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Cdp Venture, 3,5 miliardi in più. Pronto il fondo per gli esteri

Le operazioni di Cdp Venture Capital hanno avuto un effetto leva di 2,7 volte nel negli investimenti in fondi e di 3,6 volte in start up

di Monica D'Ascenzo

3' di lettura

«Il venture capital sta dando in Italia segnali importanti di vitalità, ma è un mercato ancora molto meno maturo e più frammentato di quello europeo». La fotografia che emerge dalle parole dell’amministratore delegato di Cdp, Dario Scannapieco, è quella di un ecosistema italiano dell’innovazione in evoluzione ma ancora lontano da esempi a noi vicini: «Nel 2022 in Italia abbiamo registrato investimenti per due miliardi, con un dato raddoppiato rispetto all’anno precedente. Nonostante questo, però, siamo ancora fuori dalla top ten europea» in termini di investimenti in start up. «Come intervenire? - prosegue Scannapieco - Dobbiamo aumentare il numero degli operatori, rafforzare la dimensione dei soggetti già attivi e dobbiamo sprovincializzarci, facendo in modo che ci siano più sgr e operatori esteri in Italia».

Cdp Venture Capital: 5,3 miliardi per l'innovazione entro il 2024

Un richiamo all’interno del quale si inserisce la strategia messa in atto da Cdp Venture Capital nel suo primo anno e mezzo di vita, ma soprattutto la progettualità sugli interventi futuri che si basano su capitali a disposizione in crescita. Dagli attuali 1,8 miliardi la Sgr che fa capo a Cdp arriverà a 5,3 miliardi entro il 2024, con una crescita di 3,5 miliardi che arriveranno per 2 miliardi da Patrimonio Rilancio, per 500 milioni dal Pnrr e per un altro miliardo da investitori terzi. Nel primo anno e mezzo di lavoro la società, con i suoi 9 team, ha già deliberato 938 milioni di investimenti in 22 fondi di venture capital, direttamente in oltre 250 start up, 18 programmi di acceleratione e 5 poli di trasferimento tecnologico.

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Numeri chiave di CDP Venture Capital

Le operazioni di Cdp Venture Capital hanno avuto come effetto una leva di 2,7 volte nel caso di investimenti in fondi e di 3,6 volte nel caso di investimenti diretti in start up. A fare il punto della situazione è stato il ceo della Sgr, Enrico Resmini, che ha delineato anche le strategie future: «Dove investiremo? Per 1,5 miliardi continueremo a investire in fondi di venture capital, perché possano crescere per avere una scala sufficiente per competere o fare accordi con fondi internazionali. Lanceremo, poi, anche un fondo di fondi per fondi internazionali che verranno a operare in Italia. E continueremo a investire sulle reti dei poli tecnologici e sugli acceleratori. Un miliardo, inoltre, sarà dedicato agli investimenti nel growth e late stage delle start up, lanciando ad esempio il fondo Large Capital. Infine un altro miliardo sarà investito nelle direzioni indicate dal Pnrr di transizione ecologica e digitale, puntando su settori e tecnologie strategici per il Paese come aerospazio e LifeScience».

Capitali gestiti da CDP VC, in miliardi di euro

Sull’evoluzione del mercato italiano è intervenuto anche Andrea Montanino, direttore strategie settoriali e impatto di Cdp: «Il nostro mercato sta avendo una fortissima accelerazione. Nel 2017 gli investimenti erano a meno di 200 milioni, nel 2021 sono stati raggiunti quasi 2 miliardi e nel 2022 i dati ci dicono che andiamo verso i 2,5 miliardi di investimento». Per il futuro Cdp Venture Capital prevede che, in uno scenario inerziale, il mercato italiano raggiungerà i 4 miliardi di investimenti annui nel 2025 dagli attuali 2 miliardi, con 100mila occupati diretti. Lo scenario di crescita, invece, stima un’accelerazione delle dinamiche e un mercato da 9 miliardi nel 2025.

Strategie d’investimento CDP VC da qui al 2024

Perché ci sia questa accelerazione, però, sono necessarie alcune azioni come quelle per attrarre investimenti esteri: «Lanceremo un fondo di fondi per investitori esteri con dotazione da 400 milioni di euro e andrà a selezionare gestori internazionali, che dovranno garantire capitali investiti in Italia almeno pari al nostro investimento. Si tratterà di ticket medi da 30-50 milioni di euro, leggermente più alto di quello su gestori italiani. Chiederemo poi a questi fondi di assumere competenze italiane che possano lavorare in maniera stabile sul mercato» sottolinea Resmini, che vede la possibilità anche di un ingresso nel mercato dei fondi di venture debt, sul modello della Bei, con ticket di 15-20 milioni.

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