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L’aeroporto di Ancona punta a mettersi velocemente alle spalle gli anni di crisi per diventare scalo di riferimento dell'area centro-adriatica: un obiettivo ambizioso sostenuto dal Piano Nazionale di Enac, che lo ha classificato tra quelli strategici nella rete centrale, insieme a Perugia e Pescara. Per Alexander D’Orsogna, amministratore delegato e direttore generale dell’International Airport di Ancona è una grande sfida. Al lavoro da 6 mesi, dopo aver lasciato la poltrona di marketing manager all’aeroporto di Bari, ha portato nuova linfa a una struttura con grandi potenzialità a lungo inespresse. Una scarsa attrattività che ha pesato sul bilancio di gestione (il passivo è arrivato fino a 40 milioni, ndr.) e costretto a una pesante ristrutturazione, che si è incrociata con le restrizioni dovute al covid e con le conseguenze delle sanzioni alla Russia, visto che Mosca che rappresentava uno dei mercati di riferimento anche per la presenza dei distretti della calzatura e della pelletteria.
Il nuovo volo Volotea per Parigi (dal 27 maggio), che per la compagnia low cost spagnola rappresenta la prima rotta internazionale in partenza dallo scalo marchigiano, quello easyJet per Londra Gatwick (dal 3 luglio) e i prossimi da luglio, in regime di continuità territoriale, per Roma Fiumicino, Milano Linate e Napoli, per i quali la Regione Marche ha stanziato 9 milioni di euro in tre anni per garantirla, sono i primi risultati concreti. Tratte che si aggiungono a quelle già operative: Bruxelles Charleroi, Bucarest, Cracovia, Dusseldorf Niederrhein, Londra Stansted, Monaco di Baviera, Tirana, Cagliari, Olbia, Palermo e Catania, che sarà raggiungibile sia con Volotea che con Ryanair. «Anche grazie ai nuovi collegamenti - osserva D’Orsogna - lo scalo marchigiano fa un balzo in avanti di qualità e riconoscibilità nel posizionamento a livello internazionale. Ci aspettiamo un aumento di flusso passeggeri per l’incoming e l’outgoing e ci auguriamo che da ciò possa nascere un solido indotto a beneficio dell’economia regionale». Il 2022 è stato un anno positivo sia in termini di passeggeri (+93,8% rispetto al 2021) che di merci (+10,1% sul 2021): l'aeroporto ha recuperato quasi totalmente il traffico pre-pandemia e, grazie all'avvio delle nuove rotte, l'ad stima di chiudere il 2023 «superando la soglia dei 600 mila passeggeri».
Ma D'Orsogna non si accontenta: «Sono diverse le direttrici di sviluppo a cui stiamo lavorando, ma non nego che ideale sarebbe riuscire a collegare Ancona con un altro hub internazionale, che possa allargare l'offerta insieme ai collegamenti giornalieri su Monaco, operati da Lufthansa. Penso ad Amsterdam o Madrid: ciò garantirebbe ai marchigiani collegamenti diversificati con il mondo e viceversa». L’obiettivo non scritto è di arrivare fino a 2 milioni di transiti entro il 2035, mentre per quanto riguarda il traffico merci, «la crescita è costante, ma la vera svolta si avrà con l'avvio delle operazioni Amazon, che realizzerà il più grande polo logistico del centro Italia nell'area dell'interporto di Jesi», integrandosi con il porto di Ancona, sul quale si punta per far crescere il turismo crocieristico, l'autostrada e la ferrovia per fare del capoluogo regionale un hub intermodale competitivo.
La vocazione internazionale va però sostenuta con gli investimenti strutturali, a cominciare dal potenziamento della strumentazione della pista, ma che finora si sono limitati allo stretto necessario, in linea con le necessità di risanamento dell'azienda. È stato appena presentato il nuovo piano industriale triennale, «che prevede una nuova tornata di investimenti, sia infrastrutturali che commerciali, in grado di sostenere i grandi progetti che abbiamo per i prossimo futuro». Contemporaneamente, al comune di Falconara (che ospita lo scalo, ndr.) è arrivato un finanziamento regionale da 2,8 milioni per riqualificare e rendere più sicura la viabilità di collegamento.
Il fondo anglo-svedese Njord Partners controlla il 91,5% della società e l'ad smentisce che abbia intenzione di vendere le sue quote: «Al contrario, gli ultimi scenari di sviluppo e di riposizionamento strutturale trasmettono sicuramente fiducia in un rinnovato impegno verso l'aeroporto ed il territorio marchigiano». Il resto delle quote è in mano alla Regione Marche, che per ora ignora le perplessità espresse dalla Corte di Conti all'interno del documento di parifica circa l'opportunità di mantenerle: Palazzo Raffaello vuole fare dei voli aerei le gambe della promozione turistica da poche settimane affidata all'Atim, l'agenzia guidata da Marco Bruschini, e che si occuperà contemporaneamente anche di internazionalizzazione delle imprese.
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