Con una ricetta si prescriveranno visite e controlli in telemedicina: al via dal 2024
Parte il piano previsto dal Pnrr con un investimento di 1 miliardo. Entro metà marzo l’Agenas definirà i fabbisogni: la platea cioè di pazienti e di sanitari coinvolti
di Marzio Bartoloni
I punti chiave
3' di lettura
È ufficialmente partito il conto alla rovescia per la telemedicina nel Servizio sanitario nazionale: tra meno di un anno e cioè dal 2024 gli italiani potranno ricevere da casa visite on line, controlli dei parametri a distanza o consulti tra più specialisti sulle patologie di cui soffrono. Il countdown di questa mini rivoluzione annunciata con il Pnrr che sulla telemedicina investe 1 miliardo è scattato con l’assegnazione nei giorni scorsi ad Almaviva ed Engineering della gara per la creazione e la gestione della piattaforma nazionale di telemedicina, l’infrastruttura che guiderà le Regioni nell’erogazione dei servizi.
Al via dal 2024: basterà la ricetta del medico
Intanto proprio in questi giorni Agenas, l’Agenzia dei servizi sanitari regionali che è anche Agenzia per la Sanità digitale, sta definendo i fabbisogni (la platea cioè di pazienti e medici coinvolti) per arrivare così ad aprile ai bandi che assegneranno 750 milioni alle Regioni per i loro programmi. Obiettivo è farsi trovare pronti a inizio 2024 quando partiranno le prime prestazioni di telemedicina targate Ssn - prescritte dunque con ricetta del medico (gratuite o con il ticket) - in modo che dall’anno successivo si entri a regime curando on line, come prevede il Pnrr, almeno 200mila italiani. «Grazie alla piattaforma - ha spiegato il ministro della Salute Orazio Schillaci - i professionisti sanitari potranno disporre di nuovi strumenti validati per operare efficacemente in ogni processo individuale e multi-disciplinare e allo stesso tempo verrà anche migliorata l'accessibilità dei pazienti alle cure e alle prestazioni. Saremo quindi in grado, grazie alla telemedicina, di dare risposte tempestive e di qualità alla domanda di servizi sanitari sul territorio».
Come funziona la piattaforma nazionale
Engineering (come azienda mandataria) insieme ad Almaviva - entrambe con una lunga esperienza nel digitale - si sono dunque aggiudicati la gestione della piattaforma nazionale della telemedicina per 10 anni a fronte di un canone di 235 milioni di euro, parte del miliardo messo a disposizione dal Pnrr. Il timing prevede innanzitutto una fase di progettazione e realizzazione prima di passare alla messa on line a fine 2023 in modo così di agganciare i servizi regionali a partire dal 2024. Ma quale sarà il suo compito? Innanzitutto quello di assicurare che le prestazioni siano erogate in modo omogeneo in tutta Italia rispettando appunto gli standard nazionali attraverso tutta una serie di strumenti (codifiche, nomenclatori e sistemi di definizione di linee guida e best practice e percorsi diagnostici terapeutici assistenziali). Le prestazioni ovviamente sono quelle delineate nei provvedimenti firmati dal ministero della Salute e in particolare: televisite, telemonitoraggi e telecontrolli e teleconsulti.
Il dialogo con le Regioni e la gestione dei dati
Grazie alla piattaforma saranno definiti una serie di requisiti, procedurali e informatici, che ogni sistema regionale dovrà rispettare e mantenere nel tempo. Questa omogeneità consentirà così l’interoperabilità di dati, ossia il dialogo costante tra la piattaforma e i servizi regionali, consentendo un costante scambio di informazioni e, quindi, anche di esperienze. In modo così, se sarà necessario, di correggere il tiro. Non solo: la piattaforma dovrà garantire ovviamente anche la sicurezza dei dati sanitari (applicando le direttive dell’Agenzia di cybersicurezza nazionale) che saranno trattati anche per verificare la corretta erogazione delle prestazioni. Gli stessi sempre attraverso la piattaforma confluiranno nell’ecosistema nazionale dei dati sanitari in comunicazione anche con il nuovo fascicolo sanitario elettronico. Un flusso che aiuterà anche a pianificare meglio la spesa sanitaria e a programmare le cure in una ottica di medicina predittiva.
Ad aprile i bandi per le Regioni
Dopo l’avvio della piattaforma il prossimo passo sarà il bando previsto per aprile per le Regioni (Lombardia e Puglia faranno da capofila) che si vedranno assegnare i restanti 750 milioni del Pnrr: entro metà marzo l’Agenas - che tira le fila del piano sulla telemedicina con il suo direttore Domenico Mantoan - comunicherà i fabbisogni in base ai piani operativi già inviati dalle Regioni. Questi fabbisogni serviranno a individuare la platea di pazienti cronici coinvolti nelle cure on line e gli operatori sanitari necessari per le prestazioni in particolare per telemonitoraggi e telecontrolli. Tra i target delle nuove prestazioni di telemedicina ci sono in particolare i pazienti diabetici, quelli con patologie respiratorie e cardiologiche, ma anche pazienti oncologici e neurologici.
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