ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùCambiamento climatico

Carpineto porta la viticoltura di montagna a Montalcino

La cantina ha scommesso su un vigneto di dieci ettari con esposizione a Nord e ad oltre 500 metri di altitudine

di Giorgio dell'Orefice

Vigneto Carpineto a Montalcino

2' di lettura

Il “vigneto d’altura” contro il cambiamento climatico. In varie aree d'Italia, a causa dei recenti cambiamenti climatici che stanno determinando stagioni più calde e siccitose, sono sempre più numerosi i viticoltori che stanno “spostando” i propri vigneti in aree di maggiore altitudine. Accade in Trentino Alto Adige, dove sono sempre più numerosi gli esempi di vignaioli che ormai coltivano la vite anche al di sopra dei 700 metri ma accade anche a Montalcino dove può ci si può imbattere in vigneti contrassegnati da un tappeto di muschio tra i filari, una caratteristica tipica della viticoltura di montagna, che di solito si può riscontrare in Germania o Austria più che in Italia e che consente di regolarizzare le temperature e l'umidità del suolo.

Il muschio, infatti, permette di assorbire e trattenere grandi quantità d'acqua quando disponibile per poi rilasciarla in maniera graduale attraverso il suolo consentendo quasi di irrigare spontaneamente i terreni e proteggerli così dagli eccessivi sbalzi, verso l'alto, delle temperature.

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Caratteristiche che da qualche anno si possono riscontrare anche più a sud, in Toscana e in una delle denominazioni più celebri: Montalcino. Ad aver scommesso su un vigneto di dieci ettari con esposizione a Nord e ad oltre 500 metri di altitudine, in uno dei punti più alti della Docg senese, la Carpineto cantina che in Toscana opera nelle tre più famose Docg di Montalcino, Montepulciano e del Chianti Classico.

«La posizione fresca e ventilata – ha spiegato Antonio Michael Zaccheo di Carpineto – ci permette il lusso di essere praticamente l’ultima vigna ad essere raccolta nel comune di Montalcino, permettendoci sempre di ottenere una perfetta maturazione fenolica. La freschezza di questo territorio alto e scosceso, è testimoniata dal fatto che in larghi tratti del vigneto abbiamo addirittura il muschio che cresce sotto il filare, caratteristica questa tipica dei vigneti di montagna».

«L’esposizione a nord in zona ventilata – ha aggiunto l’enologa di Carpineto, Caterina Sacchet – dona ai vini un microclima unico, caldo di giorno e temperato e fresco di notte, il che rende più facile una maturazione che si prolunga e permette una raccolta tardiva con tutti gli effetti che questo ha sul vino in termini di maturazione fenolica, acidità, percentuale zuccherina e quindi poi al palato una freschezza sempre vivace, profumi intensi, eleganti, complessi e buona longevità».

Antonio Michael Zaccheo e Caterina Sacchet rappresentano la seconda generazione dei produttori Carpineto perché rispettivamente figli dei due soci fondatori Antonio Mario Zacchero e Giovanni Carlo Sacchet che oltre 50 anni fa hanno dato vita alla cantina. Vigneto Paradiso, questo il nome del cru si trova in località Rogarelli uno dei punti più alti e panoramici della denominazione.

La più piccola delle cinque tenute di Carpineto è anche tra le più suggestive: una sorta di wine boutique con antichi casali in pietra circondati da querce secolari e tutto intorno 53 ettari di terreno di cui 10 di vigneto piantati a Sangiovese grosso allevato a cordone speronato (3,5 ettari di Brunello, 5 di Rosso di Montalcino, il resto Sant’Antimo Rosso), a una densità di 5.700 piante per ettaro, un uliveto e un fitto bosco di querce, lecci e macchia mediterranea.

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