La giornata dei mercati

L'Europa supera indenne la settimana delle Banche centrali, Milano +1,9%

Venerdì chiusura in calo a Piazza Affari (-0,55%), realizzi su Intesa Sanpaolo dopo i conti. Disoccupazione Usa ai minimi dal 1969. Londra tocca nuovi massimi

di Flavia Carletti e Enrico Miele

La Borsa, gli indici del 3 febbraio 2023

5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Le Borse europee superano senza patemi la settimana chiave che ha visto i rialzi in sequenza di Fed, BoE e Bce al costo del denaro per cercare di riportare ancora più giù l’inflazione (che sembra aver ormai raggiunto il suo picco). Il listino migliore, nell’ottava che si è appena conclusa, è quello di Francoforte, con il Dax40 che in cinque sedute guadagna il 2,2 per cento. Sul secondo gradino del podio si colloca il Ftse Mib di Milano (+1,9%), a pari merito con il Cac40 francese. Seguono la Borsa di Madrid (+1,8%) e soprattutto Londra (+1,8%), che nell’ultima seduta della settimana ha registrato un nuovo record storico, con l’indice Ftse 100 che ha superato di un soffio il tetto dei 7.900 punti. Quanto ai singoli titoli di Piazza Affari, la palma d’oro settimanale stavolta a UniCredit (+13,4%) protagonista di uno sprint a due cifre dopo i conti sopra le attese. In cima anche Tim (+11,6%), le cui quotazioni sono state sostenute dall’offerta recapitata dal fondo Kkr per la rete, e Amplifon (+8,2%). Dalla parte opposta, nel saldo della settimana si registrano vendite a pioggia su Cnh Industrial (-8%), che oltre ai conti ha annunciato l'intenzione di mantenere la quotazione solo a New York, lasciando così la Borsa di Milano. Tra le big, ottava in "rosso" infine anche per Tenaris (-7,3%) ed Eni (-3,1%).

Venerdì l'Europa chiude a ranghi sparsi, Londra al top

Chiusura contrastata per le Borse europee al termine di una seduta segnata dalla delusione per i risultati trimestrali delle Big Tech americane Apple e Alphabet, e per l'outlook fornito da Amazon. Archiviata la brillante performance dell'ultima seduta e dopo il dato sull'occupazione americana migliore delle stime con il tasso di disoccupazione ai minimi da 1969, i principali indici azionari del Vecchio Continente si sono mossi contrastati, con il Ftse 100 di Londra che ha aggiornato i massimi storici oltre 7.900 punti, grazie al balzo di Shell dopo i conti. A Piazza Affari il Ftse Mib è sceso dello 0,55%, sotto quota 27mila punti, complici anche le prese di profitto sul titolo Intesa Sanpaolo (-2,93%) dopo la pubblicazione dei risultati 2022. Debole anche Francoforte (-0,21% il Dax40), mentre hanno chiuso con il segno più Parigi (+0,94% il Cac40) e Amsterdam (+0,69% l'Aex). Dopo un avvio debole, a Wall Street il Dow Jones e il Nasdaq tentano l'inversione di rotta, quando resta più indietro l'S&P500.

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Questo all'indomani di una giornata che ha visto la Bce confermare nuovi rialzi dei tassi e anticiparne ulteriori per marzo (per altro venerdì i previsori dell'Eurotower hanno alzato la stima sul Pil 2023 e abbassato quelle sulla disoccupazione). L’impressione, sottolineano i commentatori, è che il braccio di ferro in atto da tempo fra l’Eurotower e i mercati stia in fondo proseguendo: questi ultimi non credono fino in fondo alla determinazione dei banchieri di portare a termine una politica monetaria così aggressiva e stiano in realtà vedendo la «fine del tunnel» sui tassi. Intanto, in Europa si guarda agli indici Pmi definitivi di gennaio per Italia (in rialzo a 51,2 punti da 49,4 punti), Francia (con il dato servizi in calo a 49,4 punti), Germania (con il Pmi servizi salito a 50,7 punti), Eurozona (anche in questo caso migliorato) e Gran Bretagna (in calo a 48,7 punti).

