Artissima si conferma luogo di ricerca internazionale
Pochi ma efficaci i cambiamenti apportati dal nuovo direttore Luigi Fassi che ha dato spazio a una nuova generazione di curatori
di Silvia Anna Barrilà e Maria Adelaide Marchesoni
I punti chiave
7' di lettura
Si è conclusa ieri a Torino la 29ª edizione di Artissima, la prima sotto la direzione di Luigi Fassi, già direttore del museo Man di Nuoro, con 33.200 visitatori. Rispetto al passato, i cambiamenti apportati dalla nuova guida sono sottili ma efficaci e hanno prodotto una fiera che è stata apprezzata da collezionisti e curatori per la qualità elevata e l'eleganza composta.
La nuova fiera
Fassi è riuscito a portare in fiera 42 nuove gallerie su 174 in totale provenienti da 28 paesi. Al tempo stesso ha ridotto il numero dei partecipanti rispetto ai 208 dell'ultima edizione pre-Covid, “per alzare la qualità dell'offerta, rendere meno stressante la fruizione e massimizzare la concentrazione” ha spiegato. E ancora: “Artissima conferma il suo ruolo di fiera di scoperta. Chi viene ad Artissima non lo fa per trovare conferme e blue-chip, ma per cercare nuove proposte. E questo vale non solo per i collezionisti, ma anche per i curatori che vengono a conoscere artisti da inserire nei loro programmi istituzionali. Inoltre, l'elevata presenza di gallerie straniere, il 60% del totale, rende Artissima il momento di internazionalizzazione del sistema dell'arte italiano”.
I nuovi curatori
Tra le modifiche apportate dal nuovo direttore c'è il cambio di tutti i curatori coinvolti nelle tre sezioni curate. Unica italiana, Irina Zucca Alessandrelli per i disegni, dove la qualità è stata elevata a prezzi accessibili, anche al di sotto del migliaio di euro. Il focus sulla carta si è allargato a molti stand al di fuori della sezione, evitando quell'onnipresenza della pittura che ha caratterizzato negli ultimi cinque anni molte fiere più improntate del mercato. Pensiamo ai disegni di Marco Pio Mucci da Castiglioni, o all'indagine sul corpo umano che ricorda l'Espressionismo tedesco di Pietro Manai, il cui archivio è curato da P420 (prezzi da 10mila euro), o ancora alla ricerca sulla parola e l'alfabeto da Tiziana Di Caro, con opere da Tomaso Binga a Teresa Gargiulo (1996), o alle carte dipinte con acquarello, pastello, matita, sanguigna, vernice vinilica di Monique Mouton da Veda.
Per Present Future sono stati scelti i curatori Saim Demircan, inglese, a lungo attivo a New York, che ha lavorato sia in importanti istituzioni come il Kunstverein di Monaco, ma anche in gallerie come Gavin Brown (tra l'altro si è di recente stabilito a Torino, così come molti artisti inglesi), e Maurin Dietrich, direttrice dello stesso Kunstverein di Monaco, uno dei più antichi e importanti del mondo dell'arte tedesco.
Per la sezione Back to the Future sono stati chiamati, Balthazar Lovay, curatore ginevrino che alla Fri Art Kunsthalle di Friburgo ha fatto molta ricerca su artisti storici, e Anna Grizt, già curatrice del KW di Berlino e ora direttrice della Haus am Waldsee, una delle più antiche istituzioni dedicate al contemporaneo nella capitale tedesca, attenta ai temi del femminismo e al recupero di artiste trascurate dalla curatela e dal mercato. “La collaborazione è andata così bene che questi curatori ci hanno poi portato anche i board dei rispettivi musei” ha raccontato Fassi. “Oltre a loro, abbiamo coinvolto circa una quarantina di curatori nelle giurie dei dieci premi di quest'anno, tutta una generazione tra i 30 e i 40 anni con un alto livello di professionalità; per la fiera è importante nutrirsi di questi curatori”.
