Auto, il coronavirus devasta il mercato: -72% in Francia e atteso -86% in Italia
Immatricolazioni in caduta libera. In Francia si teme un calo del 20% su base annua e in Italia del 60% se la pandemia dovesse perdurare
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Crollo storico per il mercato francese dell'auto a causa dell'epidemia del coronavirus: a marzo le immatricolazioni sono diminuite del 72,2% rispetto allo scorso anno a un totale di 62.668, in base ai dati forniti dai costruttori. Per il 2020 la previsione è ora di una flessione del 20%, con un calo del 30% nel primo semestre. Dal 17 marzo, la Francia è in confinamento per contrastare la diffusione del virus e tutte i negozi non essenziali hanno chiuso, incluse le concessionarie di auto.
In Italia la situazione è peggiore con un calo epocale atteso di quasi il 90%, che considerando le auto immatrcolazioni significa l’azzeramento delle immatrcolazioni. ll lockdown reso necessario dalla diffusione della pandemia di coronavirus in Italia peserà sulle immatricolazioni di auto. Secondo Federauto, la Federazione dei concessionari auto, i dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in arrivo alle 18, mostreranno un crollo verticale: stando alle stime, il mese si chiuderà, rispetto a marzo dello scorso anno, con una flessione di circa l'86%
“C'è da aspettarsi che fra marzo e aprile il mercato auto possa perdere 350.000 pezzi e un possibile calo del 60% su base annua, se dovessero permanere i provvedimenti attualmente in vigore. Tutto questo è molto preoccupante per la tenuta del sistema occupazionale delle concessionarie: nel 2007-2019, di fronte ad un calo del 23,2%, persero il lavoro circa 30.000 addetti. È presto per tirare conclusioni perché dobbiamo ancora capire come evolverà la situazione nei prossimi mesi, ma oggi non possiamo essere ottimisti”, ha detto Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, sottolineando che serve “grande attenzione da parte del Governo perché il nostro settore ha tutti i numeri per giustificarla”
Federauto, ha spiegato De Stefani Cosentino, “sono apprezzate le misure sulla cassa integrazione, ma sono insufficienti a fronteggiare una situazione senza precedenti in cui bisogna governare imprese complesse, settate su volumi di attività che nessuno sa quando potranno essere nuovamente raggiunti. Per questo abbiamo richiesto al Presidente del Consiglio e al Parlamento alcune modifiche al Decreto Cura Italia”. In questa fase, ha spiegato il numero uno di Federauto, “riteniamo prematuro ogni dibattito sui possibili provvedimenti per il rilancio del mercato, perché a nostro avviso è prioritario concentrarsi sui mezzi necessari a salvare il maggior numero di concessionarie”.
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