A occidente

Bruno Ribadi da Cinisi punta al primato su scala regionale

Investimento da un milione e mezzo per arrivare a 1,5 milioni di litri l'anno

di Nino Amadore

L'azienda Birra Ribadi di Cinisi, dal nome di un alchimista di 50 anni fa, punta sulla ricerca di prodotti tipici siciliani, come la curcuma, che cresce spontaneamente in quei territori, per valorizzare la filiera produttiva locale.

3' di lettura

Passare da una capacità produttiva annua di 200mila litri a 1,5 milioni di litri nei prossimi quattro anni. È il primo punto, il più importante, del progetto di sviluppo avviato da Birra Ribadi, l’azienda di Cinisi nel palermitano creata tre anni fa da Giuseppe Biundo che ne è oggi il direttore generale mentre il fratello Vito è l’amministratore unico della società.

Il birrificio porta il nome di Bruno Ribadi, che più di 50 anni fa partì e girò il mondo: una storia tra mito e leggenda che ora punta a entrare di diritto nella storia enogastronomica siciliana. «Il birrificio nasce dopo la scoperta del diario di Bruno Ribadi, alchimista moderno, personaggio imprevedibile e fiabesco, fortemente legato al mondo della birra. Il diario si trovava in un vecchio casolare ed è stato questo ritrovamento a far nascere la scintilla che ci ha portato a dar vita al birrificio – raccontano i Biundo -. Noi avevamo un impianto di produzione casalinga e producevamo birra a livello amatoriale. Nel 2016 abbiamo avviato le pratiche, scegliendo di autofinanziarci».

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Nata come microbirrificio Birra Bruno Ribadi si è subito affermata sul mercato grazie anche alla forza del marketing e della comunicazione che poggia su una solida base: «Noi - spiega Biundo - puntiamo moltissimo sulle produzioni locali, sulla forza del territorio. Ed è questo che ci spinge alla ricerca di prodotti siciliani più o meno conosciuti. Si prenda, per esempio, la curcuma, la spezia che nel mondo arabo viene utilizzata in abbomndanza: da noi cresce spontaneamente e un tempo era utilizzata per colorare le pelli. Noi la utilizziamo nella nostra birra Sicilian Pale Ale. Ed è solo un esempio». Risponde a questa logica l’adesione di Birra Bruno Ribadi al Consorzio birra italiana il cui obiettivo principale è la valorizzazione della filiera produttiva locale, creando un rapporto più solido tra la bevanda artigianale e le materie prime, tra i piccoli produttori di birra ed i coltivatori di orzo, luppolo e altre materie prime complementari. Prodotti in questa fase commercializzati soprattutto in Sicilia, in alcune regioni del Meridione, in alcune aree del Nord e in Svizzera «ma siamo pronti a rafforzare la nostra rete commerciale allargandoci anche all’Italia centrale. Dopo l’apertura del nuovo stabilimento avvieremo quella che possiamo definire seconda fase» dice Biundo.

L’azienda, che ha chiuso il 2019 con un fatturato di quasi un milione, produce oggi sei tipologie di birre artigianali, la Special Ale, India Pale Ale, Pilsner, Bianca, Sicilian Pale Ale e Tripel. Tra queste merita un occhio di riguardo l'India Pale Ale, prodotta con un unico grano biondo, una singola varietà di luppolo americano e foglie di agrumi di Sicilia che gli conferiscono un sentore agrumato-erbaceo, ottima in abbinamento con piatti a base di pesce alla griglia o a base di carne». La Tripel, birra in stile d'abbazia benedettina, riprende ancora una volta sapori e profumi siciliani, grazie al grano biancolilla siciliano, fichi secchi e miele di ape siciliana. La Special Ale, prodotta con grano russello, uva passa di Pantelleria e carrube secche, ottima da dopo pasto, per accompagnare dolci e dessert, preferibilmente quelli siciliani (pignolata al miele, mustaccioli, biscotti alle mandorle). «Abbiamo azzardato a fare degli abbinamenti, fino ad oggi ben riusciti, facendo avvicinare più gente possibile a questo mondo» spiega Biundo.

Per la costruzione del nuovo stabilimento, che dovrebbe essere operativo ala fine di marzo, Ribadi ha messo in campo in investimento di un milione e mezzo: «Siamo passati da un impianto che prevedeva un riscaldamento del prodotto con la fiammella a un impianto 4.0, automatizzato e con un riscaldamento a vapore. Non è cosa di poco conto: il precedente sistema di riscaldamento non ci garantiva la stabilità e più volte siamo stati costretti a eliminare il prodotto che non aveva raggiunto gli standard di qualità cui noi siamo abituati». Intanto, vista la forza del brand, l’azienda ha lanciato sul mercato l’amaro Ribadi. Lo slogan è tutto un programma: «L’amaro esplosivo». Vedremo.

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