Per esempio, nel premio Illy, che è andato al bravo artista cinese Peng Zuqiang , rappresentato da Antenna Space di Shanghai, c'erano Moritz Wesseler, direttore del Fridericianum di Kassel, che fa unicamente mostre personali per non sovrapporsi al lavoro di Documenta, e Fabian Schöneich, che ha fondato una sua istituzione, il CCA Berlin – Center for Contemporary Arts.
“Ho sempre guardato alla Germania” ha spiegato Fassi. “È la prima economia del continente europeo e la più evoluta scena del contemporaneo, con più di 200 Kunstverein e Kunsthalle. Ad Artissima quest'anno ci sono un record di 21 gallerie tedesche, sia della nuova generazione, come Noah Klink e Robert Grunenberg, sia di quella storica come Nagel Draxler e Galerie Neu”.
Le proposte
«L'esperienza trasformativa», tema di questa edizione, cioè quella capace di modificare radicalmente la persona che la vive, mettendone in crisi le aspettative prefigurate razionalmente e aprendo prospettive verso l'ignoto si ritrova, soprattutto, nelle proposte delle gallerie che hanno presentato un'arte più giovane con artisti che, in alcuni casi, sono stati tra i protagonisti delle più importanti manifestazioni d'arte che si sono svolte quest'anno. Da eastcontemporary, in uno stand tutto femminile, una serie di opere, sculture e installazioni di Eliška Konečná (nata nel 1992, Repubblica Ceca), Anastasia Sosunova (nata nel 1993, Lituania) e Selma Selman (nata nel 1991, Bosnia-Erzegovina), quest'ultima tra i protagonisti di Manifesta a Pristina, che con la sua pratica artistica multidisciplinare crede che l’arte sia un potere e che l’artista abbia un’influenza sulla società (in stand i prezzi dei suoi «Painting on metal» oscillavano tra 1.200 a 10.000 euro circa). Da SpazioA, erano presenti le fotografie di piante e animali che sembrano andare oltre l'inquadratura del giovane artista Andro Eradze (Georgia 1993), recentemente entrato a far parte della galleria e tra i giovani che sono stati scelti da Cecilia Alemani per la Biennale di Venezia nella mostra “Il latte dei sogni”.
Nella sezione New Entry, Eugster || Belgrado due artisti hanno offerto il loro punto di vista su temi che si ricollegano alla situazione degli ultimi 2-3 anni (gli effetti inaspettati della pandemia globale, del riscaldamento globale, ecc.) affrontati attraverso la pittura su tela e altri tessuti da Nina Zeljković (prezzi da 3.000 a 10.000 euro) con un riferimento contemporaneo allo stile pittorico bizantino, mentre le serie di stampe su specchi sono le opere scultoree presentate da Saša Tkačenko (prezzi a partire da 3.500 euro). In Present Future, LC Queisser, galleria di Tblisi (Georgia) le installazioni di Keto Logua (prezzi a partire da 4.000 euro) applicano procedure tecnologiche e artistiche a forme del passato, per esempio, stampando in 3D un fiore primordiale o realizzando il calco in metallo della spina dorsale di uno stegosauro. Questa “traduzione materiale”, come l'ha definita l'artista stessa, è emblematica della sua ricerca nella quale coinvolge spesso scienziati, studiosi e botanici, oltre ad architetti e illustratori, che l'aiutano a trovare il linguaggio per visualizzare le proprie opere.
In generale molti artisti hanno mostrato la predilizione per l'uso di materiali effimeri che sottolineano l'idea di transitorietà. Per esempio, da Zero… il tunisino Alex Ayed, che ha vinto la seconda edizione del premio “ad occhi chiusi…” by Fondazione Merz/Centrale a pari merito con Nona Inescu, usa per le sue opere delle vele che hanno attraversato il Mediterraneo, che sembrano tele dipinte dal mare e sono belle e con un portato simbolico importante.
