Cantina Valle Isarco punta sul Kerner per ampliare la gamma di qualità (e il giro d’affari)
Nel 2022 la cooperativa punta ad aumentare il fatturato del 15% dopo la crescita costante degli ultimi anni, anche se preoccupa il boom dei costi e l’effetto inflazione sui consumi (concentrati nel fuori casa)
di Emiliano Sgambato
3' di lettura
Il Kerner è un vino dalle forti potenzialità in buona parte ancora inespresse. È l’assunto (ben fondato) su cui si basa la strategia della Cantina della Valle Isarco (Eisacktaler Kellerei), che ha il suo prodotto più tipico e rappresentativo (assieme al Sylvaner) in questa piccola doc coltivata in “vigneti eroici” che si arrampicano in verticale con pendenze fino al 60% e appezzamenti medi di un ettaro (e non si tratta di eccezioni dato che la maggior parte delle terrazze va dai 650 agli 850 metri di altitudine, con picchi a mille metri, e la cantina a fondo valle è a 500 metri).
Vino apprezzato dagli intenditori e da chi frequenta la valle più a nord dell'Alto Adige, anche in virtù del buon rapporto qualità prezzo, il Kerner (incrocio tra Schiava grossa e Riesling renano) negli ultimi anni è diventato la prima varietà della Cantina con 85 ettari che coprono più della metà dei vigneti complessivi. E ora la cooperativa – la più giovane dell’Alto Adige, ha compiuto 60 anni lo scorso anno – vuole andare oltre, con una strategia di differenziazione dei tipi di vinificazione per allargare la gamma delle etichette con prodotti di qualità più complessi e di gamma più elevata, dal “cru” dello storico monastero benedettino di Sabiona che domina Chiusa alla linea Aristos, prodotta con uve provenienti solo da pochi vigneti selezionati, fino a una sperimentazione con le bollicine metodo classico.
Una strategia intrapresa da qualche anno, non solo sul Kerner, e che sta dando i suoi frutti: il bilancio chiuso al 31 agosto 2021 a 6,3 milioni ha risentito della chiusura dei ristoranti e delle difficoltà della stagione turistica (a questo canale è legata la maggior parte delle vendite e il 18% del fatturato proviene dagli acquisti effettuati direttamente in cantina) ma ha comunque registrato una crescita del 18% sul 2020 e del 3% sul 2019. E dalla Cantina sottolineano come soprattutto negli ultimi mesi dello scorso anno la crescita abbia accelerato, con un + 37% rispetto allo stesso periodo del 2020 e +23% sul 2019, che già aveva segnato il massimo storico.
«Si tratta di un trend estremamente soddisfacente che ci lascia ben sperare per il 2022 – commenta il direttore generale Armin Gratl –. È presto per fare delle previsioni, ma visto l'andamento degli ultimi mesi siamo molto fiduciosi e speriamo di chiudere l’anno con un fatturato in crescita del 15%, che per noi significherebbe circa un milione di euro».
A preoccupare ora però sono i margini a causa dell’impennata dei costi, dal vetro alla bolletta energetica.«Purtroppo già il Covid aveva condizionato il buon funzionamento della catena dei fornitori, situazione che ora si è aggravata ulteriormente con la crisi in Ucraina. Saremo costretti – continua Gratl – ad aumentare i prezzi, ma comunque in modo molto contenuto rispetto all’esplosione dei costi, e anche rispetto alla resa dei vigneti che stiamo spingendo ancora di più rispetto alla produzione di uva già più bassa della media dell’Alto Adige, anche vista la collocazione geografica della Valle Isarco. Le nostre bottiglie rimangono comunque su listini molto competitivi». «Per il 2022 non ci sono progetti game- changing – conclude Gratl – ma porteremo avanti la via intrapresa di posizionare ancora meglio la nostra linea Aristos nella gastronomia medio alta. Abbiamo anche nel cassetto due nuovi vini che non sappiamo ancora se rilasceremo nel corso di quest'anno perché la nostra scelta è quella di attendere il momento ottimale dal punto di vista della qualità per farli uscire sul mercato».
Cantina Valle Isarco è stata fondata nel 1961 da 24 famiglie, oggi i 135 soci coltivano 150 ettari di vigneti in 11 comuni per una produzione annuale di 950mila bottiglie di 14 varietà (10 a bacca bianca e solo 4 rosse che rappresentano il 2%) e 28 etichette.
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