Bond, Mendivil (Arcano): «High yield? Mai due anni negativi. Italia interessante»
Il capo degli investimenti e co-amministratore delegato di Arcano Capital parla dell’interesse degli investitori per i bond ad alto rendimento
di Maximilian Cellino
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«Due anni consecutivi di ribasso per gli high yield sono un evento molto raro, che non si è mai verificato negli ultimi 20 anni, quando anzi i periodi negativi come il 2022 sono stati sempre seguiti da rendimenti a due cifre per questo particolare segmento del mercato del credito, negli Stati Uniti come in Europa». Con l’aumento dei tassi e le valutazioni tornate sulla terra in un anno davvero terribile sono molti gli investitori che guardano con crescente interesse ai bond ad alto rendimento, quelli cioè emessi da società con merito di credito più basso, e le parole di Manuel Mendivil, capo degli investimenti e co-amministratore delegato di Arcano Capital, sembrano confermare questa impressione.
Perché questa volta (non) sarà differente
Ragionare con lo sguardo rivolto al passato può certo essere fuorviante, a maggior ragione in una fase in cui le condizioni economiche e finanziarie (a partire da inflazione, tassi e politiche monetarie) sono radicalmente cambiate. Mendivil resta però convinto della propria tesi, sulla base di un ragionamento davvero semplice: «Il mercato del credito – spiega a Il Sole 24 Ore, che lo ha incontrato a Milano durante una presentazione agli investitori - funziona in realtà sempre nello stesso modo perché i titoli che si acquistano garantiscono una cedola, più o meno elevata, e il rimborso del capitale alla scadenza, a meno che l’emittente non sia insolvente».
L’unico aspetto tale da marcare la differenza rispetto al passato sarebbe quindi un aumento dei fallimenti, uno scenario che sembra però al momento poco probabile. «In un periodo negativo come il 2022 - ricorda l’esperto - il tasso di default dei corporate europei si è attestato all’1%, credo che nei prossimi due anni si possa riavvicinare il 3% raggiunto nel 2020 in concomitanza di un evento straordinario quale la pandemia, ma non si raggiungeranno i livelli visti durante le grandi crisi del passato».
L’incognita dei default
A sostegno delle sue tesi porta una serie di motivi sostanziali. «Nel breve termine non ci saranno necessità impellenti di ricorrere al mercato per rinnovare il debito esistente, visto che solo una parte limitata dei bond high yield europei giungerà a scadenza nei prossimi 18 mesi», fa notare in primo luogo Mendivil, che sottolinea poi come la stessa leva finanziaria delle società sia inferiore rispetto a quanto si registrava nel 2019.
Gli ultimi dati macroeconomici non sembrano infine evidenziare un deterioramento delle condizioni così marcato come si temeva. «Alcuni settori subiranno più di altri le conseguenze di un’inflazione che si manterrà su livelli elevati a lungo, ma vi saranno anche società in grado di trasmettere il loro impatto ai clienti», osserva infatti Mendivil, che sottolinea semmai come il compito di chi deve selezionare gli emittenti sia diventato più complesso: «Occorre considerare - aggiunge - se e quanto il maggior costo del lavoro o il rincaro dei prezzi energetici possa influenzare la competitività di una azienda, oltre a valutare se il rifinanziamento rappresenti un problema».
Timing esatto? Meglio società solide e ben valutate
Indovinare il punto di ingresso migliore sul mercato, l’obiettivo a cui quasi tutti ambiscono in questa fase, è in realtà diventato meno importante. «Ciò che conta davvero è investire su una società solida e con buone valutazioni», riconosce Mendivil, che non sembra preoccuparsi di quest’ultimo aspetto: «Il rendimento a scadenza fornisce una delle migliori indicazioni di performance a termine per gli investitori ed è a un livello storicamente elevato dell’8-9%, mentre i flussi cedolari attesi per il 2023 sono del 5-6%», fa anzi notare, sottolineando inoltre l’attrattività dell’high yield nei confronti di un’altra classe di investimento a rischio come le azioni.
Le prospettive per l’Italia
Il discorso abbraccia anche l’Italia, del resto ben rappresentata nelle strategie credit di Arcano con bond di Rossini, Cerved, Sisal Pay e Cedacri a occupare le posizioni principali del fondo Low Volatility European Income. «Abbiamo osservato con grande interesse le recenti emissioni italiane high yield», conferma Mendivil, citando proprio l’operazione di Italmatch, ultima in ordine di tempo, oltre che Telecom Italia dal «rendimento molto interessante». Un mercato promettente, anche il nostro.
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