Con la favorita “Jeanne du Barry”, Maïwenn e Johnny Depp aprono il Festival di Cannes
La 76esima edizione della manifestazione francese apre i battenti con il lungometraggio in costume della regista e il ritorno dell'attore americano
di Andrea Chimento
2' di lettura
Si è alzato il sipario sulla 76esima edizione del Festival di Cannes: la kermesse francese, in programma fino al 27 maggio, è stata inaugurata da “Jeanne du Barry”, film d'apertura della manifestazione e ritorno davanti alla macchina da presa di Johnny Depp.
Alla regia Maïwenn, beniamina della Croisette, che veste anche i panni della protagonista Jeanne, ragazza nata nel 1743 che, nonostante le sue umili origini, ha sempre avuto una forte predilezione per la cultura: grazie alla sua intelligenza e al suo grande fascino, è riuscita a salire i gradini della scala sociale, entrando addirittura nelle grazie di re Luigi XV, fino a diventare la sua favorita.
“Jeanne du Barry” è un lungometraggio in costume
Presentato fuori concorso, “Jeanne du Barry” è un lungometraggio biografico in costume, che mescola varie ispirazioni tratte da numerosi lungometraggi del passato: dall'irraggiungibile “Barry Lyndon” di Stanley Kubrick, richiamato per l'uso delle candele, fino a “Le relazioni pericolose” di Stephen Frears.Come quest'ultimo, il film di Maïwenn si concentra decisamente sugli intrighi di corte, attraverso la passionale storia d'amore che porterà Luigi XV a infrangere le regole del decoro e dell’etichetta, permettendo a Jeanne du Barry di trasferirsi a Versailles e vivere sotto il suo stesso tetto. L’arrivo di Jeanne darà origine a un vero e proprio scandalo.
Un ritratto al femminile elegante ma con troppi stereotipi
Maïwenn torna dietro la macchina da presa tre anni dopo “DNA – Le radici dell'amore” per dare vita a un intenso ritratto al femminile che parla di libertà, indipendenza e passione, descrivendo con attenzione non solo il romanticismo tragico della relazione dei protagonisti, ma anche le usanze della corte reale.La storia di Jeanne du Barry è indubbiamente molto sentita dalla regista transalpina, ma la sceneggiatura cade in troppi stereotipi e manca buona parte di quel pizzico di originalità narrativa quasi necessaria in un'operazione di questo tipo.L'autrice di “Polisse” (film del 2011 che rimane ancora oggi il suo lavoro migliore) è comunque riuscita a costruire una pellicola di discreta eleganza, ma priva di quei guizzi stilistici che l'avrebbero resa più interessante e originale.
Maïwenn recita intensamente e trova una buona armonia con un ritrovato Johnny Depp (forse il più atteso dell'intero tappeto rosso di questa prima giornata), qui alla sua prima apparizione sul grande schermo dopo il processo contro l'ex moglie Amber Heard, svoltosi nel corso del 2022 e che ha avuto un grandissimo eco mediatico.Da un film scelto in apertura al Festival di Cannes, però, era lecito attendersi qualcosa di più, soprattutto in termini di coraggio.
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