Colline e cantine: il Monferrato si reinventa con mappe interattive e Qr Code
Lungo le vie del centro storico di Asti winelover e turisti del gusto tanti appuntamenti fino al 4 ottobre per degustazioni e assaggi di prodotti locali
di Gianni Rusconi
5' di lettura
Orfana del Palio, che quest'anno non si è corso come da tradizione la prima domenica di settembre, e del Festival delle Sagre, rassegna enogastronomica animata da una quarantina di proloco locali, anch'esso annullato (solitamente si tiene il secondo weekend di questo mese), Asti prova comunque a reagire per non disperdere la tradizione e l'attrattività di un territorio che, doveroso ricordarlo, è patrimonio dell'Unesco con il sito Langhe, Roero e Monferrato.
La Douja si vive con il digitale e le misure anti Covid
Il nome deriva dall'antico recipiente in terracotta utilizzato per travasare e versare il vino: la Douja D'Or, inaugurata nel lontano 1967, è sia un concorso enologico nazionale sia (soprattutto) un evento che riempie le vie del centro storico di Asti richiamando winelover e turisti del gusto dall'Italia e dall'estero. Quest'anno va in scena in forma estesa per quattro week end (dal 12 settembre al 4 ottobre, dal venerdì alla domenica sera) e ospita solo denominazioni di vini piemontesi per un'edizione fortemente voluta dalle istituzioni locali (che hanno speso 500mila euro) e di fatto la prima “in presenza” nella Regione dopo il lock-down. Un'edizione anche molto diversa dalle altre, e lo si è capito il giorno dell'inaugurazione: niente assembramenti di folla come negli anni passati, dispositivi di sicurezza e misure di distanziamento ovunque, accessi alle degustazioni rigorosamente contingentati (max 15/20 persone) con prenotazione online obbligatoria dal sito ufficiale e carta dei vini digitale consultabile via smartphone tramite apposito Qr Code.
Le tappe da non perdere sono diverse: Piazza San Secondo con lo stand di Piemonte Land of Perection, organismo che rappresenta 14 consorzi di tutela del vino e propone assaggi di vini piemontesi (si parte da 3 euro a bicchiere) abbinati a prodotti locali Dop e Igp (formaggi, salumi e nocciole); i giardini di Palazzo Alfieri con i bianchi e i rossi del Consorzio Barbera d'Asti e vini del Monferrato; Palazzo Ottolenghi, dove poter assaggiare (con 10 euro) cinque diverse tipologie di Vermouth in miscelazione o in purezza.
Enogastronomia per tutti i gusti nel centro storico
In tutto il periodo della rassegna sono inoltre previste 12 Masterclass dei principali vitigni per gli appassionati del genere (nel Ridotto del Teatro Alfieri) e l'aperitivo della domenica con tre cocktail originali a base Asti e Moscato d'Asti Docg (entrambe le attività costano 15 euro), mentre al servizio di tutti i visitatori opereranno oltre 110 fra bar, ristoranti (da segnalare il “Cavallo Scosso”) e agriturismi per proporre, sempre su prenotazione, l'aperitivo, il piatto o i menu ufficiali della Douja (si va dai 7 ai 70 euro) a base di prodotti locali. Tutti gli esercizi aderenti sono consultabili dal sito dell'evento tramite apposita mappa interattiva. Dal vino al cibo, ad animare le serate della Douja spicca un locale atipico, allestito per l'occasione a Casa Asti in Piazza Roma: tutti i venerdì e i sabato della rassegna si può infatti cenare con 60 euro (prenotazione anche in questa caso obbligatoria e solo 30 i posti disponibili) al ristorante “Il lusso della semplicità” di Alessandro Borghese, che propone cene in abbinamento all'Asti spumante e al Moscato d'Asti Docg, denominazioni di cui lo chef è Ambassador.
