Borsa, chi perde e chi guadagna se l’intelligenza artificiale «scoppia»
La decisione del NewYork Times di mettere il lucchetto ai suoi archivi potrebbe rallentare e rendere più costoso l’addestramento dei sistemi di intelligenza generativa. Ecco quali saranno i riflessi su settori e azioni
di Vitaliano D'Angerio
I punti chiave
3' di lettura
Il 3 agosto 2023 potrebbe essere una brutta data da ricordare per il mondo dell’intelligenza artificiale. Quel giorno il New York Times (Nyt) ha cambiato i termini di servizio vietando l’utilizzo dei suoi contenuti (testi, foto, video) a «qualsiasi programma software, incluso ma non solo, l’addestramento di un sistema di apprendimento automatico o di intelligenza artificiale». La parola chiave è “addestramento”, il training a cui società come OpenAI (creatrice di ChaptGpt), devono sottoporre i programmi di intelligenza artificiale. Che effetto avrà la mossa della testata americana sui titoli Big Tech?
Cibo buono
La premessa: i Large Language Model (Llm), nome tecnico delle intelligenze artificiali tipo ChatGpt, hanno bisogno di miliardi di dati per essere addestrati. Questi dati devono essere poi come il cibo buono per i bambini; il cibo spazzatura li fa diventare obesi. Il cibo buono sono le notizie verificate del Nyt e degli altri gruppi media.
Le fake news sono assimilabili al cibo spazzatura. Se le intelligenze artificiali si allenano con le “bufale” trovate su Internet, la conseguenza sarà un prodotto finale inutilizzabile. Ecco perché è fondamentale la battaglia del Nyt che, dopo la trattativa al momento fallita con OpenAI, sta valutando di avviare una causa a tutela del copyright.
Gli Usa e il diritto d’autore
«Se la posizione del New York Times diventasse l’impostazione generale del settore, le aziende che costruiscono i modelli di intelligenza artificiale basati sul linguaggio (Llm) fronteggeranno difficoltà e costi aggiuntivi», spiega Luca Boffa portfolio manager di Symphonia Sgr e gestore di un fondo che si occupa di intelligenza artificiale. «Il diritto d’autore – aggiunge Boffa – è sicuramente una questione da affrontare e c’è attesa per l’avvio di battaglie legali negli Usa sull’utilizzo indiscriminato degli archivi per il training di Llm con fini commerciali».
Le conseguenze finanziarie negative saranno di due tipi. Una è legata alla legge federale Usa sul copyright. «Se si riscontrasse una violazione del copyright, la legge federale prevede la distruzione degli articoli frutto dell’infrazione – evidenzia George Saffaye, global investment strategist di Bny Mellon Im –. Ciò significherebbe, per i modelli addestrati utilizzando articoli del Nyt, che l’intero set di dati dovrebbe essere distrutto, per essere poi ricreato utilizzando solo articoli autorizzati».
L’altra conseguenza negativa sarà l’aumento dei costi dell’addestramento: secondo un report dell’università di Stanford, il costo del training può oscillare dai 3 ai 12 milioni di dollari. Esperti del settore segnalano di moltiplicare per 3 queste cifre; il gruppo di ricerca indipendente Epoch, a sua volta, indica in oltre 100 milioni di dollari tale cifra. E queste stime non incorporano i rischi di una causa del Nyt.
Chi guadagna e chi perde
Ci sono 7 titoli che hanno ampiamente sovraperformato l’indice S&P500 dal lancio a fine novembre di ChaptGpt da parte di OpenAI che non è quotata ma in cui Microsoft ha investito svariati miliardi: le azioni in questione sono Microsoft appunto e poi Apple, Meta-Facebook, Amazon, Alphabet-Google, Tesla, Nvidia. Che succede ora?
«L’impatto maggiore ricadrebbe sui fornitori di modelli (Llm, ndr) e sugli utenti specifici, come i motori di ricerca che hanno incorporato gli strumenti del modello nei loro servizi», sottolinea Saffaye. E aggiunge: «I fornitori di hardware, come Nvidia, sarebbero comunque beneficiati, poiché la loro potenza di calcolo è necessaria a prescindere».
L’intelligenza non si ferma ma...
La chiusura degli archivi da parte del New York Times potrebbe dunque avere effetti devastanti per i Big Tech. Per Steef Bergakkers, gestore di Robeco, casi come quello del Nyt «non sono in grado di arrestare lo slancio degli investimenti in Llm. Ma vi saranno delusioni lungo il percorso, che influenzeranno l’appetito degli investitori e, di conseguenza, le valutazioni dei titoli esposti all’intelligenza artificiale».
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