che consentirà loro di trasmettere in streaming, tramite qualsiasi servizio di streaming di giochi cloud di loro scelta, tutti i giochi per Pc e console Activision Blizzard attuali e futuri per i quali dispongono di una licenza. Inoltre anche ai fornitori di cloud verrà offerta una licenza gratuita per lo streaming di questi giochi nei mercati dell’Ue. In sostanza, la Commissione europea ha richiesto a Microsoft di concedere automaticamente in licenza i popolari giochi Activision Blizzard ai servizi di cloud gaming concorrenti.

Cosa vuole dire per i consumatori e per gli attori del gaming? 

Che se sei un giocatore e hai acquistato un gioco Activision Blizzard puoi decidere di usare «qualsiasi servizio di streaming di giochi in cloud e di giocarci su qualsiasi dispositivo con qualsiasi sistema operativo». Vuole dire che teoricamente anche se possiedi un computer Mac (Apple) e quindi non Pc (Windows) o per esempio un laptop che utilizza come sistema operativo Linux e hai il gioco puoi usare la piattaforma di streaming che preferisci. Allo stesso modo lato offerta, ai cloud provider come Nvidia, Amazon o Google verrà offerta una licenza gratuita per lo streaming di questi giochi nei mercati dell’Ue. Vuol dire che non dovranno pagare per trasmettere i giochi del nuovo colosso del videogame.

Il peso degli accordi di Microsoft con gli altri attori

Ricordiamo che Microsoft ha firmato accordi di cloud gaming con Boosteroid, Ubitus e Nvidia per consentire ai giochi per PC Xbox di funzionare su questi servizi di cloud gaming rivali. Un accordo simile con Nintendo è stato annunciato a dicembre. Ad oggi nessun gioco realizzato da Activision Blizzard è disponibile su piattaforme cloud, quindi la Commissione europea spera che la proposta aumenti la concorrenza.

Va anche detto che per ora i numeri del cloud gaming sono limitati ma in crescita. Cloud gaming vuole dire giocare senza hardware dedicato. Se per accedere a contenuti popolari come quello di Call of Duty (Activision) i giocatori fossero costretti a stare dentro il mondo Pc-Xbox allora il danno per la concorrenza sarebbe stato evidente. Così questa eventualità, almeno in teoria, è disinnescata.

Perché la Cma ha detto di no e perché l’Antitrust europeo ha detto di sì

Secondo la Competition and Markets Authority (Cma) del Regno Unito l’acquisizione potrebbe portare a «una riduzione dell’innovazione e una minore scelta per i giocatori del Regno Unito negli anni a venire». In particolare sul cloud che è considerato una piattaforma di distribuzione del gaming in crescita. Per i britannici l’operazione avrebbe dissuaso nuove aziende a produrre piattaforme di cloud gaming. Ricordiamo che in passato Google ha provato questa strada con Stadia e poi dopo due anni ha chiuso il progetto. Per l’Ue invece il mercato del cloud non è considerato un mercato separato, è un segmento del mercato complessivo. Questo è il vero discrimine tra le due decisioni.

E adesso? 

Non è chiaro come Microsoft e Activision-Blizzard saranno in grado di superare le obiezioni delle autorità di regolamentazione del Regno Unito e degli Stati Uniti. Nel Regno Unito, stanno impugnando la decisione della Cma, ma possono farlo solo per motivi procedurali. E ci vorrà tempo. Nel caso degli Stati Uniti, le argomentazioni della Ftc rimangono incentrate sulle console dove ricordiamo Playstation è in posizione dominante. Stando così le cose per Microsoft è davvero una vittoria importante quella di oggi.


Riproduzione riservata ©
  • Luca TremoladaGiornalista

    Luogo: Milano via Monte Rosa 91

    Lingue parlate: Inglese, Francese

    Argomenti: Tecnologia, scienza, finanza, startup, dati

    Premi: Premio Gabriele Lanfredini sull’informazione; Premio giornalistico State Street, categoria "Innovation"; DStars 2019, categoria journalism

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