L’inflazione non dà tregua alle Borse, Milano chiude a -0,9%. Per Wall Street peggior seduta dal giugno 2020
Dietrofront dei mercati che, davanti all’inflazione record in Uk, aumentano le preoccupazioni per un rialzo dei tassi più rapido del previsto. Euro torna sotto 1,05 dollari, in ribasso il petrolio. Spread chiude a 192 punti
di Enrico Miele
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Dietrofront dei listini europei che, davanti all’inflazione record della Gran Bretagna, ai massimi dai tempi del governo di Margaret Thatcher circa 40 anni fa, aumentano le loro preoccupazioni per un rialzo dei tassi più rapido del previsto e chiudono la seduta in territorio negativo. Ad appesantire i mercati del Vecchio Continente ha contribuito il nuovo tonfo di Wall Street e in particolare del Nasdaq. Torna così la paura tra gli investitori, soprattutto all’indomani dei toni aggressivi usati dal presidente della Fed, Jerome Powell, che ha assicurato come «non esiterà» ad aumentare i tassi al di sopra della neutralità, se necessario, pur di arginare l’impennata dei prezzi, mentre la segretaria al Tesoro statunitense, Janet Yellen, dal canto suo ha spiegato di non aspettarsi una recessione negli Stati Uniti, malgrado la fiammata dei prezzi dell'energia e la guerra in Ucraina, giudicando l'Europa come «più vulnerabile». In questo clima di tensione, con la Commissione Ue concentrata sulla seconda parte del piano per rendere più indipendente l’Unione europea sul fronte energetico, i cui effetti saranno tutti da valutare, a Milano il FTSE MIB a fine giornata chiude in deciso “rosso” (dopo aver resistito intorno alla parità nella prima parte di seduta). Non fanno eccezione il CAC 40 a Parigi, il DAX 40 a Francoforte, l'IBEX 35 di Madrid, il FT-SE 100 di Londra e l'AEX di Amsterdam, appesantita dal crollo di Abn Amro dopo la trimestrale.
Wall Street in profondo rosso, tonfo del Nasdaq
La seduta di Wall Street è stata la peggiore dal giugno 2020: il Dow Jones perde il 3,56% a 31.493,56 punti, il Nasdaq cede il 4,73% a 11.418,16 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 4,09% a 3.922,16 punti. A preoccupare gli investitori è sempre l'inflazione, che sta pesando sui conti di molte società, come stanno dimostrando le trimestrali. Il titolo del gruppo Target, ad esempio, sprofonda di oltre il 25% ed è il peggiore sullo S&P 500, dopo che la catena retail ha registrato un profitto trimestrale di 2,19 dollari per azione, molto al di sotto dei 3,07 dollari attesi. A pesare sui conti, così come su quelli di Walmart e molte altre società, è stato l'aumento dei costi provocato dall'inflazione (Walmart, che alla vigilia ha perso l'11%, ora cede il 7,5%). Lowe's, catena di negozi di accessori per la casa e ferramenta, perde quasi il 6%, dopo un calo delle vendite superiore alle attese.
A Milano tonfo Saipem, voci M&A accendono UniCredit
Tra le peggiori sul Ftse Mib ci sono Saipem, all’indomani del via libera dei soci all’aumento di capitale da 2 miliardi entro l’anno, Amplifon e Telecom Italia che si avvicina alla firma con Cdp del protocollo sulla rete unica. Vendite anche su Mediobanca con le indiscrezioni sullo stop della Bce a Leonardo Del Vecchio per salire oltre il 20% di Piazzetta Cuccia. In controtendenza Iveco Group e Unicredit dopo le indiscrezioni su un rinnovato interesse per la tedesca Commerzbank (poi sfumato per lo scoppio del conflitto). Sull'azionario milanese, in approvazione i dati di Generali che saranno comunicati giovedì 19 maggio, e Cattolica Assicurazioni che ha stimato un utile operativo nel primo trimestre a 50 milioni di euro, dimezzato rispetto a 2021. Riflettori anche sull'assemblea Pirelli & C. Fuori dal listino principale, acquisti su Erg, che ha toccato nel corso della seduta nuovi massimi storici: mentre resta alto l'interesse sulle rinnovabili, torna infatti a circolare il possibile interessamento del fondo australiano Ifm Investor Pty a rilevare una quota di minoranza della società.
Spread chiude in rialzo a 192 punti, tasso al 2,94%
Chiusura in frazionale rialzo per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco è indicato a 192 punti base, dai 191 punti registrati al closing del 17 maggio. In calo il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un'ultima posizione al 2,94%, dal 2,97% del finale della vigilia.
Euro sotto 1,05 dollari, dietrofront del petrolio
Sul mercato dei cambi, il dollaro dopo le parole di Powell ha ripreso a salire con l'euro che scende a 1,0494 contro il biglietto verde (da 1,0534 ieri in chiusura) e a 134,63 yen (da 136,27). Dollaro/yen a 128,27 (da 129,35). Sul fronte energetico, il gas naturale è piatto a 94 euro al megawattora. In ribasso, infine, il petrolio, sui timori per la domanda globale di energia: il Wti di giugno cala a 110,6 dollari (-1,6%) e il Brent di luglio a 110,2 dollari (-1,5 per cento).
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