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Banca di Pesaro: più impieghi e raccolta per la Bcc dei distretti

Credito alle imprese

di Mi.Ro.

Banca Pesaro. Il direttore generale Paolo Benedetti

3' di lettura

«Piccoli per noi è bello ed anche unico ed efficace. Siamo nati a Pesaro e operiamo in quest’area e non abbiamo alcuna intenzione di fare diversamente». Paolo Benedetti, direttore generale di Banca Pesaro (una delle oltre 130 Bcc in Italia, ndr.), difende una scelta che è stata anche quella fondativa dell’istituto di credito, nato nella parrocchia di un quartiere periferico della seconda città delle Marche per numero di abitanti 117 anni fa. I primi soci erano quattordici: 6 coloni, 4 possidenti, un artigiano e 3 sacerdoti, questi ultimi con un ruolo apicale, «evidentemente perché c’era bisogno di avere riferimenti credibili e conosciuti sul territorio». Oggi i soci sono 2.739, ma non è cambiata la mission: consolidare la presenza urbana e il rapporto con le famiglie e le imprese, utilizzando le radici rappresentate dalle 10 filiali, la più lontana delle quali è a soli 10 chilometri da Pesaro e presidia l’area industriale di Montelabbate, dove ha sede uno dei più importanti distretti italiani dell’arredamento.

Il rapporto fiduciario con la clientela è confermato dagli indici, tutti positivi: a fine 2022, la raccolta complessiva ha toccato 818 milioni (+7% rispetto al 2021), gli impieghi da clientela 755 milioni (+3%), una crescita commerciale sostenuta in particolare dall’incremento dei mutui concessi per l’acquisto della prima casa; il prodotto bancario lordo è stato di 1,6 miliardi (+5%) e l’utile al lordo delle imposte si è più che triplicato, a quota 5,6 milioni. Parla di «risultati straordinari e conseguenti al nostro modo di fare banca, soprattutto se visti nell’ottica della congiuntura che stiamo vivendo» il presidente Massimo Tonucci. Un rapporto costruito sulle persone, così come succede dal 2 febbraio 1906: «Siamo competitivi rispetto ai grandi player del credito – spiega Benedetti -, perché l’attività retail può fare affidamento sulla qualità delle nostre risorse umane (90 dipendenti, ndr.), che, dagli sportellisti ai direttori, gestiscono i momenti di contatto con il cliente. Sono il nostro capitale intangibile fatto di relazioni costruite nel tempo e di fiducia reciproca». Lo conferma un altro dato, non secondario: il rapporto tra le sofferenze e gli impieghi netti è dello 0,55%, contro una media italiana che sfiora l’1%, «risultato che è conseguenza della capacità di rispondere velocemente ai tanti modelli produttivi e di sviluppo in cui si articola anche l’area del Pesarese, guardando al benessere della collettività piuttosto che al Pil». In questa direzione, la sostenibilità diventa una scelta conseguente. «Un impegno che tiene conto dei criteri Esg e che si traduce in progetti al nostro interno – sottolinea il direttore generale -, in azioni di carattere sociale fortemente ancorate alla comunità e privilegiando i finanziamenti di imprese e famiglie che investono nella riduzione dei rischi climatici». Benedetti è da poco più di 4 anni alla guida di Banca Pesaro: sono gli anni del covid e della moratoria sui mutui, della crisi russo-ucraina, del blocco alla cessione del credito e allo sconto in fattura per il Superbonus, con un impatto significativo per cittadini e imprese edili, molto presenti sul territorio. «Cambiano i bisogni e le richieste che riusciamo a intercettare utilizzando anche i canali digitali messi a disposizione dalla nostra capo gruppo Iccrea – conclude Benedetti -, che rappresenta il valore aggiunto di cui le Bcc hanno a disposizione per continuare a essere banche del territorio».

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