Il blitz della BoE calma i mercati, Milano recupera e chiude a -0,5%. Sprea a 243
Prevale la cautela. Il dollaro forte deprime i prezzi del petrolio e le altre valute. Euro vicino ai minimi in 20 anni, sterlina in discesa e renmibi cinese a minimo dal 2008
di Flavia Carletti e Chiara Di Cristofaro
4' di lettura
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Sono ancora le banche centrali a dettare il passo sui mercati: stavolta è stata la Bank of England che, con un inatteso annuncio di sostegno ai titoli di Stato da 65 miliardi di sterline, ha ridato fiato ai listini europei, appesantiti da un mix di fattori esplosivo. A fine giornata l'Europa è contrastata ma chiude vicina ai massimi, complice anche il buon andamento di Wall Street, fa peggio il Ftse Mib che chiude in calo dello 0,52%, comunque ben sopra i minimi di giornata. L'annuncio della BoE di un acquisto seppur a termine dei Gilt britannici, colpiti dalle vendite dopo il maxi-piano fiscale del Governo, ha ridotto il rialzo dei rendimenti in tutto il Vecchio Continente e Oltreoceano, contribuendo a risollevare l'azionario dai minimi. Parigi ha guadagnato lo 0,19%, Francoforte lo 0,36%, Londra lo 0,30%, quando Amsterdam è scivolata dello 0,25 per cento.
In rialzo gli indici a Wall Street
Dopo un avvio incerto, sono in rialzo gli indici a Wall Street: a incidere positivamente è l'annuncio che la Banca d'Inghilterra interverrà nel mercato obbligazionario del Regno Unito, con l'acquisto di Gilt per «ripristinare le normali condizioni di mercato» dopo la crisi finanziaria innescata venerdì dal maxi taglio delle tasse deciso dal governo Truss. Wall Street chiude positiva: il Dow Jones sale dell’1,88% a 29.682,16 punti, il Nasdaq avanza del 2,05% a 11.051,64 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dell’1,96% a 3.718,70 punti.
A Milano male Leonardo e St in scia ad Apple
Sull'azionario milanese, le vendite hanno colpito Leonardo (-5,39%), nonostante la conferma dei target 2022 da parte del ceo Profumo in una call con gli analisti. L'assenza di novità sul titolo e l'esposizione alla sterlina (circa l'11% del fatturato è nella divisa britannica) hanno pesato sulle azioni. Deboli anche Nexi (-2,87%), Pirelli (-2,12%) e Amplifon (-1,99%), ma tra i peggiori troviamo St (-2,56%). Il titolo è arrivato a perdere anche il 5% sulle indiscrezioni secondo cui Apple sarebbe intenzionata a fare marcia indietro sugli aumenti di produzione di iPhone in precedenza richiesti ai fornitori. Il colosso di Cupertino è il maggiore cliente di St: nel 2021 ha generato il 20,1% dei ricavi del gruppo italo-francese e l’iPhone è il prodotto principale.
Spread Btp-Bund scende a 243 punti
Chiusura in calo per lo spread BTp-Bund in un contesto di generale ripiegamento dei rendimenti dei bond della zona euro dopo i forti rialzi delle ultime sedute. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005494239) e il pari scadenza tedesco ha chiuso la seduta a 243 punti base, in netto calo rispetto al closing di ieri a 251 punti base. Flette anche il rendimento del BTp decennale benchmark, che è sceso fino al 4,57% dal 4,81% di inizio giornata, stringendo la posizione rispetto al 4,75% di ieri.
BoE lancia intervento di emergenza sui bond da 65 mld
Acquisti di titoli della corona per 5 miliardi di sterline al giorno per 13 giorni per un intervento da complessivi 65 miliardi di sterline. È' l'entità dell'azione di emergenza annunciata oggi dalla Banca d'Inghilterra per fornire sostegno alla sterlina e, soprattutto, contrastare il forte aumento dei rendimenti che sta provocando una crescita vertiginosa dei tassi applicati su mutui e prestiti. La banca centrale inglese ha avvertito di un «rischio materiale per la stabilità finanziaria del Regno Unito» derivante dalle turbolenze nel mercato dei titoli di Stato del Regno Unito, innescate dai tagli fiscali e dal piano di prestito del cancelliere Kwasi Kwarteng la scorsa settimana. Tagli fiscali che hanno scatenato il nervosismo dei mercati perché non supportati da un piano preciso per finanziare gli sgravi. Questa assenza di chiarezza sulla sostenibilità dei conti ha precipitato Kwarteng nell'occhio del ciclone ma per il momento il ministro dello scacchiere ha indicato che fornirà maggiori dettagli sulle regole fiscali del governo il 23 novembre, un ritardo che ha ulteriormente aumentato l'incertezza del momento. Secondo gli economisti la decisione della Boe di intervenire mediante acquisti di titoli di stato, e allo stesso tempo di posporre l'avvio del Quantitative Tightening, rischia di alimentare ulteriormente l'inflazione che si aggira già ora attorno al 10%.
Euro in lieve recupero, sterlina sotto pressione
Sul valutario, l'euro recupera terreno a 0,963 dollari (0,9598 ieri in chiusura), dopo i minimi da 20 anni raggiunti lunedì. La moneta unica vale anche 139,2 yen (139,05), mentre il rapporto dollaro/yen è a 144,45 (144,82), dopo un top a 144,85 vicino alla soglia psicologica dei 145 yen. Seduta ad alta volatilità per la sterlina: un pound vale 1,074 dollari (dopo un massimo a 1,084 e un minimo a 1,0539, nuovo minimo da 20 anni) da 1,076 ieri in chiusura.
Renmimbi ai livelli più bassi sul dollaro dal 2008
Il renminbi cinese è sceso al livello più basso dal 2008 nei confronti del dollaro che continua nel trend di rafforzamento sulla scia della serie di rialzi dei tassi di interesse varati dalla Fed. La debolezza del renmimbi è accentuata dalla divergenza della politica monetaria del paese rispetto a quelle delle altre economie avanzate dopo l'obiettivo primario è quello di raffreddare la corsa dell'inflazione. Il tasso di cambio onshore è sceso oggi dello 0,7% a 7,2268 renmimbi per un dollaro portandolo la flessione da inizio anno al 13,8. A Hong Kong, il tasso offshore è invece sceso dello 0,9% a 7,2416 Rmb rispetto al dollaro, il più basso mai registrato da quando le banche di compensazione della città sono state autorizzate ad aprire conti in renminbi per la prima volta nel 2010, creando il cosiddetto cambio "offshore".
In rialzo petrolio e gas
Il prezzo del gas ha ripreso a volare (+11% a 207 euro al MWh a fine giornata) mentre le autorità tedesche - secondo i media - hanno detto che i danni a Nord Stream potrebbero rendere il gasdotto inutilizzabile. Sempre sul fronte energetico sale anche il petrolio dopo il calo delle scorte Usa (+2,8% il Wti a 80,64 dollari, +2,12% a 88,08 il Brent).
loading...