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Borse, bocciati i titoli «da divano». Meglio puntare su linee aeree, hotel e ristorazione

Il crollo di Netflix è stato il segnale di una grande rotazione. Su quali titoli e settori puntare? L’opinione di gestori, analisti e strategist

di Vitaliano D'Angerio

Netflix precipita a Wall Street dopo il calo degli abbonati

4' di lettura

La probabile fine dell’era Covid ha mandato in soffitta tante aziende che si erano arricchite nei due anni della pandemia. Netflix prima di tutto ma non solo. «Sono state prese di mira le azioni degli indici “stay at home” – sottolinea Alessandra Manuli, amministratore delegato di Hedge Invest Sgr –. Netflix ovviamente è stata la più tartassata. Stesso discorso per le aziende del settore delivery. Anche Amazon ha un po’ sofferto. Più in generale è il Nasdaq 100 l’indice più depresso al momento: lì ci sono aziende legate al software, ai computer e alla digitalizzazione». E aggiunge: «Sarà un momento difficile per le aziende che guardavano alla crescita dei ricavi a tutti i costi senza tenere d’occhio anche l'Ebitda».

Non solo Covid

L’uscita dalla pandemia spinge le persone a riprendere una vita normale. Turismo innanzitutto. Ma la frenata dei titoli growth è dovuta ovviamente anche ad altri motivi. A pesare è l’aspettativa di un rialzo dei tassi da parte della Fed e della Bce. In prospettiva dunque aumenterà il costo di finanziamento per le imprese. È finita l’epoca del denaro facile. Inoltre l’impennata dell’inflazione erode i redditi delle persone «e l’aumento dei prezzi non è di certo un fenomeno temporaneo», ribadisce Manuli.

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Ecco allora che la penalizzazione dei “titoli da divano”, oltre all’uscita dall’era Covid, dipende anche dalla riduzione delle cosiddette spese discrezionali da parte dei singoli a causa dell’inflazione come conferma Mark Dowding, direttore investimenti della casa d’investimento BlueBay: «La perdita da parte di Netflix di 200mila abbonati nell’ultimo trimestre può essere letta nel contesto dei consumatori che riducono la spesa discrezionale, con le bollette che aumentano in altri ambiti. Detto questo, probabilmente non sorprende troppo che i consumatori vogliano spendere meno per i contenuti quando la pandemia finisce e la vita si normalizza».

E aggiunge: «È anche vero che Netflix sta subendo la crescente concorrenza di altre piattaforme di streaming. Sarà interessante osservare se l’effetto Netflix si manifesterà in altre aree di consumo».

DIVANO O VIAGGI?
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Social media e videogiochi

Toccherà pure a social media e videogiochi pagare pegno? Sollevarsi dal divano e riprendere la vita normale sicuramente avrà i suoi effetti anche in questi settori, secondo alcuni gestori. Vedremo in che termini e quali aziende saranno più penalizzate.

Bisognerà poi capire quali effetti avrà l’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk per la cifra monstre di 44 miliardi di dollari. Quali saranno le conseguenze per gli altri social media come Facebook?

I titoli migliori nel post Covid

«Dopo due anni di restrizioni legate al Covid e numerose false partenze, sembra finalmente ci siano diverse aperture a livello globale – conferma Anu Narula, responsabile azionario globale di Mirabaud AM –. Questo in un momento in cui l’attenzione è rivolta al disastro umanitario in Ucraina. Il contesto di mercato più difficile sta mascherando un rimbalzo della domanda repressa nei settori del tempo libero e dei servizi».

Narula sottolinea il buon momento di alcune aziende e segmenti di mercato: «American Express la scorsa settimana ha annunciato ottimi risultati e stiamo assistendo a una forte ripresa nei settori dei viaggi e dell'intrattenimento. Inoltre, le compagnie alberghiere come Marriott riportano un Arpu (Average revenue per user, ricavi medi per utente) incredibilmente forte».

C’è grande ottimismo anche sul versante delle compagnie aeree e degli aeroporti, tra i beneficiari principali nel 2022. «Negli Usa c'è un vero e proprio boom di domanda di biglietti aerei – ricordano Riccardo Baldissera e Oriana Bastianelli, gestori di Kairos –. Una domanda che non è stata frenata nemmeno dall’aumento dei prezzi causato dal caro greggio. L’incremento del 20% dei biglietti rispetto al livello pre Covid, è stato assorbito senza problemi dai clienti».

Prospettive analoghe valgono per le catene di abbigliamento e la ristorazione: «Certo, vi è stato un aumento della domanda rispetto al periodo pandemico anche in questi settori – confermano i gestori di Kairos –. Sul versante abbigliamento, però, vi è il problema della catena di fornitura in Cina».

Per quanto riguarda gli aeroporti europei, Baldissera e Bastianelli stimano «che nel 2022 possano raggiungere un livello di traffico del 70-75% rispetto ai picchi prepandemici del 2019». E sul versante autostrade? «Non ci aspettiamo significativi impatti dovuti alla variante Omicron sul traffico autostradale – spiegano in Kairos –. Nel 2021, il livello di traffico è stato pari al 95% dei livelli pre-pandemici. Attendiamo invece un 2022 stabile o in leggera crescita anno su anno. Tali aspettative sono basate su una visione che esclude restrizioni alla mobilità».

Effetti di breve periodo

Ma il magic moment è destinato a durare? Per Manuli, sul medio-lungo periodo l’inflazione peserà: «Nel breve, i titoli legati al reopening, al riavvio dell’economia nel post Covid, sicuramente sono quelli che avranno i maggior benefici. Titoli come EasyJet, Expedia, Ryanair ne avranno importanti vantaggi. Vedo bene anche Sodexo attiva nella ristorazione collettiva». Ma aggiunge: «L’indice Ubs legato al re-opening è abbastanza flat, piatto. Nel medio-lungo, sicuramente peserà l’inflazione e l’aumento delle bollette porterà a consumare di meno».


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