Amministrative, da Letta a Salvini la posta in gioco per i leader
Le suppletive a Siena, il test di Roma e Milano, la sfida dei consensi tra Lega e Fdi e le timide alleanze locali tra Pd e M5S avranno ricadute importanti su tutti gli attuali capi delle formazioni politiche
di Mariolina Sesto
I punti chiave
3' di lettura
Il 3 e 4 ottobre si vota per eleggere oltre mille sindaci e il presidente della Calabria. Ma, come ogni volta che milioni di cittadini sono chiamati al voto, sotto esame finiscono inevitabilmente tutti i partiti, leader compresi. Da Salvini a Letta, da Meloni a Berlusconi e Conte, nessuno sfuggirà al giudizio post voto: ci saranno vincitori e perdenti.
Letta, il seggio alla Camera e la partita per il Colle
Più che per ogni altro leader di partito, per Enrico Letta il 4 ottobre è innanzitutto una partita personale. Il segretario Pd corre infatti alle suppletive di Siena per un seggio alla Camera. Si è messo in gioco in una città che attraversa la grande crisi del Monte dei Paschi. Se vincerà, tornerà in Parlamento e da lì gli sarà più facile dirigere i giochi che si apriranno nei prossimi mesi per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Ma anche l’esito del voto nelle grandi città avrà un impatto sulla sua leadership. Se infatti il Pd dovesse spuntarla a Milano, Bologna e Napoli e portare i propri candidati al ballottaggio a Roma e Torino, il segretario uscirebbe dal voto molto rafforzato. Ma se così non fosse, se ad esempio il candidato sindaco a Roma non ce la dovesse fare, il leader finirebbe inevitabilmente nel mirino e le richieste di congresso da parte della minoranza dem tornerebbero a farsi sentire.
Salvini, occhi puntati sui consensi alla Lega
Il voto delle amministrative sarà anche un referendum sulla linea di Matteo Salvini. Come sempre il leader leghista ci ha messo la faccia e ha dato un'impronta precisa alla campagna elettorale: si è definito ”free vax”, si è battuto per i tamponi gratis più che per la campagna vaccinale ed ha cercato di contenere l'estensione del Green pass. Avrà successo o no questa linea? I risultati elettorali lo diranno. La linea del Piave è quel 20% sotto il quale la Lega non è mai scesa nei recenti sondaggi. L’altro scoglio sarà il confronto con i voti di Fdi, principale concorrente del Carroccio (oltre che alleato di centrodestra, seppure all’opposizione). Se nelle grandi città Giorgia Meloni andrà meglio di Salvini, il leader leghista finirà inevitabilmente sotto processo. Le dichiarazioni dei suoi governatori e del “governista” Giorgetti hanno già lasciato intendere che un insuccesso elettorale non resterebbe senza conseguenze. C’è infine il caso Morisi. L’inchiesta sul guru social del Carroccio avrà la sua influenza sulle urne? Per Salvini sarà un test di fuoco.
Per Conte primo voto da leader M5S
Per Conte saranno le prime elezioni da capo del Movimento Cinque stelle. Si vota nelle due città dove cinque anni fa i pentastellati avevano presentato le due sindache simbolo uscite vittoriose, Chiara Appendino a Torino e Virginia Raggi a Roma. Per questo il risultato elettorale non potrà che essere un giudizio sul loro operato. Si testerà inoltre l’alleanza Pd-M5s a Napoli e a Bologna ma si conteranno anche i voti. Se i Cinque stelle perdessero terreno magari in favore dei dem, l'alleanza (ancora instabile) potrebbe subire scossoni. Il M5s sconta inoltre la sua tradizionale debolezza nelle elezioni locali. E dopo il primo turno per Conte si aprirà il rebus degli eventuali ballottaggi: dovrà dire se appoggia o no il Pd al secondo turno, dove al primo gli alleati giallo-rossi si sono presentati divisi. Anche questo rompicapo metterà alla prova la neo leadership di Giuseppe Conte.
Berlusconi, il Quirinale e i voti moderati
Anche per Silvio Berlusconi, che spera di poter essere in corsa per il Quirinale, il voto amministrativo rappresenta un tornante decisivo. In particolare gli occhi del Cavaliere sono puntati sul voto di Roma e Milano. Nella Capitale Forza Italia potrebbe dare un apporto importante per la vittoria del candidato di centrodestra. E a Milano il Cavaliere spera di incassare i voti moderati di un centrodestra che potrebbe allontanarsi dalle posizioni “free vax” della Lega. La grande scommessa su cui puntano gli azzurri è poi la Calabria dove il candidato di FI, Roberto Occhiuto, ha l'appoggio dell'intero centrodestra mentre la sinistra si presenta divisa, con ben tre candidati in corsa a elezioni regionali che hanno un turno unico.
Meloni si gioca la leadership del centrodestra
Per Giorgia Meloni il test più importante è senza dubbio quello di Roma. Enrico Michetti, sostenuto da tutto il centrodestra, è stato espresso da Fdi e una sua eventuale vittoria sarebbe innanzitutto una vittoria della leader del partito. Ma la sfida per Meloni è anche nazionale: la sua posizione di unica forza politica di opposizione al governo Draghi sarà premiata dal voto? Le urne confermeranno l'ascesa repentina misurata dai sondaggi? Fdi supererà la Lega nei consensi? Le risposte a questi interrogativi determineranno il destino del centrodestra e la sua leadership. Uno dei test più interessanti delle urne sarà il confronto in termini di voti tra Fdi e Lega. Se Meloni dovesse battere Salvini, specialmente al Nord, per il centrodestra si aprirebbe una pagina nuova.
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