Confindustria: «No alla tassa occulta degli obblighi fiscali: 238 ore/anno»
di Nicoletta Cottone
2' di lettura
«Un'impresa-tipo italiana per assolvere correttamente gli obblighi fiscali necessita di circa 30 giornate lavorative, pari a 238 ore». Lo ha denunciato, parlando di «tassazione occulta», il presidente del gruppo tecnico fisco di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso dell’audizione sul Ddl semplificazione fiscale dinanzi alla commissione Finanze alla Camera. Nella proposta di legge
ci sono disposizioni per la semplificazione fiscale, per il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e per il contrasto all'evasione fiscale,
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Il tempo perso in adempimenti fiscali potrebbe essere impiegato nella produzione
E il tempo perso potrebbe essere impiegato per aumentare la produzione. «Si tratta di tempo perso - ha sotolineato Bonomi - di tempo che ha un costo, di tempo che le imprese preferirebbero impiegare facendo ciò che gli riesce meglio: produrre. E iniziative come quella di oggi, però, possono invertire la rotta». Secondo Bonomi «la miglior medicina per la complessità del sistema fiscale è facile da reperire ed è il rigoroso rispetto dello Statuto dei diritti del contribuente. In questa legge, che ha conquistato il triste titolo di 'legge più derogata d'Italia', vi è l'antidoto per ogni inefficienza che sgretola il rapporto tra i contribuenti e il fisco».
Con l’avvento della fatturazione elettronica abolire split payment
Secondo Bonomi “un nodo cruciale” riguarda l'Iva. «Siamo - ha sottolineato - alle soglie di un cambiamento epocale: l'avvento della fatturazione elettronica. E Confindustria ritiene che con la disponibilità immediata di dati e informazioni che fatturazione elettronica garantirà si debba procedere all'abolizione dello split payment, introdotto in deroga temporanea alle norme ordinarie in materia Iva per perseguire le medesime finalità anti frode». Una decisione in questo senso, ha fatto rilevare, «garantirebbe una maggiore liquidità alle imprese».
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Innalzare la soglia di compensazione per i contribuenti fedeli
Per i contribuenti più affidabili, inoltre, «dovrebbe essere innalzata la soglia di compensazione dei crediti fiscali fino a 1 milione di euro, poiché per molte imprese l'attuale soglia di 700mila euro non è idonea ad assorbire i crediti tributari maturati. Analogamente, non dovrebbe essere più procrastinato un intervento sulle modalità di recupero dell'Iva relativa ai crediti non riscossi e caduti in procedure concorsuali».
Una commissione per misure di contrasto all’evasione
Bonomi ha ricordato che «esistono norme, regimi speciali, preclusioni specifiche, introdotti in decenni di 'guerra all'evasione', condotta sparando nel mucchio, e poi rimasti come doveri fini a se stessi. Per tale motivo, sarebbe utile, anche ai fini della semplificazione, istituire una commissione, simile a quella sulle 'tax expenditure', per la verifica periodica dell'efficacia e dell'utilità delle misure di contrasto all'evasione». E il recupero di risorse da evasione dovrebbe essere destinato, ha detto ancora Bonomi, «alla riduzione della pressione fiscale sulla generalità dei contribuenti, indipendentemente dalla consistenza delle somme recuperate, anche un solo centesimo. Verrebbe, così, trasmesso il messaggio in base al quale il recupero non beneficiano alcuni, ma la più ampia platea possibile di contribuenti».
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