“Blonde”, un grande film su Marilyn Monroe
Alla Mostra di Venezia il film, tratto dal romanzo di Joyce Carol Oates, sulla celebre diva che qui ha il volto di Ana de Armas
di Andrea Chimento
3' di lettura
A Venezia è il giorno di Marilyn Monroe: il regista Andrew Dominik ha portato in concorso l'attesissimo “Blonde”, film incentrato sulla vita di una delle massime icone della storia di Hollywood.
Dalla sua infanzia precaria come Norma Jeane, fino alla sua ascesa, alla fama e agli intrecci sentimentali, il film mescola realtà e finzione, cercando di esplorare la crescente divisione tra l'identità privata e quella pubblica della diva, come se appartenessero a due persone differenti.
Tratto dal romanzo di successo di Joyce Carol Oates, “Blonde” è un film che unisce le luci dei riflettori con le ombre interiori vissute dalla protagonista, attraverso un'alternanza che il regista rende tale anche attraverso la messinscena.È indubbiamente un (grande) lungometraggio sullo sguardo, sugli occhi dei fotografi e di noi spettatori, che hanno contribuito alla carriera di Marilyn Monroe nel bene e nel male: che siano stati proprio tutti quegli occhi puntati addosso a uccidere questa donna costretta a proporre al mondo un'immagine sfolgorante, mentre il suo io interiore finiva per soffocare?
In quasi tre ore di narrazione la sceneggiatura, firmata dallo stesso regista, indaga questa e tante altre domande, realizzando un film che parla anche del cinema e dell'universo dello spettacolo in maniera profonda e tutt'altro che banale, a partire dalle primissime inquadrature che rimandano proprio alle luci dei flash e dei riflettori.
Un grande concerto audiovisivo
Dominik cambia spesso formato, passa dal bianco e nero al colore con continuità, dando vita a una grande partitura sinfonica audiovisiva in cui le splendide immagini danzano con le altrettanto meravigliose musiche di Nick Cave e Warren Ellis. Il regista, australiano ma neozelandese di nascita, aveva raccontato questi due grandi artisti in due bellissimi documentari – “One More Time With Feeling” e “This Much I Know to Be True” – ma la collaborazione tra loro e Dominik era nata nel 2007 per un altro film notevolissimo come “L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”.
Esattamente come in quella pellicola, Dominik smonta l'icona per ritrovare la figura umana, immaginando episodi particolarmente crudi e scabrosi della vita dell'attrice, optando per scelte narrative coraggiose e ambiziose.Stratificato e complesso, tanto che dividerà critica e pubblico, “Blonde” è un film che vola altissimo rischiando anche qualche caduta, ma il ritratto che ne esce è quello di un lungometraggio destinato a rimanere a lungo impresso negli occhi di chi l'ha visto.
Ana de Armas
Grande prova della protagonista Ana de Armas nel ruolo, a oggi, più importante della sua carriera.
Oltre il muro
In concorso è stato presentato anche “Oltre il muro” del regista iraniano Vahid Jalilvand.Protagonista è Ali, un uomo non vedente, che sta cercando di togliersi la vita quando viene fermato dal custode del palazzo in cui vive. Viene informato del fatto che la polizia sta cercando una donna in fuga che sembra essersi nascosta nell'edificio: dopo aver scoperto che la fuggitiva si trova nel suo appartamento, Ali inizierà a presto a provare per lei un sentimento importante. C'è un bello spunto narrativo alla base di “Oltre il muro”, ma col passare dei minuti il film si dimostra ben poco solido e privo di quella forza drammaturgica presente nel soggetto di partenza.Molto riuscito è l'impianto sonoro, che potrebbe anche essere considerato l'intera base teorica della pellicola, ma non basta a nascondere le crepe di una messinscena furbetta e priva di guizzi degni di nota. Il risultato è una pellicola trascurabile e che si dimentica in fretta.
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