Al Sud reskilling e upskilling per cogliere l’occasione del Pnrr
L’analisi dell’amministratore delegato di Adecco Italia sulle prospettive del mercato del lavoro nel Mezzogiorno: «Il South Workin grande elemento di novità ma non basta»
di Nino Amadore
3' di lettura
«La situazione del Mezzogiorno è compromessa da decenni. Pensando alle accelerazioni che ha subito il mercato del lavoro negli ultimi vent'anni e alle trasformazioni sicuramente possono aprirsi delle opportunità anche per il Mezzogiorno». Andrea Malacrida, amministratore delegato di Adecco Italia, non lo dice ma è implicito: tante opportunità, ma bisogna saperle cogliere. Tornerà in Sicilia il 18 maggio, sull’Etna, in una cantina, per presentare il suo libro “Immaginare il lavoro. Il mondo di ieri le sfide di domani (Marsilio)” che contiene elementi utili per comprendere anche una certa evoluzione del mercato del lavoro nel Mezzogiorno. Ci sono elementi di novità che non sfuggono: «Vorrei ricordare che durante la pandemia hanno coniato il termine South Working che io non avevo mai sentito – dice Malacrida –. Il che vuol dire da un certo punto di vista il ritorno a territori straordinari per qualità della vita facendo leva su competenze distintive che alcune eccellenze educative del Sud Italia hanno sempre dimostrato di poter formare. Forse per una volta riusciremo a mettere al centro senza pensare da dove vengano. Poi ci vogliono gli investimenti nel territorio».
C'è un tema ed è quello dell’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Meccanismi che non funzionano con conseguente disaffezione da parte dei giovani.
Noi possiamo creare dei singoli progetti, creare consapevolezza sulle competenze, provare a fare delle riflessioni, aprire linee di interesse rispetto a certe realtà che potenzialmente sono eccellenze in Italia e non solo: ci sono brand che hanno grandi potenzialità su cui non si ha piena consapevolezza e conoscenza .
Per esempio?
Tutto il mondo legato a Coca Cola in Sicilia ha una sua chiara brand identity. Può essere un modello: il territorio, la luce e il sole possono essere trasformati in opportunità di business molto forte. Anche perché altrove abbiamo degli esempi di eccellenze di ben lunga data più povere in termini di creatività e di valore che però si sono affermate. Mentre al Sud ciò non avviene.
Perché?
Io credo sia anche una questione di retaggio culturale, di una situazione storicamente complicata che si è tirata dietro poi fenomeni di disagi e di criticità (di legalità o situazioni correlate) che probabilmente sono state una conseguenza almeno per quanto riguarda il mercato del lavoro. Se volessimo vedere in chiave positiva alcuni aspetti io insisterei sulla straordinarietà di tante università del Centro Sud riconosciute a livello italiano, di straordinarietà di grandi manager provenienti dal Sud che hanno oggi la possibilità di realizzarsi anche senza spostarsi al Nord.
Supponiamo che un assessore siciliano le chieda di fare un progetto per l'occupazione dei giovani, cosa le viene in mente?
Rispondo con un esempio concreto. Io sono andato nel nostro ufficio del Professional Recruitment, B+C e Spring, a Palermo che fanno ricerche professional. Nessun’altra realtà italiana o internazionale di questo tipo ha aperto uffici a Palermo. Ho parlato con il responsabile e gli ho detto: ottima questa sfida perché tu vuoi creare un mercato dove altri non lo hanno mai fatto. Probabilmente in tanti non hanno avuto fiducia, anche istituzionale, per poter investire su quel territorio. Ma si può creare un progetto attrattivo, in crescita a livello di raccolta, di consensi e di realizzazione. Si possono seguire alcuni filoni legati alle eccellenze siciliane (il mondo del vino, l’agroalimentare, il turismo). Ho visto io stesso cose straordinarie ma sono eccezioni. Bisogna riuscire a costruire un piano di valore reale e su determinate eccellenze in cui provare a fare il moltiplicatore di crescita su scala nazionale o su scala globale. Questo credo che la Sicilia sia riuscita a farlo in rarissimi casi anzi non mi vengono in mente casi realmente di successo su questo.
Qualche imprenditore sostiene che serva la decontribuzione.
Secondo me è uno dei temi più importanti perché il costo del lavoro è una barriera all’entrata per gli investimenti. Devo essere onesto: non è strettamente correlata al Centro Sud ma un po’ su tutto il territorio italiano come deficit forte. Secondo me comunque è una buona cosa farlo.
Si parla tanto di Pnrr, come ci si sta preparando?
Il Sud può giocare un ruolo assolutamente di primo piano, perché ampia parte dei finanziamenti previsti dal Pnrr è destinata a queste zone. Bisogna però essere consapevoli del fatto che per riuscire a cogliere queste opportunità è fondamentale avviare fin da subito percorsi di reskilling e upskilling: noi ci impegniamo a implementare corsi di formazione che accompagnino imprese e lavoratori nello sviluppo delle competenze che le transizioni digital e green richiedono. Sono queste competenze lo strumento grazie a cui giovani e donne potranno essere protagonisti del proprio futuro professionale. Per raggiungere questo risultato sarà fondamentale il coinvolgimento di tutti gli attori in gioco: cittadini, imprese, istituzioni.
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