Bianchi: «Assurdo chiudere la scuola tenendo tutto il resto aperto»
Il ministro dell’Istruzione: il governo ha voluto confermare la scelta di tutelare la scuola in presenza e in sicurezza approvando una serie di regole chiare
di Giancarlo Mazzuca
2' di lettura
Al telefono, il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, non nasconde la sua soddisfazione in questo lunedì 10 gennaio che è diventato la giornata campale della riapertura delle scuole in presenza dopo le vacanze natalizie. Bianchi ha insistito sul «sì» alla riapertura nonostante l'escalation dei contagi con la variante Omicron. Una battaglia diventata a 360 gradi con il premier Draghi che ha dato ragione al ministro nonostante tutte le voci contro, a cominciare dai governatori della Campania e della Sicilia pronti a sbarrare le porte d'ingresso nelle scuole delle loro regioni. Perché Bianchi non ha fatto marcia indietro?
«Il governo ha voluto confermare la scelta di tutelare la scuola in presenza e in sicurezza approvando anche nell'ultimo Consiglio dei ministri una serie di regole chiare. Ritengo giusto tutelare il più possibile la didattica in presenza essenzialmente per tre motivi:
1) è assurdo tenere chiusa la scuola e aperte tutte le altre attività;
2) la scuola è il centro di una comunità e i ragazzi e le ragazze hanno bisogno di ritrovarsi;
3) il nostro disposto è un articolato che permette sostanzialmente di gestire, in relazione all'età e al grado di vaccinazione, diverse modalità didattiche in presenza di casi di positività in classe».
E, in effetti, il discreto affollamento delle classi in questo lunedì campale delle riaperture sembra dare ragione a Bianchi anche perché, come ha confermato il ministro, si è appunto registrato un consistente rientro di studenti e di professori.
Resta il fatto che, in attesa della conferenza stampa indetta sull'argomento scuola in particolare dal premier Draghi, le voci contrarie alla ripartenza dopo quella specie di «blackdown» che sono state le vacanze natalizie, non si sono attenuate. È il caso del presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, che, a Rainews 24, ha dichiarato tra l'altro: «A mio avviso sarebbe stato preferibile rinviare l'apertura di 2-3 settimane per raggiungere gli obiettivi che al momento non sono stati raggiunti. Il governo ha compiuto una scelta legittima sulla quale io non sono d'accordo. Ma questo è normale in uno Stato democratico».
Resta il fatto che il dibattito su riapertura delle scuole-sì, riapertura delle scuole-no è diventato importante, in questi giorni, quasi come il grande dilemma che ha dominato l'ultimo scorcio del 2021 su vax e no-vax. È quindi probabile che anche nei prossimi giorni l'argomento-scuola continuerà ad essere al centro del dibattito nazionale.
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