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Asti Docg trainato dall’export in Russia chiude a quota 102 milioni di bottiglie

Le spedizioni verso Mosca (18 milioni di bottiglie) sono cresciute del 42%

di Giorgio dell'Orefice

3' di lettura

Che l'universo degli spumanti sia quello che negli ultimi anni ha sostenuto l'export del vino italiano è dato ormai noto. E lo sta facendo grazie a un portafoglio composito di prodotti nel quale c'è il driver Prosecco ma c'è anche, in termini di numero di bottiglie, un secondo pilastro che è l'Asti spumante. Pertanto, è un dato molto positivo quello comunicato oggi della sostanziale tenuta delle vendite di Asti Docg che ha chiuso l'anno a quota 102,7 milioni di bottiglie vendute in leggero incremento (+0,5%) sull'anno della ripartenza post Covid, ovvero il 2021 e in crescita di ben il 22% rispetto ai dati di vendita di prima della pandemia.

Numeri sui quali ha inciso in maniera significativa l'export sul mercato russo, da sempre grande estimatore delle bollicine dolci piemontesi che non ha tradito neanche nel difficile 2022: le spedizioni verso Mosca sono cresciute di ben il 42%.Sono i numeri resi noti dal Consorzio Asti Docg sulla base delle fascette di Stato consegnate lo scorso anno per i vini imbottigliati e immessi sul mercato e dai quali emerge l'ulteriore crescita dell'Asti Spumante (+11%, a 67 milioni di bottiglie) grazie agli incrementi in doppia cifra nei mercati di sbocco, mentre rallenta il Moscato d'Asti (-14%, 36 milioni di bottiglie), complice la contrazione degli ordini - dopo il boom del 2021 - del mercato statunitense.«Siamo molto soddisfatti per i numeri dello Spumante – ha commentato il presidente del Consorzio Asti Docg, Lorenzo Barbero - che prosegue la sua performance positiva con il miglior risultato a volume dal 2013. La battuta di arresto del Moscato d'Asti a nostro avviso è fisiologica e paga l'exploit del 2021, anno record della Docg; ma considerando le medie degli ultimi 5 anni il dato è perfettamente in linea. In generale, apprezziamo lo sviluppo della mercato interno italiano (+11%) a riprova di come anche le scelte di promozione operate nell'ultimo triennio stiano andando nella giusta direzione. Per il 2023 intensificheremo l'attività sia sul fronte nazionale che internazionale, con iniziative di presenza dei nostri brand in occasione di grandi eventi di settore, sportivi e fieristici, a partire dal prossimo Prowein di Düsseldorf (19-21 marzo) e Vinitaly (2-5 aprile) con 2 importanti collettive».

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Sul fronte dei mercati di sbocco, l'Asti Spumante ha chiuso il 2022 con decisi passi avanti su tutte le principali piazze: quasi 18 milioni le bottiglie dirette in Russia (+42%). A seguire, l'Italia (con 7,1 milioni di pezzi, +11%) e il Regno Unito che hanno superato domanda statunitense in flessione così come quella della Germania. Insensibile crescita l'emergente Polonia. Numeri confermati dalla performance dell'export rilevata da Istat su tutto il 2022, con l'Asti Spumante a +16,2% a valore (con 168 milioni di euro di giro d'affari) e a +8,3% a volume. La forte contrazione tedesca (-47%) è stata più che compensata dalle significative crescite anche in tripla cifra di molti mercati emergenti, a partire da Austria, Polonia e Ungheria fino al Centro e Sud America, dove il valore della domanda è lievitato di quasi il 70%.

Il Moscato d'Asti sconta invece la contrazione statunitense (-16%), che da sola assorbe quasi tutto il gap commerciale riscontrato sul 2021, mentre sono sostanzialmente stabili gli altri top buyer (Italia, Corea del Sud, Grecia).Il vitigno Moscato Bianco che dà vita alla Docg piemontese è coltivato in 51 comuni della Provincia di Alessandria, Asti e Cuneo. A oggi le aziende consorziate sono 1013, divise tra 50 case spumantistiche, 778 aziende viticole, 153 aziende vitivinicole, 17 aziende vinificatrici e 15 cantine cooperative. Un prodotto da sempre export oriented: è destinato ai mercati esteri Il 90% della produzione.


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