sport invernali

Circo Bianco in pista dalla Finlandia per un business da 40 milioni

a Coppa del mondo, concentrata in Europa a causa della pandemia di Covid-19, riparte da Levi in Finlandia, dove si gareggerà sabato 21 e domenica 22 novembre

di Mario Nicoliello

(ANSA)

3' di lettura

Ricomincia dal circolo polare artico la corsa alla sfera di cristallo, ma causa Covid-19 a Levi, in Finlandia, gareggeranno solo le donne. Così sabato 21 e domenica 22 novembre, sul manto candido nella terra di Babbo Natale, in slalom si esibiranno pure le sciatrici azzurre Marta Bassino e Federica Brignone, rispettivamente prima e seconda nel gigante di apertura disputato in ottobre a Soelden.

Il Coronavirus ha concentrato la coppa del mondo di sci in Europa, con l’annullamento delle tappe nordamericane. Almeno fino a Natale non ci saranno spettatori e il circo bianco vivrà in una bolla, per tutelare la salute di atleti e addetti ai lavori, ma anche per mandare in scena uno show agonistico ormai trasformatosi in business.

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Il ruolo di Eurovisione e Infront

Il valore del circuito supera i 30 milioni di euro, considerando solo le leve di business nelle mani di Eurovisione (l’agenzia che cura la commercializzazione dei diritti tv delle gare austriache e svizzere) e Infront Sports & Media, soggetto che, a seconda del contesto geografico, passa dall’essere semplice distributore dei diritti tv fino a produttore integrale dell’evento. In particolare, in sette Paesi europei, inclusa l’Italia, e in America, esclusi gli Stati Uniti, la società elvetica cura tutta la parte non sportiva, quindi la realizzazione delle immagini, la distribuzione del segnale, la diffusione su tutte le piattaforme nazionali e internazionali, nonché la gestione dei diritti pubblicitari. In un secondo nucleo, comprendente tra gli altri gli Stati Uniti, Infront invece si occupa dei diritti multimediali internazionali, lascando invece alle singole federazioni nazionali la produzione televisiva e la cartellonistica. Infine nei restanti Paesi, tra cui la Norvegia, il colosso rossocrociato gestisce i diritti tv internazionali e quelli pubblicitari.

Il giro d’affari

L’investimento annuo di Infront varia dai 20 ai 25 milioni di euro, a seconda della ripartizione delle gare tra le singole nazioni, con i diritti tv che pesano per il 65% e la cartellonistica per il 35%. Per l’Eurovisione l’investimento si aggira intorno ai 10 milioni, anche in questo caso variabile a seconda del numero di gare annuali. A completare il modello di business ci sono poi i diritti pubblicitari di Austria e Svizzera (gestiti rispettivamente da un’agenzia di Vienna e dalla Federsci di Berna), le voci di ricavo dei singoli comitati organizzatori (ossia biglietteria e sponsor locali) e le attività che le singole Federazioni nazionali gestiscono in proprio senza rivolgersi ad Infront (in alcuni casi solo la cartellonistica, in altri anche i diritti televisivi locali). Per un giro d’affari che mediamente a stagione vale almeno altri 10 milioni.

Audience globale

Ovviamente, in termini di valore economico, ogni gara fa storia a sé, quindi l’importanza di Kitzbuehel è decisamente superiore a quella di una località cinese o giapponese, così come una discesa libera vale più di uno slalom. Stando ai dati pubblicati dalla Federazione internazionale dello sci (Fis), l’anno passato la coppa del mondo ha registrato una audience cumulata di 2 miliardi e 723 milioni di telespettatori, dei quali 368 milioni in diretta. Per gli sponsor – i due principali sono Audi e Longines – è stata calcolata una visibilità di 13.186 ore e un valore mediatico di 183 milioni di euro.

Le tv dettano legge

Un modello del genere sta in piedi nonostante l’assenza degli spettatori sul posto, giacché per le tv la presenza dei tifosi non incide sull’importo dei contratti, già negoziati in passato e di validità pluriennale. I network televisivi sono un player strategico e sovente hanno voce in capitolo nella riprogrammazione degli eventi annullati per il maltempo. Non solo, l’opinione delle tv conta pure nella scelta delle gare, così non ci si stupisce se le combinate si riducano e i paralleli aumentino. La specialità che mette insieme discesa e slalom è infatti difficile da raccontare al telespettatore perché il gesto atletico di un velocista tra i pali stretti non è spettacolare. Al contrario le tv gradiscono i paralleli, anche se gli stessi andranno in futuro ottimizzati in termini di format per tagliare i tempi morti quando il numero di atleti in gara si riduce.

In Italia a dicembre

A livello di attenzione mediatica lo sci alpino è la regina degli sport invernali, pertanto ha la priorità nella costruzione dei palinsesti. Ogni fine settimana infatti occorre incastrare il calendario di sei discipline della Fis (le altre sono fondo, salto, combinata nordica, snowboard e freestyle), evitando le sovrapposizioni. Se ciò non fosse possibile si privilegiano prima l’alpino e poi il salto, le specialità più seguite nei due mercati pubblicitari principali: Germania e Austria. L’Italia è al terzo posto: la Coppa sbarcherà sulla neve tricolore da metà dicembre, con le classiche tappe di Val Gardena, Alta Badia, Madonna di Campiglio e Bormio.

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