Wall Street -0,38%, dato lavoro Usa sopra stime

Gli indici di Wall Street sono stati poco mossi dopo un avvio in calo sulla scia del dato cruciale sull'occupazione di gennaio superiore alle stime e con il tasso di disoccupazione sceso al minimo dal 1969. Chiusura in calo, con il Dow Jones che perde lo 0,38 per cento. Il mese scorso sono stati creati 517.000 posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 187.000 posti. Il dato di dicembre è stato rivisto da 223.000 a 260.000. La disoccupazione è scesa dal 3,5% (dato confermato) al 3,4%, con le attese al 3,6%. I salari orari medi sono aumentati di 10 centesimi, lo 0,30%, a 33,03 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 4,43%. La settimana media lavorativa è aumentata di 0,3 ore a 34,7 ore. La partecipazione della forza lavoro è stata pari al 62,4%, a 1 punto percentuale di distanza dai livelli del febbraio 2020, prima dell'inizio della pandemia di coronavirus.

Realizzi su Intesa Sanpaolo e Ferrari, bene Pirelli

Il Ftse Mib è stato zavorrato dalle prese di profitto su Intesa Sanpaolo (-2,93%) dopo i conti positivi del 2022, con il titolo che trattava ai massimi da un anno. Vendite anche sulle utility con Hera (-2,8%), Cnh Industrial (-1,1%) all'indomani dei conti e dell'annuncio del delisting da Milano (per restare quotata solo a New York) entro l'inizio del 2024 e Ferrari (-1,9%), che paga i realizzi dopo il balzo della vigilia sulla scia dei risultati da record del 2022. In calo Tim (-1,2%) alle prese con l’offerta del fondo Kkr per la rete. Si sono mosse in netta controtendenza Pirelli (+3,6%), premiata da una raccomandazione di Morgan Stanley, e Campari (+2,4%). Fuori dal listino principale +2,8% per Mps.

Andamento Piazza Affari FTSE Mib
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Sondaggio Assiom Forex: torna l’ottimismo fra gli operatori

La sorprendente resilienza dimostrata dall’economia italiana, certificata dalle ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, e i segnali confortanti di una decisa frenata dell’inflazione, ridanno slancio all’ottimismo degli operatori dei mercati finanziari circa le prospettive dei prossimi sei mesi. E’ quanto emerge dal sondaggio di gennaio condotto da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor. Rispetto alla rilevazione di dicembre, la percentuale di quanti si attendono rialzi nei prossimi mesi sale infatti dal 44% al 46% con un 5% che si attende guadagni in doppia cifra. Sul fronte opposto scendono dal 22% al 16% quanti invece prevedono ribassi che per il 5% (dal 12% di un mese fa) potrebbero essere superiori al 10%. Risale di conseguenza al 38% dal 34% di un mese la percentuale di quanti si attendono mercati stabili, una definizione che contempla variazioni massime del 3% in entrambe le direzioni.


Andamento dello spread Btp / Bund
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Spread chiude in lieve rialzo a 184 punti, rendimento al 4,03%

Chiusura in frazionale rialzo per lo spread BTp/Bund dopo i dati Usa sul mercato del lavoro. Dopo un'altalena seguita alla diffusione dell'indicatore e in un contesto di generale aumento dei rendimenti sulla curva europea, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco ha terminato la seduta a 184 punti dai 183 punti alla chiusura di ieri). Sale nettamente, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 4,03% dal 3,89%, di ieri.

Euro sotto 1,09 dollari, gas in rialzo e petrolio debole

Sul mercato valutario, il cambio tra euro e dollaro scende a 1,084 (da 1,093 ieri in chiusura). Euro/yen a 141,96 (141,12), dollaro/yen a 128,63. In leggero rialzo il prezzo del gas naturale ad Amsterdam a 58,5 euro al MWh (+2,6%) mentre è in leggero calo il petrolio: il contratto sul Wti consegna Aprile scambia a 76 dollari al barile (-0,26%), quando il contratto sul Brent di pari scadenza a 81,71 dollari (-0,6 per cento).

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