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Artgenève apre con un mix di gallerie e istituzioni culturali

Ginevra si riempie di proposte espositive, grande sinergia tra le gallerie e la città. Buone le vendite

di Maria Adelaide Marchesoni

Jang Koal. Copy Cat 1. Tang Contemporary Art

5' di lettura

artgenève (dal 26 al 29 gennaio), il Salon d'art della Svizzera francese, si caratterizza nel panorama delle fiere d'arte con sempre più forza negli ultimi anni con l'elenco dei musei e delle fondazione ospiti sembra più ricco di quello delle gallerie partecipanti. Infatti, oltre alla presenza di circa 90 gallerie di arte moderna e contemporanea, locali e internazionali, hanno partecipato 30 istituzioni culturali tra musei, collezioni private, scuole d’arte, fondazioni e residenze per artisti per condividere con il pubblico della fiera le loro proposte artistiche. Tra queste figurano il Museum Frieder Burda di Baden-Baden, la Fondation Jean Dubuffet, il Musée du quai Branly di Parigi, la Ringier Collection di Zurigo, Villa Arson di Nizza e la residenza per artisti POUSH di Parigi. A parte il panorama internazionale non vanno dimenticate le istituzioni locali che, in concomitanza della fiera, hanno inaugurato le mostre nei loro spazi.

Zilla Leutenegger. «Moonrise» da Galerie Peter Kilchmann

Il bilancio della fiera

Sul fronte del business il bilancio di artgenève, che ha festeggiato il suo primo decennio l’anno scorso, è riassunto nelle parole del direttore Thomas Hug: «in passato ci dicevano che le gallerie conservavano le loro opere migliori per Art Basel, non necessariamente per artgenève, quest'anno alcune gallerie hanno cambiato atteggiamento, ma dobbiamo assolutamente continuare a migliorare questo aspetto e attirare più visitatori internazionali». Il successo di artgenève sempre per Thomas Hug sta anche nel fatto che: «a Ginevra non ci sono fiere collaterali che si svolgono in parallelo, probabilmente perché la fiera non è di grandi dimensioni e questo non distrae i visitatori».

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Giuseppe Stampone. «Casa» da Prometeo Gallery Ida Pisani

Inoltre, conclude Hug non bisogna dimenticare che: «i collezionisti vengono per l’alta qualità delle gallerie partecipanti, per le caratteristiche della fiera e per le collezioni private che si possono visitare, comprese quelle delle banche in parte aperte al pubblico». Oltre alle gallerie habitué come Thaddaeus Ropac, kamel mennour, Perrotin, von Bartha, Templon, Skopia, Urs Meile, Mai 36, Franco Noero si sono aggiunti Gagosian e Waddington Custot, tornate dopo una breve assenza e, ovviamente, è forte la presenza delle gallerie svizzere come Peter Kilchmann, che presentava uno stand con numerosi artisti da Francis Alÿs, Marc Bauer, Andriu Deplazes, Leiko Ikemura, Tobias Kaspar, Zilla Leutenegger, Shirana Shahbazi e Uwe Wittwere.Tre le tendenze così sintetizzabili: il numero crescente di artiste donne, anche se non si può ancora parlare di parità, una maggiore proposta di arte africana o afroamericana e una presenza significativa di gallerie italiane (16 quelle presenti) con una proposta interessante e diversificata.

F.Offman, «Senza titolo/Untitled», 2020-2022 acrilico, inchiostro, e gesso bolognese su cotone/acrylic, ink, and bolognese plaster on cotone paper, ph.C.Favero da P420

Le gallerie italiane

Tra le gallerie italiane presenti Primo Marella con uno stand incentrato sull'arte africana: «orientato su quattro aree espressive del Continente, textil art, recycling art, the black ghost (black portrait in painting) e new African abstraction» come racconta il gallerista. «La proposta è stata accolta molto bene sia dal pubblico, sia dai critici e curatori e dai collezionisti, abbiamo voluto uno stand che fosse al tempo stesso, non solo commerciale, ma anche didattico ed esplicativo dei fenomeni artistici del Continente» conclude Primo Marella. Tra gli artisti esposti Joel Andrianomearisoa, Ifeoma U. Anyaeji, Abdoulaye Konaté per citarne alcuni con un range di prezzo nello stand compreso tra 5.000 e 45.000 euro. Sul fronte delle vendite il gallerista è rimasto soddisfatto: «anche in ragione dei costi contenuti per alcuni artisti».

