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Barche da investimento al Monaco Yacht Show

La più importante fiera di natanti di lusso rilancia il mercato post-Covid verso una transizione da beni di consumo di alta gamma a beni d'investimento

di Giovanni Gasparini

MY Trafalgar al Monaco Yacht Show, offerto a 2.350.000€ all'Ocean Independence

4' di lettura

Secondo una massima attribuita a Sir Lipton, più volte contendente dell'America’s Cup negli anni ‘30 con magnifiche vele enormi note come J-class, andare in barca è il modo migliore per letteralmente gettare soldi al vento. Questa nomea di oggetti di consumo di lusso ad elevato fattore di deprezzamento ha fatto sì che fino a poco fa ‘investire' in yacht fosse un ossimoro. Il clima però ora è cambiato e nel nuovo scenario economico di riferimento parlare di investimento non è più assurdo. La migliore occasione per fare il punto su questo nuovo trend è il prestigioso Monaco Yacht Show, che ha tenuto occupato il Principato dal 28 settembre al 1 ottobre, offrendo un'ampia selezione di oltre cento yacht di ogni tipo, taglia (purché sopra i 24 metri) ed età che tornano sul mercato, rivenduti da brokers internazionali, far cui spicca una delle più antiche società inglesi, Camper & Nicholson (C&N, fondata nel 1782) ma anche nuovi attori come Y.co e Ocean Independence, che si spartiscono questo mercato secondario in un sistema oligopolistico non dissimile a quello delle grandi gallerie d'arte.

Vele in vendita al Monaco Yacht Show

Motivi per investire

Al di la del prestigio sociale e del ritorno edonistico, i tre motivi principali che rendono uno yacht profittevole sono legati alla situazione contingente. Le chiusure legate alla pandemia hanno fatto schizzare in alto la domanda e allo stesso tempo allungato i tempi di consegna dei nuovi scafi, mettendo pressione al mercato secondario che quindi vede salire i prezzi. A questo si aggiunge la spinta inflattiva che rende attraente ‘parcheggiare' liquidità in un ‘hard asset' che ha anche il vantaggio di essere mobile, come accade già per l'arte. Non solo, molti yacht dopo 5-10 anni hanno già scontato il deprezzamento tipico del nuovo, secondo una logica nel tutto simile alle auto d'epoca, purché ovviamente ben mantenute. E similmente ad una villa di pregio, possono essere affittate settimanalmente generando redditi in forma di charter fees di decine o centinaia di migliaia di euro.

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SY Blush (a destra) e SY Borkumriff IV (sx), presentate al Monaco Yacht Show da Camper&Nicholson

Il fascino discreto degli yacht classici e a vela

Ma non tutti gli yacht invecchiano bene allo stesso modo. Anche in questo ambito vi è il rischio di finire ‘fuori moda' sia per questioni di obsolescenza tecnologica che per il design. Ne sono esempio diverse costruzioni degli anni ‘80 e ‘90, dalle linee squadrate e poco attraenti che spingono i prezzi al ribasso, come ‘Faribana V' di 55 metri del 1998 (refit 2019) offerta da N&J per 14,7 milioni di euro, una frazione del prezzo per scafi recenti di quelle dimensioni. Diametralmente opposto il discorso per le grandi barche a vela di costruttori prestigiosi come il viareggino Perini, dalle linee ed interni classici: non a caso al MYS ve ne erano ben diversi in vendita. C&N ha presentato ‘Blush', il cui caratteristico scafo rosso e l'associazione con un proprietario legato alla Formula 1 aggiungono al fascino di questa vela di 45 metri del 2007, dagli interni senza tempo, offerta a 12,5 milioni di euro e charter a 150mila $ a settimana. ‘Ellen', classico due alberi di 40 metri del 2001 è in vendita per 9,3 milioni di € da G-yachts, mentre il due alberi ‘Silencio' di 50 metri è proposto da Edmiston a 14,5 milioni di euro, grazie anche ad un recentissimo refit avvenuto dopo 20 anni dal varo. Non a caso vi sono produttori che copiano linee e progetti di cento anni prima come il cantiere olandese Royal Huisman con il due alberi di 50 metri ‘Borkumriff IV' del 2002 proposto da C&N a 12,9 milioni di €. La vela inoltre riduce sensibilmente i costi di gestione ed è intrinsecamente ‘green', offrendo un ridotto impatto ambientale.

MY Faribana V, presentata al Monaco Yacht Show da Northrop&Johnson

Nell'ambito motore torna in auge la navetta classica del periodo fra anni ‘20 e ‘70, come ‘Nero', una delle star all'ancora fuori dal porto coi sui 90 metri, costruita nel 2007 come replica della nave di J.P. Morgan di inizio ‘900 il cui charter da Burgess costa mezzo milione a settimana. Ne è esempio più abbordabile ‘Trafalgar', affascinate navetta del 1975 dagli interni classici sapientemente conservati di quasi 40 metri offerta da Ocean Independence per 2,3 milioni di euro. Dato il deprezzamento oramai avvenuto, non è irrealistico ipotizzare che questo valore possa esser mantenuto in futuro, mentre il rapporto fra costo del bene e potenziale di reddito (charter) risulta ben più favorevole di altri yacht recenti.

SY Silencio, presentata da Edmiston al Monaco Yacht Show

Arte a bordo

Un altro ambito di possibile sviluppo è quello del connubio fra arte e yacht, che ancora avviene in modo sporadico e limitato al buon gusto di alcuni grandi collezionisti, mentre la maggior parte spende milioni per oggetti e materiali di design d'interni che difficilmente reggeranno la sfida del tempo. Al di là degli aspetti estetici e sociali, prevedere un budget per l'arte a bordo dovrebbe essere anche visto come un modo per compensare il deprezzamento del bene legato al tempo, poiché l'arte tende ad apprezzarsi e, in alcuni casi, può divenire di valore maggiore della barca che la ospita. È quindi giunto il tempo di vedere con occhi diversi la nautica di lusso: non solo fenomeno industriale e sociale di consumo dell’alta società, ma anche mercato di collezionismo ed d’investimento.

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