Bologna, un weekend a piedi fra musei, mostre e teatri
La mostra dedicata a Giovanni Fattori e quella sugli artisti delle antiche ville pompeiane, arte, fotografia e teatro contemporaneo e gli immancabili indirizzi per innamorarsi di nuovo dei sapori della città
di Luca Bergamin
3' di lettura
Bologna è una città da godere a piedi anche in inverno, protetti e coccolati dai portici, Patrimonio dell'Umanità Unesco, che si estendono per quaranta chilometri all'interno delle mura. In pratica si può fare una maratona col tetto sulla testa scegliendo come traguardo in salita il Santuario della Beata Vergine di San Luca. Ci sono luoghi e architetture imprescindibili da visitare. E questo è il mese giusto per prendere parte alle tante iniziative culturali che ne fanno una delle città italiane più dotte e vive.
Dal Teatro Anatomico si sale sulla Torre degli Asinelli
Le canzoni di Lucio Dalla sono sempre così fresche nella memoria quando si parte dalla scoperta della città da Piazza Maggiore e dalla sua Fontana del Nettuno, e ancora quando si entra nel cinquecentesco Palazzo dell'Archiginnasio che ospita dal 1838 la Biblioteca Comunale: si salgono i due grandi scaloni dell'antico complesso universitario ed ecco che si incontrano al piano superiore le due aule magne, la Sala di Lettura e quella piena di stemmi dello Stabat Mater. E soprattutto incanta quel Teatro Anatomico, tutto in legno di tiglio intagliato da Antonio Levante nel 1637, che è impreziosito dalle statue degli Spellati, opera di Ercole Lelli. Un'altra tappa immancabile è l'ascesa alla Torre degli Asinelli, icona del capoluogo emiliano, innalzata a partire dal 1109. I gradini sono 498, però non bisogna arrendersi perché lassù, a 97 metri di altezza, Bologna diventa intima così come la dirimpettaia sorella più piccola, la Torre della Garisenda citata da Dante Alighieri nel XXXI Canto dell'Inferno.
Fattori a Palazzo Fava, le cere vive al Davia Bargellini
Palazzo Fava è uno scrigno di collezioni rare e preziose che vanno dai manoscritti alle miniature, dalle insegne delle botteghe ai burattini, dalle stampe alle ceramiche. Adesso ospita una mostra dedicata a Giovanni Fattori e alla sua capacità di tradurre l'umanità in pittura nonostante gli anni cruenti che l'artista livornese fu chiamato a vivere: è attraverso il suo pennello che giungono palpitanti e vivide sino a noi le emozioni del Risorgimento. L'esposizione di Palazzo Fava non si concentra esclusivamente sugli episodi più fondanti e noti, ma riesce a mostrare attraverso fatti e personaggi di seconda fila quali sconvolgimenti storici ed emotivi attraversassero allora la nostra penisola. E poi c'è la natura sempre presente e i suoi protagonisti autentici e selvaggi come gli animali, verso il quale l'artista prova uno stupore sempre virginale e contagioso. Assai curiose e misteriose sono le figure che fanno capolino tra il Museo Davia Bargellini e il Museo di Palazzo Poggi, dove sono esposte creature in cera che nel XVIII secolo ebbero la funzione di rendere eterni congiunti la cui esistenza terrena era terminata. Ebbene, questi corpi e volti paiono ancora respirare tanto sono veritieri, carnali: i ceroplasti bolognesi seppero eccellere in questa tecnica artistica che impiegava anche stoffe, metalli, vetri, legni, capelli umani.
I Pictores di Pompei dialogano con Jago e Tvboy
Al Museo Civico Archeologico, poi, c'è ancora la possibilità di entrare in contatto con i pictores, quegli artisti e artigiani che decorarono le antiche dimore di Pompei, Ercolano e dell'area vesuviana. Così come a Palazzo Pallavicini ci si può riemergere nell'avventura di Giorgio De Chirico, in particolare nella sua stagione barocca sino all'abbraccio con la metafisica. Bologna, comunque, ama sperimentare il contemporaneo. Ecco dunque che a Palazzo Albergati sono ospitate le opere di Jago, Banksy, Tvboy e altri interpreti dell'oggi che vanno sempre controcorrente, facendo sorgere domande e discussioni sul valore dirompente del messaggio che l'arte può veicolare nelle nostre menti. Mentre al Mast continua la ricerca iconografica sulla fotografia industriale, all'interno di un complesso multifunzionale dalla superficie di 25mila metri quadri che fa anche da connettore tra aziende, cittadini e cultura.
Al teatro nell'Arena del Sole e poi al Mercato di Mezzo
È davvero ricca la scena teatrale, grazie in particolare all'Emilia Romagna Teatro Fondazione, che allestisce spettacoli in sedi davvero singolari come l'Arena Del Sole, che originariamente era all'aperto, mentre adesso gode di due spazi, rispettivamente la Sala Leo de Berardinis più ampia e la Thierry Salmon, mentre il Teatro delle Moline è un atelier culturale. La programmazione si concentra su produzioni di avanguardia sempre sensibili all'attualità, ad esempio “Pilade”, opera di Pier Paolo Pasolini ambientata nella versione curata da Bluemotion in un luogo anonimo e quasi perduto dopo un rave poco prima degli anni Duemila. Infine, cultura e cibo buono a Bologna vanno da sempre a braccetto: il nuovo contenitore di esperienze gastronomiche è il Mercato di Mezzo, che dal Medioevo - e a maggior ragione oggi dopo il restyling - fa incontrare anche i più giovani nel nome dei tortellini, dei salumi e delle altre eccellenze cittadine. Si può soggiornare all’Hotel Metropolitan, ideale per l'interior design, posizione strategica e quella simpatia di cui la città è generosa.
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