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Art Dubai porta l’Oriente e il sud del mondo al centro della scena

La piattaforma globale per l’arte e gli artisti del Medio Oriente e del Sud del mondo fino al 5 marzo è al Madinat Jumeirah Dubai

di Stefano Biolchini

I punti chiave

3' di lettura

“La narrazione della storia, il passato, si trasforma nel presente e taglia i confini della realtà e del sogno”. I volti si accostano e si confondono in una moltitudine incombente ma inerme; gli oppressori, in vesti militari, sopra moto rombanti, sono minacciosi, il pericolo è una realtà che non sfugge e soffoca. Siamak Filizadeh è nato a Teheran nel 1970 e nella capitale iraniana ha studiato Graphic Design alla Azad University. Nei suoi lavori si affastella una massa di personaggi, che sono attori di teatro che, prima ripresi in video, hanno interpretato per lui, in vesti militaresche o in divisa da operai, una comédie humaine antica quanto è antica la storia del dispotismo. Ed è sintomatico che sia proprio un artista iraniano ad interpretare al meglio lo spirito di questa sedicesima edizione di Art Dubai, a buon diritto principale piattaforma globale per l’arte e gli artisti del Medio Oriente e del Sud del mondo, che dal 3 al 5 marzo è al Madinat Jumeirah Dubai.

130 gallerie in rappresentanza di più di 40 paesi

Sono infatti oltre 130 le gallerie in rappresentanza di più di 40 paesi, e suddivise in quattro sezioni principali: Contemporary, Modern, Bawwaba e Art Dubai Digital. A dirigerla è Benedetta Ghione che spiega come “Art Dubai cerchi di riformulare ciò che può essere una fiera d’arte, e il programma ampliato di quest’anno riflette pienamente il nostro ruolo di punto d’incontro per le industrie creative della regione. Siamo orgogliosi di essere più di una fiera d’arte: siamo un incubatore di talenti, un catalizzatore per l’economia creativa di Dubai, un raduno di grandi menti e un punto di accesso a questo vibrante ecosistema per il più ampio settore culturale”.

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Pablo del Val

Per il direttore artistico, Pablo del Val, “per quasi due decenni, Art Dubai è stato un luogo in cui scoprire e celebrare nuove tendenze, creare e facilitare conversazioni e celebrare la forza della produzione creativa in tutto il Sud del mondo. Art Dubai è una fiera d’arte veramente globale, e questo si riflette sia nella qualità che nella diffusione geografica delle gallerie che partecipano quest’anno. Il fatto che gran parte del programma sia ancora una volta tratto dal Sud del mondo evidenzia il crescente interesse e l’appetito per il collezionismo di arte non occidentale, il rafforzamento della scena delle gallerie al di là dei centri tradizionali del mondo dell’arte e il ruolo che Art Dubai svolge come una piattaforma per le regioni che sono sottorappresentate nelle collezioni internazionali”.

Art Dubai come luogo di valorizzazione dell’arte di un’intera zona per troppo tempo sottorappresentata dunque, ravvicinandola, per soddisfare la sete dei collezionisti che guardano a Dubai in maniera crescente.

Art Dubai, tutto il meglio in foto

Photogallery26 foto

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Saher Nassar

Saher Nassar, palestinese nato a Gaza nel 1986, gioca a confondere la quotidianità dei pupazzi e dei biberon con i caschi e le divise dei soldati israeliani. L’anima pop in lui si stempera d’angoscia in un futuro sospeso e piatto che non lascia spazio a troppe speranze: la realtà d’occupazione è ineludibile e feroce.

James Barnor

Le fotografie di James Barnor, ghanese, nato ad Accra nel 1929, ci riportano al passato degli anni 70, fra le vecchie insegne dell’Agipgas, con il cane a sei zampe dietro a bellezze d’antan su prospettive velasquiane. Si fissa così l’immaginario perduto di realtà di sfruttamento di risorse tutt’altro che archiviato. E ancora, l’ocra polveroso e tattile di Gunjan Kumar esplora l’dea del nulla, di uno zero e di un vuoto in grado di fornire possibilità infinite, l’etherea essenza che permea ogni fenomeno.

Galerie Perrotin, Galleria Continua

Ovviamente ci sono le grandi gallerie a far da pivot alle realtà più globali e internazionali. La Galerie Perrotin con Takashi Murakami opera da par suo. Galleria Continua porta a Dubai il meraviglioso stordente Mipa 5 Blue di Hanish Kapoor, oltre ai grandi nomi di Michelangelo Pistoletto, Loris Cecchini e JR. Guardando ai contributi italiani non può da ultimo non segnalarsi la presenza di galleria Mazzoleni con le sculture luminose di Marinella Senatore: con lei l’incanto di “We rise by lighting others” si traduce qui da destra verso sinistra nelle lettere dell’alfabeto arabo.

Perché qui ad Art Dubai la sintesi artistica non conosce confini e illumina una parte di mondo che alle ombre imposte per troppo tempo dall’occidente risponde, non con gli sguaiati assoli di certe anche ingenue crociate qualunquiste made in Usa, ma con la metafora placida e scintillante delle luci del Burj Khalifa, che si impone con la forza inarrestabile di un quadrante del mondo in giovane crescita, che da Dubai si impone sulla la scena.

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