Viaggi in aereo, prove di post virus: i vaccini fanno impennare le prenotazioni
Effetto Regno Unito: il 17 maggio scatta la fine del lockdown inglese: per easyJet, Ryanair e Wizz Air richieste di voli su del 300 per cento
di Mara Monti
3' di lettura
Se la prossima estate segnerà la riscossa del trasporto aereo non è ancora certo, ma gli operatori ci sperano. Dalle quarantene, ai test Covid i voli continuano ad essere una incognita per tutti, in attesa che i piani vaccinali dei governi comincino a fare effetto. Le prime a sperarci sono le compagnie aeree che hanno potuto testare lo stato del mercato dopo le affermazioni del primo ministro inglese Boris Johnson: nel definire il suo cronoprogramma per uscire dal lockdown, il premier ha fissato una data precisa, il 17 maggio per la riapertura dei voli.
Da mesi agli inglesi non è permesso andare all’estero se non per motivi urgenti come misura per evitare la diffusione dei contagi, e così quella data è diventata un miraggio spingendo le prenotazioni dei voli e degli alberghi di Spagna, Italia, Grecia e Turchia. Come nel caso della compagnia low cost easyJet che ha visto aumentare le prenotazioni dei voli del 300% e dei pacchetti turistici del 600%, lo stesso è successo a Ryanair, Wizz Air e British Airways, mentre Virgin Atlantic Airways è stata scelta per le destinazioni caraibiche con prenotazioni nove volte superiori alla media.
Gli operatori
«La voglia di partire non manca e noi ci stiamo preparando, ma le difficoltà restano legate alle restrizioni dei voli e ai vaccini», spiega Lorenzo Lagorio, country manager di easyJet. La conferma arriva da una recente ricerca della società Kadence Research sulla propensione al viaggio, effettuata tra l’8 e il 20 gennaio, e commissionata da easyJet con 5mila interviste realizzate nei principali mercati tra cui l’Italia. Proprio in Italia, il 76% degli intervistati ha dichiarato di avere prenotato o di volerne prenotare uno nel 2021 mentre 3 italiani su 4 si dicono pronti a viaggiare appena sarà possibile e recuperare il tempo perduto.
Dunque, a differenza dello scorso anno dopo la fine del primo lockdown, oggi i passeggeri non temono il viaggio come possibile veicolo di contagio: gli aerei e gli aeroporti sono percepiti come luoghi sicuri, sia nelle fasi di imbarco sia durante il volo. Tuttavia, il boom delle prenotazioni così come si è manifestato recentemente è legato anche ad altro: «Oltre alla sicurezza del volo – continua Lagorio - i nostri passeggeri possono prenotare in tutta sicurezza perché possono decidere fino all’ultimo momento di spostare il volo senza pagare un sovrapprezzo per il cambio, ma soltanto la differenza tra il vecchio e il nuovo biglietto». È la nuova politica basata sul principio di flessibilità adottata dalle principali compagnie aeree dopo le polemiche dell’anno scorso sui mancati rimborsi per i voli cancellati: Ryanair consente fino al 31 ottobre fino a 2 cambi di prenotazione, invece Wizz Air pagando 2 euro di supplemento garantisce il cambio senza sovrapprezzi.
Prove di normalità
Gli sforzi per non farsi trovare impreparati sono enormi, ma i tempi per tornare alla normalità si allungano a causa delle nuove varianti del virus. Lo ammette lo stesso Alexandre de Juniac, direttore generale della IATA, l’associazione internazionale delle compagnie aeree, secondo il quale «l’obiettivo dei governi è quasi universalmente quello di contenere la diffusione del virus oltre i confini. Ci sono poche speranze di un imminente ritorno alla normalità». Del resto, basta guardare i numeri per rendersi conto dell’emergenza ancora in corso: in media i vettori stanno volando con il 20% della capacità e secondo Eurocontrol, l’agenzia europea del volo, tra gennaio e febbraio i voli aerei in Europa sono stati tra il 62% e il 66% in meno rispetto allo stesso periodo pre-Covid. Ma guardando le singole compagnie aeree i dati sono più bassi: tra gennaio e febbraio i voli easyJet sono stati più bassi tra il 79% e l’89,9%, Ryanair tra il 79% e il 92%, Wizz Air tra il 74% e il 77%, Alitalia tra il 74% e il 77%, British Airways tra l’85% e l’88%, Lufthansa tra il 74% e l’85%, Air France tra il 54% e il 65 per cento.
L’unica via di uscita da questa emergenza sono i vaccini e a questo proposito si discute sull’ipotesi di introdurre un passaporto sanitario: la Grecia sta spingendo per introdurlo in Europa dopo l’accordo firmato con Israele per consentire di volare senza quarantena ai rispettivi cittadini. Ma non tutti sono d’accordo: «Se ne discute da tempo a livello di IATA – spiega George Michalopulos chief commercial officer di Wizz Air – ma non penso che il passaporto sanitario sia la chiave di volta, l’unico key driver sono i vaccini». Per il manager della compagnia ungherese low cost le diverse restizioni applicate in Europa creano molta confusione e auspica di giungere a una maggiore armonizzazione in attesa dell’uscita dal tunnel.
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