Connettività in auto: querelle tra Wi-Fi e 5G
di Luca Figini
2' di lettura
Lo standard di comunicazione tra le connected car ha un nome: C-V2X, ossia connettività “Vehice to everything” (veicolo verso qualsiasi cosa). La sigla è abbastanza ermetica ma definisce una piattaforma che serve per gettare le basi dell'automotive presente e futura. E stiamo parlando dall'evoluzione dei sistemi di sicurezza attiva e passiva (Adas), fino all'interfaccia tra il veicolo e gli altri veicoli, i pedoni, i dispositivi elettronici IoT e l'intera infrastruttura cittadina.
Va da sé che il C-V2X è il minimo comune denominatore dei sistemi di infotainment più evoluti e dei meccanismi automatici che sfoceranno nella self driving car, l'auto che si guida da sola. Fin qui nulla da dire; laddove si annida il vulnus è nella tecnologia che permette di dare vita al flusso dei dati. Sembra incredibile ma la competizione è tra due sistemi di connettività complementari nel mondo informatico ma contrapposti in quello veicolare: Wi-Fi e 5G. Sì, perché la Commissione europea deve capire quale adottare come standard.
Una saggia conclusione sarebbe quella di adottarle entrambe, affrontando il problema della interoperabilità. Invece i Paesi membri sembrano più orientati verso il Wi-fi, perché è una tecnologia collaudata e assicura compatibilità retroattiva con le tecnologie già in essere. D'atro canto il 5G nel suo “dialetto” 5G-V2X permetterebbe agli operatori telefonici di estendere il raggio d'azione delle infrastrutture cellulari e garantirebbe prestazioni superiori, per via della latenza ridotta e dell'estesa flessibilità d'uso all'interno degli oggetti esterni all'auto (dai lampioni ai semafori, passando per le allerte di sicurezza, il traffico e l'interazione con i dispositivi mobili).
Questa scelta crea una spaccatura politica e commerciale. Da una parte il Wi-fi nella sua implementazione 802.11p (5,9 GHz per garantire un'elevata efficienza anche di ridondanza) è preferito da alcune case storiche, tra cui Volkswagen, Renault e Toyota. Dall'altra parte il 5G è diffuso in un ecosistema variegato tra cui Jaguar Land Rover, Ford, Nokia, Qulacomm, Huawei, Bwm, Daimler e i gestori telefonici. Senza dimenticare che questa piattaforma è operativa anche in altri continenti, tra cui Cina e Stati Uniti, mentre il Wi-fi sarebbe confinato al mercato europeo. La soluzione ideale sarebbe di adottare a livello governativo un approccio agnostico che punti alla sinergianella quale è il fine (sicurezza e connettività in auto) giustifica il mezzo (Wi-fi o 5G).
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