NOVANTESIMO COMPLEANNO

Alfa Romeo 8 C, la Regina delle Regine resta ineguagliabile ancora oggi

Straordinaria sotto ogni punto di vista con tecnica all’avanguardia e una linea che stupisce e incanta ai concorsi di eleganza

di Vittorio Falzoni Gallerani

3' di lettura

Alla fine degli anni 20 del secolo scorso l’Alfa Romeo non aveva certamente più bisogno di confermare il prestigio del proprio marchio e della propria produzione: già la famiglia delle 6C aveva fatto capire che la Casa milanese era da considerarsi seconda a nessuno nello sport e nella produzione di vetture destinate alla clientela più appassionata e raffinata.
Parimenti però, lasciare “disoccupato” un tecnico dello spessore di Vittorio Jano era uno spreco che nessun costruttore avrebbe potuto permettersi e quindi si decise di incaricarlo di alzare la già alta asticella dell’Alfa Romeo sia in campo agonistico sia commerciale; tra le mani inoltre aveva, come detto, materiale di primo ordine e che non mancherà di utilizzare.

Il risultato si vide nel 1931 con la nuova 8C da 2.300 cc circa, cilindrata ottenuta adottando otto anziché sei dei cilindri, con i relativi pistoni, della vittoriosa 6C 1750 sovralimentata; per evitare che l’albero motore e gli alberi a camme in testa fossero troppo lunghi, Jano predispose poi il comando della distribuzione esattamente nella loro mezzeria scongiurando qualsiasi pericolo di distorsione agli alti regimi e con le alte potenze consentite dal compressore volumetrico.

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Anche il telaio poco si discostò da quello della sorella di derivazione: freni meccanici ed assali rigidi con balestre semi ellittiche rimasero anche sulla 8C come la possibilità di optare per due misure di interasse: “corto” e “lungo” (ve ne era una terza, ancora più corta, per le gare in pista). Immediatamente dopo il suo debutto, la 8C 2300 si impose alla Targa Florio il 10 Maggio 1931 con il grande Tazio Nuvolari ed il mese successivo fece il bis alla 24 Ore di Le Mans superando per la prima volta nella storia i tremila chilometri percorsi nell’arco della gara.

Una vittoria ottenuta tra l’altro con l’equipaggio privato, composto da Lord Earl Howe e Sir Henry Birkin, che interruppe il predominio della Bentley sostituendolo con quello dell’Alfa Romeo per l’intero successivo triennio. Relativamente alla Mille Miglia, in quegli anni ineludibile terreno di confronto per qualsiasi Casa costruttrice, occorse aspettare invece il 1932 per avere la prima piena soddisfazione con Borzacchini e Bignami, ma poi le Alfa Romeo 8C presero gusto alla vittoria nella classica bresciana ottenendola altre sette volte fino all'edizione 1947, la prima del dopo guerra, con Clemente Biondetti ed Emilio Romano al volante di un esemplare già vecchio di otto anni.

È chiaro quindi che stiamo parlando di protagoniste assolute della storia dello sport automobilistico, ma noi vorremmo però tenere questo clangore agonistico sullo sfondo, quasi un affresco sul quale stagliare le mirabolanti Gran Turismo che da esso derivarono per la gioia e l’orgoglio della clientela più competente oltre che estremamente facoltosa: volendo tentare un paragone con la contemporaneità l’unica auto che ci viene in mente potrebbe essere la McLaren F1 dei primi anni '90 del secolo scorso: netta, essenziale, assurdamente veloce ed elegantissima nella sua semplicità.

Le 8C 2300 stradali vengono tolte dal listino nel 1934, sostituite dalle più economiche e quasi altrettanto performanti 6C a sei cilindri di identica cilindrata; intanto le 8C continuarono a vincere, sotto le insegne della Scuderia Ferrari, vedendo progressivamente aumentare la cubatura dei loro motori prima a 2,6 e poi a 2,9 litri per potenze fino ai 220 CV. A questo punto, e siamo nel 1937, in Alfa Romeo si ritiene conveniente sfruttare la gloria ottenuta da queste ormai mitologiche vetture ricominciando a proporre versioni stradali con il nuovo modello 8C 2900 B dotato del motore di cubatura maggiorata, due carburatori e doppio compressore applicato ad un nuovo telaio, a passo lungo e corto, con sospensioni a quattro ruote indipendenti e freni a comando idraulico.

Su questo telaio Pinin Farina e, soprattutto, Touring con il nuovo metodo “Superleggera”, crearono vetture di livello insuperabile, con prestazioni addirittura non sfruttabili sulle strade di allora e carrozzerie, sia aperte sia chiuse, di eleganza suprema.Tentando nuovamente un paragone con l’oggi non si può fare a meno di pensare alla Bugatti Chiron; e per di più nelle sue versioni speciali più ricercate, visto che di Alfa Romeo 8C 2900 B stradali ne vennero costruite una trentina che oggi sono invariabilmente le regine dei concorsi di eleganza più esclusivi e, molto raramente, delle aste ove vengono aggiudicate a cifre record.

Tra le più recenti vendute ricordiamo una Spider Touring nel 2016 venduta a 17.481.420 euro a Monterey (USA) e una meno lussuosa berlinetta dello stesso Autore venduta a Parigi nel 2019 a 16.745.600 euro.Quello era il livello dell’Alfa Romeo nel mondo prima della II Guerra Mondiale e questo evidentemente è rimasto, sia nel cuore degli appassionati sia, ci si permetta, nelle valutazioni degli investitori più avveduti.


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