Biden: patto storico con Tokyo e Seul per la sicurezza del Pacifico. A prova di Trump
Nuovo coordinamento militare ed economico contro il rischio Corea del Nord e per arginare la Cina. Un’alleanza nata per durare chiunque sia alla Casa Bianca
di Marco Valsania
3' di lettura
Esercitazioni militari e summit trilaterali annuali, “non solo quest'anno o il prossimo, ma per sempre”. Una linea diretta di comunicazione per le crisi e maggior cooperazione sui missili balistici. Un impegno generale a consultazioni per rispondere alle “sfide regionali, provocazioni e minacce agli interessi collettivi e di sicurezza”. Joe Biden ha sancito così un’espansione e consolidamento della cooperazione militare oltre che economica con Giappone e Corea del Sud, al termine di uno storico incontro a Camp David con i leader di Tokio e di Seul.
I Principi di Camp David
Un patto – chiamato i “Principi di Camp David” - che vuole superare le ferite che ancora dividono i due alleati asiatici degli Stati Uniti per rispondere assieme alle minacce presentate dalla Corea del Nord, dal suo riarmo nucleare e dai suoi crescenti test missilistici, e per contenere l'espansionismo cinese. Una sorta di mini-Nato nel Pacifico, anche se i consiglieri di Biden rifuggono dal paragone e se non contiene promesse di mutuo soccorso militare: è piuttosto ispirata a un legame speciale e strategico tra i partner.
Alleanza a prova di Trump
Un legame che vuole anche e soprattutto essere a prova di un ritorno di Donald Trump – o comunque del suo isolazionismo – alla Casa Bianca: l'idea esplicita è quella di istituzionalizzare un'alleanza in grado di perdurare e crescere indipendentemente da chi sia alla presidenza statunitense.“Si tratta di creare relazioni per decenni e decenni, di dar vita a una relazione duratura”, ha dichiarato Biden.
Riferendosi a Trump, nuovamente candidato alla presidenza Usa nel 2024, ha aggiunto: “Abbandonare il mondo ci indebolisce: l'America è forte assieme ai suoi alleati e con le sue alleanze”. Ancora: “Abbiamo realizzato una struttura di lungo periodo per una relazione che duri e che abbia un impatto fenomenale non solo in Asia ma nel mondo”, ha affermato indicando che l'accordo vuol essere una delle grandi eredità della sua presidenza. “Abbiamo fatto la storia”, ha aggiunto ricordando che questo è stato il primo summit tenuto dalle tre potenze.
La protesta cinese
La Cina non è stata in realtà direttamente presa di petto con la firma del nuovo accordo, in uno sforzo di evitare spirali di tensioni, ma l'obiettivo di fondo di contenere la sua avanzata sul palcoscenico asiatico, nell'Indo-Pacifico e oltre, è parso chiaro. Parte di quella che è stata definita come una strategia di de-risking, che abbia al centro preoccupazioni di sicurezza nazionale. “Questo vertice non è stato dedicato alla Cina”, ha esplicitamente detto Biden. Lo status quo di Taiwan, e la condanna di ogni tentativo di modifiche unilaterali, è tuttavia stato al centro della discussione e delle prese di posizione. Pechino ha reagito duramente al summit: ha denunciato quelli che ha definito come sforzi provocatori per creare una Nato nella regione del Pacifico.
Coraggio politico
Biden ha parlato di “coraggio politico” dei due leader al suo fianco, il Primo ministro giapponese Fumio Kishida e il Presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol. Un riferimento all'animosità tra i due paesi nutrita dall'occupazione giapponese della penisola coreana prima della Seconda Guerra Mondiale e finora mai risolta. “I nostri interessi sono allineati con gli interessi universali della comunità globale”, ha affermato Yoon in un messaggio di apertura al nuovo regime di coordinamento. Yoon ha citato l'importanza di incontri “a tutti i livelli” tra i tre paesi. “Oggi sarà ricordato come un giorno storico”, ha aggiunto.
Assieme anche per l’Ucraina
Biden ha anche sottolineato l'appoggio di Tokio e Seul all'Ucraina - e legato il sostegno a Kiev alla difesa di Taiwan insidiata dalla Cina. “Immaginate se non avessimo fatto nulla, che segnale avrebbe mandato a Taiwan?”. Kishida ha da parte sua denunciato come l'invasione russa dell'Ucraina abbia scanetanto “una crisi nel rispetto della legge” internazionale.
Intese di cooperazione
In concreto, sul fronte economico la missione sposata dai leader diventa ora quella di stabilire assieme catene di approvvigionamento più solide e sicure e meno dipendenti da Pechino. Altro target è proteggere tecnologie emergenti ritenute di importanza critica ed evitare che finiscano in mano cinese. Sul fronte militare, la discussione è stata incentrata su rafforzamenti dei sistemi di difesa missilistica e sul varo di nuove esercitazioni comuni. Nascerà un vero e proprio telefono rosso tra le capitali, un sistema di comunicazione d'emergenza. Un gruppo trilaterale sulla cibersicurezza si concentrerà sul blocco dei furti di fondi orchestrati dalla Corea del Nord ai danni di banche centrali e criptovalute, uno dei canali privilegiati usati da Pyongyang per finanziare i suoi arsenali atomici. Si intensificheranno infine i rapporti diplomatici sull’asse Washington-Tokio-Seul: accanto ai summit ai massimi livelli sono previsti più frequenti ncontri ministeriali.
loading...