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Con «Una rete per l’inclusione» avviati al lavoro 215 ragazzi in stato di detenzione

Progetti personalizzati, divisi fra Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, per favorire il reinserimento sociale di giovani di età compresa fra i 16 e i 24 anni con procedimenti penali

di Redazione Scuola

3' di lettura

Sono 215 i progetti personalizzati, divisi fra Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, per favorire il reinserimento sociale di giovani di età compresa fra i 16 e i 24 anni, con procedimenti penali e attualmente affidati ai servizi della Giustizia minorile. Era questo l'obiettivo che si era proposto il progetto “Una rete per l'inclusione”, che si è concluso il 17 aprile e i cui risultati sono stati presentati a Bari, alla presenza dei vertici del ministero della Giustizia, dei rappresentanti della Giustizia minorile delle regioni coinvolte e degli enti del Terzo settore e del privato sociale che hanno curato la realizzazione dei progetti.

Il coinvolgimento

In un periodo di circa 15 mesi fra il 2022 e il 2023, i 215 tirocinanti, fra cui 32 ragazze e 15 ragazzi in stato di detenzione negli Istituti penali minorili, sono stati coinvolti in progetti di 6 mesi durante i quali hanno potuto usufruire di percorsi personalizzati di apprendimento e inserimento professionale in diversi ambiti. Grazie al supporto di oltre 250 fra tutor della Giustizia, operatori sociali e tutor aziendali, i tirocinanti sono stati infatti inseriti in aziende e attività artigiane in diversi settori commerciali, dalla meccanica ai servizi, dalla ristorazione alla cura del verde. Scelte fatte dagli stessi tirocinanti al termine di un primo periodo di formazione e apprendimento.
In Campania sono stati 55 i tirocinanti, di cui 45 in esecuzione penale esterna (28 a Napoli e 17 a Salerno) e gli altri dell'Istituto penale di Airola e dei Centri di Nisida. Per Antonio Sangermano, capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del ministero della Giustizia, «questo progetto ha offerto un'importante opportunità innanzitutto ai giovani beneficiari, che hanno potuto sviluppare competenze professionali e relazionali, che per molti di loro si sono già tradotte in un favorevole ingresso nel mondo del lavoro. Allo stesso tempo, il Dipartimento ha rafforzato un ruolo di snodo fra Giustizia minorile e società civile, favorendo e valorizzando la funzione rieducativa della formazione professionale e riconoscendo il fondamentale ruolo volto dal privato sociale nel costruire una rete essenziale nei percorsi di inclusione e riabilitazione sociale».

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Il raggruppamento per la realizzazione

Le attività progettuali sono state realizzate da un raggruppamento costituito dal Consorzio Mestieri Puglia (capofila) insieme a La Città Essenziale Consorzio di Cooperative Sociali-Matera, Cooperativa Prospettiva Soc. Coop. Sociale Catania, Associazione Inventare Insieme (Onlus)-Palermo, Centro Studi-Opera Don Calabria-Verona, Co.Re. (Cooperazione e Reciprocità) - Consorzio di cooperative sociali-Società Cooperativa Sociale-Napoli, Mestieri Campania Consorzio di Cooperative Sociali Società Cooperativa Sociale-Salerno, Farimpresa srl-Locri).
Vito Genco, presidente di Mestieri Puglia, coordinatore del progetto, ha affermato che «il lavoro è lo strumento per riconsegnare questi ragazzi alle proprie comunità, reinserendoli in contesti con regole e re-lazioni sociali. Oltre al risultato già raggiunto con oltre 20 assunzioni, questo progetto ci ha permesso di creare una rete di soggetti istituzionali, enti ed associazioni che nel territorio sono pronti ad intervenire, prendendosi cura dei giovani».
Per Antonio Lombardi, del Centro per la Giustizia Minorile della Campania, «è stato un progetto molto importante che ha rotto stereotipi e aperto spazi per nuova relazione fra il mondo della Giustizia minorile e quello delle imprese, spesso riluttanti ad accogliere ragazzi con un passato penale. Ci ha confermato la necessità di trasformare la rete di coloro che si occupano del disagio giovanile in un sistema nel quale tutti si incontrano, concordano metodi e strumenti di intervento, aperti al territorio».

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