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Allarme fitofarmaci: con lo stop al glifosato produzioni a rischio

Proroga all’uso in scadenza il 15 dicembre. Con la messa al bando si stimano cali di quasi il 20% per soia e riso

di Giorgio dell'Orefice

Senza glifosato stime del -18% di soia e -17% di riso

3' di lettura

L’autorizzazione all’uso del glifosato, rinnovata nel 2017 solo grazie a un cambio di posizione dell’ultim’ora da parte del Governo tedesco (che a sorpresa si astenne dalla votazione rendendo possibile il via libera), scadrà il prossimo 15 dicembre e c’è grande apprensione da parte degli agricoltori europei circa il suo rinnovo. Perché Bruxelles possa fare una nuova proposta agli stati membri di rinnovo oppure di messa al bando occorre acquisire due pareri scientifici: il primo è quello dell’Echa, l'Agenzia europea per le sostanze chimiche che nello scorso maggio ha escluso la classificazione del glifosato come cancerogeno. A mancare all’appello è ora il parere dell’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare che ha chiesto un tempo supplementare, pertanto, un parere non arriverà prima del prossimo anno.

La Commissione Ue, quindi, non ha un quadro scientifico completo ed è per questo che tra i servizi dell’Esecutivo Ue si sta facendo strada l’ipotesi che Bruxelles disporrà una nuova proroga di un anno per arrivare a una proposta solo nell'autunno 2023. In questo periodo di transizione va registrato il cambio di posizione della Francia che se anni fa si schierò per un anticipo del bando e in questi anni ha registrato le gravi difficoltà degli agricoltori a produrre senza il ricorso all’erbicida arrivando a predisporre dei contributi per aiutare i produttori a fronteggiare i costi dell’abbandono.

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Di certo una futura decisione Ue sul glifosato dovrà fare i conti con quanto già stabilito sull'intero tema dei fitofarmaci per i quali è prevista, dalla strategia Farm to Fork, una riduzione del 50% entro il 2030 e comunque non inferiore al 35% a livello di singolo paese membro. Pertanto, nel momento in cui vengono previsti limiti così stringenti per i fitofarmaci è difficile che possa al tempo stesso continuare a essere autorizzato il glifosato.

Fin qui lo scenario che non fa passare in secondo piano i pesanti rischi ai quali è esposta l’agricoltura nel caso in cui il principale nemico delle malerbe venga messo fuorilegge. Una stima degli effetti sull’agricoltura italiana è stato effettuato dalla società di analisi per l'agrifood Areté, con conclusioni che Il Sole 24 ore è in grado di anticipare. Lo studio, nonostante prenda in considerazione stime prudenziali, di fatto arriva a immaginare un impatto rilevante soprattutto per alcune produzioni. Si prevede infatti un significativo calo dei volumi di produzione per soia (-18,2%), riso (-17,7%) e frumento duro (-12,1%). A questo va aggiunto un aggravio dei costi produttivi ancora per soia, riso, frumento tenero, grano duro e mais. In particolare, i costi aggiuntivi raggiungerebbero il 14% del prezzo medio di vendita per il mais irriguo nel Nord Italia ed il 15% del prezzo per il grano duro coltivato nel Mezzogiorno. Per la soia i costi colturali aggiuntivi arriverebbero a superare il 26% del prezzo medio.

«A essere esposte – spiega Alberico Loi, senior researcher di Areté – sono le produzioni a ridotto valore aggiunto come appunto soia, mais, riso, frumenti che avrebbero meno margini di manovra per assorbire un innalzamento dei costi. Colpiti sarebbero anche i vigneti ma il vino gode di una marginalità che gli consente i maggiori oneri senza contraccolpi. In più la riduzione delle rese e della redditività per soia e mais (importanti per l’alimentazione zootecnica) oltre che per riso e frumenti aggraverebbero la dipendenza dell’Italia dalle importazioni. Un tema preoccupante perché con gli attuali scenari geopolitici non è scontato che per colmare il proprio deficit produttivo basti rivolgersi al mercato internazionale. Sarà sempre più frequente non trovare disponibilità di prodotto oppure di dover sottostare a quotazioni fuori mercato».

Per tutti questi motivi sarebbe auspicabile che in futuro la Commissione Ue disegni un percorso di abbandono graduale del glifosato prevedendo anche strumenti per accompagnare gli agricoltori in questa difficile transizione.

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