Addio alla Regina Elisabetta II: la moda omaggia la sovrana icona di stile
Rimarrà nell’immaginario comune per i look sgargianti spesso indossati per “ragion di Stato”. E anche se non ha mai sfoggiato abiti griffati, il mondo della moda la considera un punto di riferimento. La London Fashion Week annulla gli show il giorno del funerale
di Marta Casadei
3' di lettura
Letteralmente inconfondibile. Ogni volta in cui l’abbiamo vista sfoggiare abiti, cappotti e cappellini dai toni sgargianti, la Regina Elisabetta II, scomparsa ieri a 96 anni nell’amata tenuta di Balmoral, li ha indossati, più che per scelta, per “ragion di Stato” o, meglio, di Corona. Con l’intento, appunto, di poter essere ben visibile agli occhi dei sudditi - o dei visitatori - riuniti per celebrare qualche evento o semplicemente il suo passaggio.
Nel suo attraversare le mode con la stessa costanza e coerenza con cui si è fatta strada in 70 anni di regno tutt’altro che semplici, Elisabetta II si è affermata come icona globale di stile. Lo ha fatto con perizia e, c’è da scommetterci, un pizzico di quell’ironia che, chi ha avuto occasione di incontrarla, ha più volte descritto come suo tratto distintivo. Basta pensare al cosiddetto “linguaggio segreto” delle amate spille o della borsa, sempre presente nel suo look: usate per comunicare con lo staff e con gli occhi più attenti, ma senza inviare messaggi espliciti. Del resto, è ormai noto, il motto di casa Windsor (almeno fino agli anni Novanta) è stato uno: mai lamentarsi, mai dare spiegazioni. E lei ha sempre incarnato questa filosofia.
London Fashion Week a lutto, Burberry annulla lo show
Sebbene “The Queen” sia sempre stata lontana dall’indossare griffe e grandi marchi - i suoi fornitori, pochi e sempre gli stessi, sono stati in genere piccole aziende inglesi che hanno poi ricevuto il sigillo reale come Launer London, produttore di borse e pelletteria, o Anello & Davide, una bottega artigianale di Kensington che realizzava i suoi mocassini - il mondo della moda si è stretto intorno alla famiglia reale all’annuncio della scomparsa della sovrana.
La London Fashion Week, in programma da venerdi 16 a martedi 20 settembre, è stata confermata ma sarà parata a lutto: sfilate cancellate il giorno dei funerali della Regina, eventi mondani annullati o in sordina. Anche la maison Burberry. il cui show era previsto il 17 settembre, ne ha annunciato la cancellazione, in segno di rispetto per la morte di Elisabetta II.
La Regina, eccezionalmente, aveva partecipato alla Lfw nel 2018. Nessun intento promozionale, ovviamente: aveva presenziato (seduta nel front row, accanto ad Anna Wintour) allo show dell’emergente Richard Quinn in occasione della presentazione della prima edizione del Queen Elizabeth II Award for British Design. Ancora una volta “in missione” per il proprio Paese.
Da Armani a Gucci, il cordoglio delle maison
Sui social, intanto, sono molte le dimostrazioni di affetto, rispetto e ammirazione arrivati dalle maison: «Immaginare improvvisamente il mondo senza Elisabetta II; la Regina Elisabetta nell’immaginario collettivo, è molto difficile per me - ha scritto Giorgio Armani in una nota pubblicata sull’account Instagram @giorgioarmani - e penso sia lo stesso per tutti quelli che, in questi lunghi anni di regno, si sono affezionati a lei pur non essendo inglesi (..). Elisabetta II per me ha rappresentato l’epitome di una regina: equilibrata, leale, impassibile nonostante gli inevitabili scandali, era simbolica anche nei piccoli gesti. Come designer ho sempre ammirato il suo modo molto personale di vestirsi e comunicare, così come la sua riservatezza. Non avrei mai cambiato nulla di lei». Ricordi e omaggi sono comparsi sugli account di Dior, Jimmy Choo, Tiffany&Co., Donatella Versace, Stella McCartney, Alexander McQueen. «La vera grazia è rara e sarà sentita profondamente attraverso il ricordo della sua dignità, forza e speranza», recita un post sull’account di Gucci, a corredo di una foto che mostra Elisabetta II proprio a Balmoral, impegnata in una delle sue attività preferite, andare a cavallo. Perfino la più punk degli stilisti britannici (o forse, del mondo), Vivienne Westwood ha scritto «tutti le dobbiamo gratitudine», elogiando la regina come istituzione.
Dagli Usa anche il cordoglio di Ralph Lauren: «Era una fonte di ispirazione per tutto il mondo in molti modi - una regina e una moglie, madre e nonna impegnata nei confronti della propria famiglia - e soprattutto una donna che ci ha ispirato con il suo incrollabile impegno a guidare il Paese con dignità, ottimismo e amore».
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