Europa respira dopo salvataggio Credit Suisse. Crolla ancora First Republic (-47%), Jamie Dimon guida piano salvataggio
Alla Borsa di Zurigo Ubs rimbalza dopo avere toccato -12%, l'istituto comprerà la banca elvetica in difficoltà.Corsa ai beni rifugio: oro supera i 2.000 dollari l'oncia. Euro si rafforza, giù il petrolio e il gas naturale. Spread in calo a 187 punti, rendimento al 3,97%
di Stefania Arcudi
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Borse europee sull'ottovolante, dopo un fine settimana frenetico che è terminato con il salvataggio di Credit Suisse e l’intervento delle principali banche centrali al mondo, scese in campo per fornire maggiore liquidità al sistema finanziario. Partite con in rosso di oltre due punti, le piazze del Vecchio Continente hanno progressivamente recuperato terreno e hanno chiuso poco sotto i massimi di seduta, con rialzi che hanno sfiorato anche il 2%. Volatilità è stata la parola d'ordine degli indici, che hanno sostanzialmente seguito passo passo l'andamento di Ubs, dopo il maxi salvataggio del Credit Suisse (-55% il titolo a Zurigo l'istituto che la scorsa settimana capitalizzava tra 6 e 7 miliardi): la prima banca elvetica, che comprerà la travagliata concorrente per 3 miliardi di franchi (0,76 franchi per azione), come stabilito dall'accordo trovato in extremis nel weeekend, è partita in calo di 9 punti, è arrivata a perderne 12, quindi ha girato in positivo (+5,5%) e ha finito in aumento di un punto circa. E gli indici del Vecchio Continente, così come i titoli del comparto bancario, hanno ricalcato la stessa rotta, partendo in forte ribasso e chiudendo in positivo. Così salgono il FTSE MIB di Milano, con lo spread in calo a 187 punti e il rendimento dei Btp a dieci anni giù al 3,97%, il CAC 40 di Parigi, il DAX 40 di Francoforte, l'IBEX 35 di Madrid, l'AEX di Amsterdam e il FT-SE 100 di Londra.
Ha dunque avuto effetto la "corsa alla rassicurazione" delle autorità di tutta Europa, a partire dagli istituti di regolamentazione, dai rappresentanti dei Governi (in Italia il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di "ricadute insignificanti" per l'Italia) e, soprattutto, dalla Bce con Christine Lagarde che ha parlato di tenuta del sistema e ha sottolineato che l'Eurotower è pronta a intervenire per garantire liquidità e stabilità. Restano comunque i dubbi di mercati, investitori e osservatori sull'efficacia del salvataggio, sui dettagli dell'operazione (in particolare sull'azzeramento dei bond AT1 per 16 miliardi emessi dal Credit Suisse), su un'eventuale stretta sulla liquidità delle banche, che potrebbe comportare meno prestiti a imprese e famiglie e una minore remunerazione per gli azionisti, e sul rischio contagio e di tenuta del sistema, con lo spettro di Lehman Brothers che si agita nella memoria.
Scendono in campo anche le banche centrali
Nel dettaglio nella notte è stato annunciato che la Banca nazionale svizzera, la Banca centrale europea, la Banca centrale del Canada, quella d’Inghilterra e quella del Giappone sono scese in campo per migliorare l’efficacia delle linee swap in dollari. Gli istituti hanno deciso di aumentare la frequenza di tali operazioni da settimanale a giornaliera a partire da oggi fino alla fine di aprile. Quanto alla fusione Ubs-Credit Suisse, al termine di un week end frenetico è stato reso noto che Ubs acquisirà Credit Suisse per 3 miliardi di franchi svizzeri , con gli azionisti che riceveranno un’azione Ubs ogni 22,48 azioni di Credit Suisse, valutate quindi 0,76 franchi. Il gruppo otterrà garanzie dal governo per 9 miliardi e liquidità dalla Bns fino a 100 miliardi. L’operazione dovrebbe portare a un calo dei costi attorno a 8 miliardi di dollari entro il 2027. Gli investitori, però, puntano il dito sull’azzeramento del debito Tier 1 di Credit Suisse, del valore di circa 16 miliardi di franchi svizzeri. L’operazione è stata decisa dal regolatore svizzero, puntando a rafforzare il capitale dell’istituto, ma è fortemente criticata dagli esperti.
Vicenda CS mette in secondo piano Fed e inconto Xi-Putin
Ad ogni modo la guardia sul sistema creditizio rimane alta, visto che negli ultimi giorni sono arrivate in serie notizie negative sulle banche, prima sui fallimenti negli Usa di Silicon Valley Bank e di Signature Bank, poi sull'intervento per mettere in sicurezza First Republican Bank, e infine sui dettagli sul salvataggio di Credit Suisse. Gli investitori vanno a caccia di asset considerati più sicuri, come i titoli di stato e il bene rifugio per eccellenza, ossia l'oro, arrivato a salire sopra i 2.000 dollari l'oncia. Sembra invece scivolare in secondo piano l'attesa per le notizie che emergeranno a valle di due appuntamenti clou: l'incontro a Mosca del presidente cinese, Xi Jiping, con l'omologo, Vladimir Putin, per ragionare su un possibile piano di pace in Ucraina e la decisione che prenderà la Federal Reserve mercoledì, al termine della due giorni di riunione del Fomc, il suo braccio operativo. Gli analisti sono convinti che l'istituto Usa alzerà il costo del denaro di 25 punti base.