Mat Collishaw. Eleven Fifty Nine. M77

Prima partecipazione per la Galleria Poggiali con una selezione di opere di Claudio Parmiggiani (in vendita a 30-130.000 euro), Goldschmied & Chiari (range 6-23.000 euro) ed Erwin Wurm (range 35.000– 400.000 euro). «La fiera di Ginevra è di alta qualità, si respira una bella atmosfera e il nostro stand ha riscosso moltissima attenzione. L'interesse si è concentrato soprattutto sui lavori di Claudio Parmiggiani, già esposto in una personale e nella collezione permanente al MAMCO, su quelli del duo Goldschmied & Chiari, reduci dalla Biennale di Venezia, e sui lavori dell'artista di richiamo internazionale Erwin Wurm». La bolognese P420 è entusiasta dell'accoglienza non solo in fiera ma anche per aver avuto due presenze importanti nei musei cittadini: la personale di Laura Grisi al MAMCO è stata molto apprezzata e l'interesse nei confronti del lavoro dell'artista è stato confermato anche in fiera.

Joâl Andrianomearisoa. «Les herbes folles du vieux logis» da Primo Marella Gallery

La partecipazione di Ana Lupas al CAC all'interno della mostra «Chrysalis The Butterfly Dream» curata da Andrea Bellini, Sarah Lombardi e Sara de Chiara, ha suscitato curiosità nei confronti dell'artista rumena impegnata il prossimo anno in una personale allo Stedelijk Museum di Amsterdam che viaggerà poi al Kunstmuseum Liechtenstein. Tra le vendite la galleria ha segnalato un lavoro di Francis Offman (dai 5.000 ai 12.000 euro) entrato in una delle più importati collezioni di Montecarlo. La Galleria Studio Trisorio ha proposto alcune opere di Rebecca Horn e tra queste una scultura (prezzo circa 190.000 euro).

Benoåt Maire. «Peinture de nuages» da Galerie Nathalie Obadia

Le istituzioni culturali locali

In città tra le proposte culturali presenti durante la fiera al Musée d'Art d'Histoire (MAH) è stata data all’artista svizzero Ugo Rondinone “carta bianca” per curare una mostra sulle collezioni del museo, molto vaste ed eclettiche. Con “When the Sun Goes Down and the Moon Comes Up”, Rondinone ha individuato più di 500 oggetti dei circa 650.000 pezzi della collezione permanente, che spazia dall’archeologia alle belle arti e all’artigianato. La mostra crea un percorso narrativo che comprende anche opere dello stesso Rondinone e dà spazio a un altro artista svizzero di fama internazionale, Félix Vallotton. Al Centre d’Art Contemporain, Andrea Bellini, che curerà il Padiglione svizzero alla Biennale di Venezia del 2024, ha inaugurato la sua seconda collaborazione con la Collection de l’Art Brut di Losanna con una nuova iniziativa, intitolata “Crisalide: The Butterfly’s Dream” che riunisce circa 60 artisti - tra cui Ataa Oko, Grisélidis Réal, Marianna Simnett, Sin Wai Kin e Kaari Upson - e più di 200 opere, tutte legate all’idea di trasformazione.

Claudio Parmiggiani. «Senza titolo» da Galleria Poggiali

La mostra è accompagnata da un programma di performance, film e concerti. Nello stesso edificio, il Bâtiment d’Art Contemporain (BAC), sono in corso gli ultimi giorni della mostra del MAMCO dedicata all’artista italiana Laura Grisi (1939-2017), che conferma l’approccio storico adottato dal direttore del MAMCO Lionel Bovier, che presto inaugurerà una mostra di disegni del collettivo canadese General Idea e le opere dell’artista australiano Ian Burn. Infine, a seguito di un progetto di ricerca co-diretto con HEAD-Genève (2016-2019), il MAMCO ospita anche gli Archivi Ecart, che testimoniano la grande libertà creativa di questo collettivo, creato nel 1969 a stretto contatto con Fluxus, che riuniva un gruppo di artisti, uno spazio artistico indipendente e una casa editrice. John M. Armleder, la figura centrale - ma non dominante - di Ecart, ha costantemente lavorato per infondere questo spirito di libertà in tutti coloro con cui ha collaborato, a Ginevra e altrove.

Joana Vasconcelos. «Eáa» da Gowen

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