Il mercato
Una maggior attenzione al mondo curatoriale come si traduce in un successo anche commerciale? “Il primo giorno è andato molto bene, con vendite spalmate in modo omogeneo tra tutte le gallerie” ha risposto Fassi. “Artissima rende accessibile il modello fiera, che dopo il Covid certamente non ha perso forza, perché è necessario un momento di relazione con le gallerie di nuova generazione che non possono fare affidamento sul modello Basilea, perché è un sistema che ha spinto più in alto il livello economico, dove si trova la conferma piuttosto che la scoperta delle blue chip. Questa nuova generazione di operatori ha comunque bisogno di un modello fieristico di sviluppo della loro attività imprenditoriale, dove trovare nuove leve di ampliamento del business, aprendo canali sia istituzionali che commerciali. A livello di prezzo suggeriamo sempre alle gallerie di tenere una porta aperta per il collezionista che vuole spendere anche solo 5.000 o 6.000 euro. Certamente non è strategico portare opere dai 350.000 euro in su. Con i suoi quasi 30 anni, Artissima non è solo un evento, bensì un'istituzione da cui si nutrono i musei attraverso programmi di acquisizioni come quello della Fondazione Crt per la Gam e il Rivoli. Tante opere nelle collezioni di questi musei sono state acquistate proprio ad Artissima negli anni 90”. Anche quest'anno il sostegno è proseguito e la Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT ha acquisto 10 nuove opere realizzate da 7 artisti. Al Rivoli andranno importanti lavori di Klaus Rinke, Rossella Biscotti e Pietro Moretti, mentre le opere di Claudia Losi, Francesco Gennari, Simone Forti e Nicolò Cecchella alla GAM – Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino.
Con un'offerta adeguata a diversi budget le vendite non sono mancate e soprattutto numerose sono state le vendite al di sotto dei 10mila euro. Occorre però considerare un aspetto suggerito da alcuni galleristi che i: “collezionisti arrivano ad Artissima, soprattutto quest'anno dopo i due recenti appuntamenti di Londra e Parigi, con budget un po' ridotti” ma nonostante ciò girando per gli stand l'atmosfera era positiva. Contento delle prime vendite Franco Noero che ha venduto tre lavori di Simon Starling e per rimanere in tema di opere costose Richard Saulton e Lia Rumma hanno venduto opere di Marina Abramovich, Mario Merz da Tucci Russo e da Galleria Continua un lavoro di Anthony Gormley, infine da Mazzoleni è stata venduta in apertura l'opera «La materia del significato», 2021 dell'artista David Reimondo (prezzo 60.000 euro). Tra gli acquisti nelle altre fasce di prezzo segnaliamo da Union Pacific, galleria londinese che presentava diversi artisti le vendite non sono mancate (quattro lavori di Nova Jiang, olio su pannello venduto con prezzi tra 6-7.000 sterline; una tela su lino di Oliver Osborne, «Untitled», 2022, venduta per 14.000 sterline) e tra le new entry da Longtermhandstand (Budapest) un dipinto di OMARA (Mara Oláh) per 20.000 euro.
Alla domanda chi ha comprato?
No Comment la consueta risposta ma il collezionismo italiano ben presente negli stand non ha sicuramente deluso i galleristi ma anche le presenze internazionali, con l'ospitalità offerta dalla fiera, hanno alimentato le vendite. I numeri indicano la presenza di 650 collezionisti provenienti da 30 paesi, dall'Arabia Saudita all'Australia, dagli Stati Uniti al Perù, oltre che praticamente da tutta Europa.
Progetti in città
Grazie alla collaborazione attiva con numerose istituzioni pubbliche, musei, fondazioni, gallerie l'energia della fiera è presente anche nei progetti culturali del territorio piemontese che proseguiranno nei prossimi mesi. Alle Ogr la prima personale di Arthur Jafa in un'istituzione italiana (fino al 15 gennaio 2023); al Castello di Rivoli Olafur Eliasson (fino al 26 marzo), a cura di Marcella Beccaria, al momento anche alla Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze; alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, i ritratti di Victor Man, un nuovo video di Lawrence Abu Hamdan, una mostra di Diana Policarpo che fa seguito alla vittoria del premio Illy dell'anno scorso e una collettiva con opere dalla collezione, mentre alla Fondazione Videoinsight “Love Bombing. Gaslighting”, una collettiva per raccontare e curare, attraverso i linguaggi dell'arte contemporanea, il disturbo narcisistico della personalità (fino al 2 febbraio).
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