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Cattedrale rudere, Lady Godiva e auto super-veloci: Coventry è una sorpresa

La città delle Midlands inglesi, a solo un’ora di treno da Londra, è un tesoro nascosto del paese. Da non perdere la mostra appena inaugurata dalla Fleming Foundation

di Simone Filippetti

4' di lettura

Coventry è la classica città dove nessuno andrebbe mai, se non costretto da qualche impegno, men che meno un turista. La geografia, in effetti, non l'aiuta: è una cittadina inglese in mezzo al nulla delle Midlands, nell'ombelico più anonimo del paese, in una campagna piatta fatta solo di fattorie e pascoli, pittoresche sì ma poco “appetibile”, specie in un paese dove le due attrazioni ciclopiche, Londra e la Scozia, la fanno da padroni. Tutto il Warwickshare non sarebbe altro che una delle tante contee rurali inglesi, se non fosse che il più famoso poeta inglese, William Shakespeare, nacque in questa zona, a Stratford-Upon-Avon, ma con Coventry non ebbe alcun legame. Niente, dunque, giustificherebbe un interesse turistico.

La leggenda di Lady Godiva

Eppure, a solo un'ora di treno da Londra, con i pendolini di Avanti, la compagnia ferroviaria anglo-italiana, l'antica città medievale merita una visita: due eventi, lontani secoli, rendono io viaggi interessante. Il primo è Lady Godiva (che in inglese arcaico vuol dire “Dono di Dio”), esempio di femminismo ante-litteram, curiosamente dimenticato in questa epoca di “parità di genere”. La leggenda alto-medievale della nobildonna anglo-sassone che, nell'Anno Mille, montò nuda un cavallo in giro per la città, coprendosi solo coi suoi capelli, per protestare contro il marito per le troppe tasse imposte ai sudditi, divenne un famoso film e oggi è ricordata da una statua nella piazza Broadgate, un tempo la porta d'ingresso al villaggio.

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La violenza della Luftwaffe

Nell'Età di Mezzo, Coventry era uno dei maggiori centri del paese. Dell'antica e fiorente città, però, è rimasta solo una manciata di vie strette e anguste, con gli antichi palazzi addossati. Colpa dei bombardamenti tedeschi, il secondo motivo di celebrità storica del posto. Come tutte le città delle Midlands, anche Coventry fu investita in pieno dalla Rivoluzione Industriale: nel ‘900 è un grande polo produttivo di armi e munizioni. Così, quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale e Adolf Hitler pianifica l'invasione della Gran Bretagna, la Luftwaffe bombardò pesantemente la città, per interrompere la fornitura di proiettili ai soldati inglesi, fino a distruggerla completamente. L'attacco fu così violento che a Berlino coniarono un neologismo: “coventrieren” per dire “radere al suolo”. Gli inglesi si vendicarono prendendo di mira Dresda, anch'essa violentemente bombardata. Ma il danno era ormai fatto: l'antica città inglese era stata polverizzata, l'imponente cattedrale di San Michele abbattuta, salva sola la guglia gotica.

Climate Change dentro la cattedrale

Passeggiando oggi tra le poche strade sopravvissute si respira l'aria di come sarebbe dovuta apparire la città nei suoi secoli di splendore.Un motivo in più, questa primavera, per una visita in giornata, magari durante un fine settimana o un ponte lungo a Londra, è una piccola ma interessante mostra d'arte che unisce architettura, storia ed ecologia. L'esposizione, organizzata dalla Fleming Foundation con opere di sua proprietà, si chiama “This Fragile Earth” (Questa Terra fragile) ed è dedicata ad un gruppo di artisti scozzesi che negli Anni ’70 e ’80, profeti, come spesso solo l'arte sa essere, delle tematiche ambientali. Questo gruppo di pittori, registi e fotografi, ispirati dai paesaggi del nord, che in quell'epoca iniziavano a sentire i primi effetti dell'inquinamento e dell'industrializzazione, anticiparono i temi del Climate Change e della tutela della natura e della sostenibilità, oggi molto in voga. Le opere sono ospitate dentro la cattedrale moderna, costruita proprio accanto alle rovine della vecchia: è un fulgido esempio di architettura brutalista inglese e il contrasto non potrebbe essere più. Lo stile britannico del Dopoguerra divide il paese tra estimatori e feroci critici, ma l'altissimo soffitto, versione moderna delle volte a ventaglio del gotico inglese, e l'immenso organo su più piani si fanno apprezzare. L'opera più interessante è “Saltmarsh”, un dipinto del 1975 ispirato a una palude contaminata da scarichi industriali a Edinburgo, realizzato da Glen Onwin, artista scozzese fortemente debitore dell'Arte Povera italiana.

A spasso per le vie medievali

Tutto il complesso di San Michele, tra ruderi e modernità, sprigiona un fascino incredibile, e racchiude l'essenza di Coventry: i ruderi dell'antica cattedrale (si può ancora salire in cima alla torre campanaria, ma solo la mattina), distrutta dalla guerra e la rinascita (oltre che alla riconciliazione con Dresda, la Coventry tedesca). Di fronte alla cattedrale, c'è anche l'altro monumento antico più importante della città: St.Mary’s Guildhall, la “Camera di commercio” dove nel Medio Evo si riunivano le corporazioni dei mestieri, risalente al 1340. Nel piccolo, ma incantevole, cortile si trova anche il miglior posto per un pasto: Tales of Tea è un ristorante-sala da thè ospitata nelle cantine dell'edificio. Si mangia sotto imponenti volte in pietra a sesto acuto.Se si è in cerca di qualcosa meno impegnativo, il Golden Cross, dentro un secolare edificio a graticcio a piramide rovesciata, in stile Tudor, offre piatti più tradizionali (ed economici) nella classica atmosfera da pub inglese.

Il museo dell’Automobile

Sebbene la Coventry moderna non abbia nulla di notevole, ma la nuova stazione ferroviaria, tutta rossa, e il pensionato per gli studenti si fanno notare per la loro architettura d'avanguardia, la piazza di Hales Street, sormontata da un futuristico arco di metallo, è una tappa obbligata per tutti gli appassionati di automobili: il Coventry Transport Museum è il più grande museo dell'automobile del Regno Unito che espone chicche motoristiche come la Jaguar E-Type, l'automobile resa famosa da Diabolik; la DeLorean DMC con sportelli ad ali di gabbiano resa celebre dal film “Ritorno al Futuro“ e le due automobili più veloci al mondo, Thrust 2 e Thrust SCC, bolidi che sembrano astronavi. Il negozio del museo, peraltro, è il paradiso dei bambini: vende centinaia di automobiline e modellini di auto. Piccole curiosità “italiche”: tra i vari oggetti da collezionismo in vendita anche l'emblema della Fiat degli Anni '70; mentre molte auto giocattolo sono della Bburago, storica azienda italiana di modellini fallita e poi comprata dalla Cina che ha spostato la fabbrica dall'Italia in Asia.

Per una sosta più lunga

Se qualcuno decidesse che Coventry merita più tempo e vuole trascorrere la notte, due sono le migliori opzioni per dormire: il centralissimo Britannia Hotel, ospitato dentro un altro edificio brutalista che ricorda gli autogrill a ponte delle autostrade italiane: ha la comodità di essere a pochi minuti a piedi dal museo e dalla cattedrale. Oppure, volendosi immergere nelle campagne, poco fuori città, Brandon Hall è la classica countryhouse inglese con tanto di Spa e sette ettari di parco.


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