First Republic ancora nella bufera
Oltreoceano l'attenzione rimane concentrata su First Republic Bank, ancora in forte calo (-47% in chiusura) dopo essere stata salvata la scorsa settimana da un piano di aiuti da parte di un consorzio formato da undici banche, che hanno garantito 30 miliardi di dollari di liquidità. I titoli risentono del fatto che S&P ha tagliato il rating per la seconda volta in una settimana portandolo a B+ da BB+.
Gli aiuti per 30 miliardi di dollari concessi dai maggiori istituti americani non sono riusciti a rassicurare, così come non ci sono riuscite le nozze fra Credit Suisse e Ubs. E di fronte a una situazione che rischia di precipitare, con possibili onde d’urto su tutto il sistema, è allo studio un nuovo piano di salvataggio per rafforzare il capitale della banca. A lavorare all’iniziativa è l’amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon che, come nel 2008, si impone sulla scena da protagonista.
Intanto tensioni sul settore bancario continuano a spingere in rialzo i prezzi dei titoli del Tesoro, con il rendimento - che si muove inversamente al prezzo - del titolo a due anni sceso in poco più di una settimana dal 5% al 3,75%.
A Piazza Affari corrono le utility, banche sull'ottovolante
A Milano sono partite in profondo rosso le banche, che poi hanno invece ridotto i danni e poi invertito tendenza. Banca Pop Er ad esempio, dopo essere scesa di oltre il 6% è in rialzo di oltre un punto. Unicredit viaggia a passo rapido, mentre Intesa Sanpaolo e Banco Bpm sono in vetta al Ftse Mib. Bene anche Banca Mps nel giorno dell'ingresso nel Ftse Mib al posto di Buzzi Unicem. La debolezza del greggio pesa sui petroliferi, con Eni sotto la lente nel giorno dello stacco della cedola. Stacca il dividendo anche Stmicroelectronics. Positivi i titoli difensivi come le utility, con A2a e Terna in deciso rialzo. Sono inoltre ben intonate Moncler e Ferrari, quest’ultime a dispetto della delusione per il Gran Premio dell’Arabia Saudita. In coda Diasorin, che ha ottenuto l'autorizzazione negli Stati Uniti per il test molecolare Simplexa Covid-19. «Considerato il costo dell'ottenimento dell`autorizzazione e la complessità del processo, la fine del periodo di emergenza dovrebbe portare ad un significativo calo dell`offerta di test Covid-19», spiegano gli analisti di Equita. Per Morgan Stanley, che ha abbassato la valutazione a "underweight" con obiettivo di prezzo a 91 euro per azione, ci sono «pochi catalizzatori di crescita» e restano «venti contrari sugli utili nel breve termine e rischi di medio termine».
Spread chiude in calo a 187 punti, rendimento al 3,97%
Chiusura in calo per lo spread tra BTp e Bund che ha ampiamente recuperato il terreno perso in avvio sull'onda delle timori per la tenta del sistema bancario europeo dopo l'annuncio della maxi fusione in Svizzera tra Ubs e Credit Suisse, per dare una soluzione ai problemi del Credit Suisse. A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale italiano (Isin IT0005518128) e il pari scadenza tedesco è indicato a 187 punti base rispetto ai 193 punti del riferimento dello scorso venerdì. In netto calo il rendimento del BTp decennale italiano che viene indicato al 3,97% da un'ultima posizione al 4,05% al closing della scorsa settimana.
In calo il petrolio e il gas, continua la corsa all'oro
Sul mercato valutario, l'euro è in rialzo a 1,0694 dollari (venerdì in chiusura 1,065) e 140,24 yen (139,54), mentre il dollaro/yen si attesta a 131,11 (132,13). Il cross euro-franco-svizzero sale dello 0,3% a 0,99219. E' invece fermo a 0,92723 il cambio dollaro-franco. Il petrolio è debole, ma sopra i minimi della mattina: il wti, scadenza aprile, arretra dell’1,7% a 65,98 dollari al barile. Infine continua a salire il valore dell'oro, arrivato sopra i 2.000 dollari all’oncia, per poi ridurre i guadagni e scendere sotto quella soglia. Dal fallimento dell'americana Silicon Valley Bank (Svb) dieci giorni fa, il prezzo dell'oro sul mercato finanziario è salito di quasi il 9%. Il metallo in precedenza ha superato la soglia dei 2.000 dollari solo due volte: nell'agosto 2020, nel pieno della crisi per la pandemia di Covid-19 e nel marzo 2022, nelle settimane immediatamente successive all’invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
Gas scende sotto i 40 euro al minimo da 18 gennaio 2022
Prosegue la discesa dei prezzi del gas naturale, che è sceso sotto la soglia dei 40 euro al megawattora, riportandosi ai livelli del 18 gennaio 2022, quando aveva chiuso a 39,671 euro. Il contratto aprile scambiato ad Amsterdam ha toccato un minimo di seduta a 39,8 euro e nel finale cede 9,4% a 38,805 euro.
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