Cinque parole chiave per un nuovo approccio manageriale
Dalle «Lezioni Americane» di Calvino, che compiono 35 anni, stimoli attuali e importanti per immaginare modelli organizzativi e valori comunitari
di Andrea Beretta *
4' di lettura
Il 15 ottobre del 2023 Italo Calvino avrebbe compiuto 100 anni. Del 1988 è la prima edizione delle Lezioni Americane, che compiono 35 anni. Una doppia ricorrenza che va celebrata, un’ottima occasione per scoprire o riscoprire la freschezza delle Lezioni Americane per i manager e, più in generale, per le culture aziendali, in un tempo in cui si sente con forza il bisogno di nuovi stimoli e più avvincenti approcci nell’immaginare modelli organizzativi, stili manageriali e asset valoriali comunitari.
Le Lezioni Americane sono cinque: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità (la sesta, coerenza, è stata solo progettata). Lezioni mai tenute e solo preparate, a causa della prematura morte di Calvino, rese fruibili per tutti e raccolte in un unico libro grazie al lavoro della moglie Esther.
Calvino, nel suo testo, disegna un percorso non facile per i non addetti ai lavori. Ma una lettura attenta e orientata fa emergere significati e declinazioni di queste cinque parole che risuonano utilissime, sia per la loro attualità (la molteplicità, per esempio, richiama l’inclusione), sia per la loro assenza (ce ne fossero di leggerezza e di visibilità, così come lui le intende), sia per la loro puntualità (quanta inutile retorica ha svuotato di senso parole come rapidità ed esattezza).
Calvino parla di “leggerezza pensosa” da opporre a un’idea di leggerezza come superficialità, frivolezza, vaghezza, abbandono. La associa a parole quali cura gentile, sensibilità, tatto, scarto, mobilità, dinamismo. Usa immagini visive per descriverla (la luna); evoca l’eroe leggero Perseo e Mercuzio, personaggio Shakespeariano il cui modo di muoversi nel mondo è caratterizzato da to dance, to soar, to prickle (ballare, levarsi, pungere); e cita Paul Valery, “Il faut etre léger comme l’oiseau, et non comme la plume”. La leggerezza è per Calvino, nel suo lavoro di scrittore, togliere peso e parole: lo dicevano anche Fruttero e Lucentini, lo chiedeva anche Steve Jobs, facendo suo il less is more di Mies Van Der Rohe.
La rapidità ha a che vedere con il ritmo e con la durata, con il buon narrare, con la velocità mentale, con la prontezza di adattamento, con l’agilità dell’espressione e del pensiero. «La rapidità dello stile e del pensiero vuol dire soprattutto agilità, mobilità, disinvoltura». Sottolinea Calvino che “un ragionamento veloce non è necessariamente migliore di un ragionamento ponderato, ma comunica qualcosa di speciale che sta proprio nella sua sveltezza”. Forse brivido, adrenalina, ebbrezza. Viene in mente una frase del famoso pilota Mario Andretti: “Se è tutto sotto controllo, stai andando troppo piano”. E a proposito di dis-correre (che contiene la parola correre) e di comunicazione, Calvino esalta la ricerca di un’espressione necessaria, unica densa, concisa, memorabile.
A pressapochismo, imprecisione, vaghezza, automatismi Calvino contrappone l’esattezza, che associa al rigore, alla precisione, alla cura del dettaglio, alla scelta e alla selezione. Per lui l’esattezza è disegno ben definito e calcolato di un’opera; evocazione di immagini incisive e memorabili; linguaggio il più preciso possibile. Insiste sulla necessità di usare immagini icastiche (dal greco eikastos, rappresentativo, che ha come radice eikon, immagine) ovvero asciutte, essenziali, sottili e capaci di render conto della molteplicità del reale. Cita Leopardi e lo Zibaldone come esempio di tensione de-scrittiva esatta. E racconta di Leonardo che, sul finire degli anni, cerca l’esattezza nella scrittura e finisce per scrivere e disegnare insieme, per spiegarsi meglio.
La visibilità non ha nulla a che fare con il tema dell’essere o non essere visibile, semmai con la questione del rendere visibile. Visibilità per Calvino è saper vedere, saper immaginare, saper rendere visibile qualcosa che visibile non è. È attingere al dentro (all’immaginazione) e al fuori (la realtà esterna) per osare l’inosato, per costruire mondi che non sono, che non sono stati e che magari non saranno mai. È repertorio del potenziale e dell'ipotetico. “È il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi”. Viene in mente Cristoforo Colombo e la sua ostinata ricerca di un’altra strada per raggiungere le Indie e, insieme a lui, tutti i più grandi coraggiosissimi e inconsapevoli “viaggi” di scoperta di nuovi mondi.
Infine la molteplicità, l’opposto della specializzazione, del riduzionismo, della competenza specialistica e verticale. Molteplicità è per Calvino enciclopedismo: “ogni vita - dice sul finire del capitolo - è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili”. Esalta la letteratura come rappresentazione della molteplicità delle relazioni, cita Gadda e la sua scrittura, lancia una sfida ai letterati: “La sfida per la letteratura - e per i manager no? dico io - è sapere tenere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo”.
Ciascuna di queste Lezioni racchiude uno stimolo e una sfida che ogni imprenditore, ogni manager e ogni Leadership Team può cogliere. La molteplicità è un invito a promuovere un pensiero sistemico e a diffondere una cultura inclusiva e rispettosa del valore del singolo. La visibilità è un inno al pensiero divergente, alla visionarietà, alla creatività, all’innovazione, alla ricerca continua di oceani blu. L’esattezza è una richiesta esplicita di una comunicazione chiara, trasparente, incisiva, puntuale e capace di cogliere e raccontare la “realtà sensibile delle cose”. La rapidità esalta, trent’anni prima che se ne cominciasse a parlare nelle aziende, l’agilità di pensiero e di azione. La leggerezza trasferisce un sentimento verso la vita e il lavoro che genera benessere, ben-stare ed equilibrio.
Chi non vorrebbe lavorare in un’azienda leggera, rapida, esatta, visibile e molteplice? In un’azienda che persegue la leggerezza “come antidoto e reazione al peso di vivere”? Che desidera “osare l'inosato” non solo nel business ma anche con le persone? Che crede nella velocità e tollera l’errore? Che si presenta con un “disegno dell’opera” ben definito e calcolato? Forse potrebbe attrarre anche le nuove generazioni. E permettere alle generazioni “meno nuove” di continuare a trovare un sense making smarrito o sbiadito negli anni. Calvino diceva che “la leggerezza, la rapidità, l’esattezza, la visibilità, la molteplicità dovrebbero in realtà informare non soltanto l’attività degli scrittori ma ogni gesto della nostra svagata esistenza”. Alle aziende e a chi le governa l’opzione di raccogliere questo invito.
* Partner di Newton S.p.a.
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