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Ad aprile cala la fiducia dei consumatori ma sale quella delle imprese

Per i consumatori è il valore più basso da novembre 2020

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2' di lettura

Ad aprile 2022 si stima una diminuzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori che passa da 100,8 a 100,0, il valore più basso da novembre 2020. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese aumenta lievemente passando da 105,3 a 105,5. Lo rileva l’Istat. Tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori sono in calo, ad eccezione del clima futuro (da 93,5 a 98,9). Per le imprese nell’industria manifatturiera l’indice di fiducia rimane sostanzialmente stabile (da 110,1 a 110,0) e nel comparto delle costruzioni aumenta ancora (da 160,1 a 160,6). Anche nel commercio al dettaglio la fiducia migliora.

Consumatori

Per i consumatori il clima economico scende da 98,2 a 97,3, il clima personale cala da 101,7 a 100,9 e il clima corrente registra la flessione più marcata, passando da 105,7 a 100,8. È in controtendenza rispetto alle altre componenti il clima futuro che aumenta da 93,5 a 98,9. L’indice di fiducia dei consumatori scende per il quarto mese consecutivo.

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Imprese

Per le imprese segnali discordanti provengono dai diversi comparti. Nell’industria manifatturiera l’indice di fiducia rimane sostanzialmente stabile, nel comparto delle costruzioni aumenta ancora leggermente. Nel commercio al dettaglio la fiducia migliora, con l’indice che sale 100,1 a 103,4 mentre nei servizi di mercato si registra un peggioramento con l’indice che scende da 98,9 a 97,0.

Gli ostacoli all’attività produttiva

Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura tutte le variabili registrano un’evoluzione positiva ad eccezione dei giudizi sugli ordini mentre nelle costruzioni peggiorano solo le attese sull’occupazione. Con riferimento ai servizi di mercato, i giudizi sugli ordini e sull’andamento degli affari si deteriorano ma si stima un aumento delle attese sugli ordini. Nel commercio al dettaglio le scorte di magazzino sono giudicate in decumulo. Si registra un aumento della quota di imprese che segnala ostacoli all’attività produttiva (dal 46,5% al 53,3%). Tra i principali fattori che condizionano l’attività, prevale “Altri motivi” (la quota di imprese che hanno selezionato questa opzione passa dal 19,1% dell’ultima rilevazione al 25,6%) seguita dall’insufficienza di impianti e/o materiali (indice cresciuto dal 17,4% al 22,7%).

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