Brunello Cucinelli agli studenti: «Siate pieni di speranza»
L’imprenditore è stato insignito di un dottorato honoris causa alla Sapienza di Roma «per aver saputo coniugare una storia imprenditoriale di successo con il rispetto della vocazione del territorio e dei valori sociali, dando vita a un nuovo umanesimo dell’impresa»
di Chiara Beghelli
2' di lettura
Sotto l’affresco di Mario Sironi dell’Aula Magna del Rettorato dell’Università La Sapienza di Roma c’è chi gli chiede un autografo, chi vuole inviargli la tesi che ne racconta la storia, chi farsi un selfie con lui: Brunello Cucinelli cerca di rispondere a tutti, in toga e tocco e appena insignito del dottorato honoris causa in Management, Banking and Commodity Sciences, conferito dall’ateneo romano. Se gli studenti che hanno popolato l’aula lo ambiscono come una star è certo perché lo considerano un imprenditore di successo, ma anche perché condividono la sua formula di “capitalismo umanistico” e la considerano la via maestra per rimodellare l’economia in senso più equo e sostenibile. «Ho scelto di fare maglioni di cashmere perché durano nel tempo, si possono lasciare in eredità – ha raccontato Cucinelli agli studenti–. Volevo lavorare per la dignità umana, fare un’impresa che avesse un giusto profitto, una giusta crescita, in armonia con il creato».
È la visione del “mercante onorevole” delineata già a fine Quattrocento da Benedetto Cotrugli in un manuale che fa parte delle tante letture ispiratrici dell’imprenditore umbro, insignito del più alto riconoscimento accademico «per aver saputo coniugare una storia imprenditoriale di successo con il rispetto della vocazione del territorio e dei valori sociali, dando vita a un nuovo umanesimo dell’impresa», come ha detto la rettrice Antonella Polimeni. «Il mercante deve essere un buon cittadino», ha esortato Cucinelli, parole applaudite dagli studenti come motto di una innovativa, contemporanea e necessaria imprenditoria civica. «Ho grandi aspettative per il futuro, perché l’Italia può tornare a essere mediatrice di cultura, come nel Rinascimento – ha proseguito Cucinelli –. Abbiamo un grande stato sociale, che ci ha permesso di affrontare nel modo migliore la pandemia, proteggendo i posti di lavoro. Se oggi le nostre prospettive sono di crescita è perché manteniamo una struttura produttiva e insieme commerciale, che punta su produzioni di qualità, qualità che influisce sulla cultura. Per questo possiamo riavere quel ruolo».
Ma le parole più accorate sono per gli studenti: «Siate aperti al mondo, scoprite il valore della gioia della vita, studiate il giusto, per avere tempo da dedicare all’anima. E non ascoltateci troppo. Non fatelo soprattutto quando vi trasmettiamo l’obbligo della paura. Al contrario, dovete avere speranza».
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