D'obbligo, nel solco della tradizione, un salto alla storica Pasticceria Giordanino, fondata nel 1898 dall'omonima famiglia, dove si possono assaggiare fra arredi in stile liberty originali ricette “brevettate” come la polentina, la torta del Palio e la Pan D'La Douja. Una tappa interessante, per gli amanti dei formaggi, è anche Borgo Affinatori, negozio che dalla cascina sulle colline di Asti (dove si possono fare anche percorsi di degustazione mirati) porta in città diversi prodotti derivati dal latte di capra.
Tanta cultura ma pochi stranieri
Come assicura Mario Sacco, Presidente della Fondazione Asti Musei, l'altra protagonista della Douja d'Or 2020 è la cultura, con l'apertura dei palazzi storici cittadini e mostre come “Asti, città degli arazzi”, in esposizione nelle sale di Palazzo Mazzetti dal 18 settembre fino al 17 gennaio 2021. La volontà di far tornare i turisti è quindi forte ma il bilancio dell'estate è decisamente in rosso e la speranza di tutti è che l'autunno, anche in vista della stagione del tartufo, possa ridare fiato a presenze fino all'anno passato targate anche Stati Uniti e Asia, oltre che Francia, Germania e Svizzera. Da settembre a novembre 2019, nello specifico, sono stati 350mila i visitatori da 67 Paesi arrivati nel comprensorio Langhe, Roero e Monferrato, il 40% del totale su base annua. C'è grande voglia di ripartire, ma come ha ammesso anche il presidente di Piemonte Land e del Consorzio Barolo Barbaresco, Matteo Ascheri, “il vino si è venduto e si è prodotto, ma le presenze turistiche sono diminuite e il futuro, per quanto riguarda il turismo enogastronomico, è al momento assolutamente incerto”.
In tour per colline e cantine con il voucher vacanza
Il “Tour di Asti e delle aziende dell'Asti Docg”, con una mezza giornata in vigna presso le aziende produttrici di Asti Spumante e Moscato d'Asti Docg, è per l'appunto una delle tante iniziative organizzate nell'ambito della Douja 2020 (sotto la regia dell'Ente Turismo Langhe, Monferrato, Roero) per ridare fiato all'intera filiera enoturistica provinciale. Fra escursioni a piedi o in e-bike e itinerari storico/artistici, l'obiettivo è anche quello di invogliare i visitatori che hanno colto l'occasione del voucher vacanza 3x1 lanciato dalla Regione Piemonte (3 notti al prezzo di 1 in 400 tra hotel, B&B, campeggi, alloggi e agriturismi convenzionati) a fare tappa nel Monferrato astigiano. Costigliole d'Asti, per esempio, merita una visita per il suo castello medievale con annessa enoteca, una dimora nobile in epoca risorgimentale (vi soggiornò la cugina di Cavour) e oggi sede del Consorzio Barbera d'Asti e vini del Monferrato, oltre che sede di eventi e manifestazioni. Poco lontano, sulle colline, si trova anche la località Bric del Lu, con una vista a 360 gradi su Langhe e Monferrato e il vanto di una delle panchine giganti (dedicata alla poetessa Teresa Mastallone) realizzate dal designer americano Chris Bangle. A Canelli, invece, dove per mangiare si può passare all'Osteria dei Meravigliati, è nato il primo spumante metodo classico italiano e si possono visitare le cattedrali sotterranee per la fermentazione in bottiglia delle cantine Bosca, Coppo, Contratto e naturalmente Gancia, il cui castello di famiglia domina dall'alto il borgo dagli inizi del 1800.
La cantina artigianale Contratto, una delle più storiche del Monferrato (è nata nel 1866), apre al pubblico per tour e degustazioni i suoi 6mila metri quadri di gallerie dove sono stivate circa 1,2 milioni di bottiglie e dove il “remuage” è fatto completamente a mano. L'attuale proprietario della cantina, Giorgio Rivetti, che l'ha acquistata nel 2011 dalla famiglia Bocchino, si dice sicuro del fatto che l'Alta Langa possa diventare in futuro l'area di riferimento in Italia, per qualità della terra e dei vitigni, per la produzione del metodo classico, con tutte le possibili ripercussioni per lo sviluppo del turismo enogastronomico in questo comprensorio.
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