Via libera in Cdm al Ddl sull’Autonomia differenziata. Meloni: coerenti con mandato dei cittadini
Sì alle misure messe a punto dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli. «Un giorno storico»
di Nicola Barone
I punti chiave
- Calderoli: il centralismo ha creato sperequazioni
- Non divide Paese ma fa accelerare tutti
- Finanziamento Lep prima di dare funzioni a Regioni
- Alle Camere 60 giorni per atti di indirizzo su intese
- Intese Stato-Regione per massimo 10 anni
- Fitto: testo pienamente condiviso, ok all’unanimità
- Salvini in chat leghisti, altra promessa mantenuta
- Berlusconi: iter avviato, concluso solo con Lep
- Boccia: governo di pasticcioni, non c’è un euro
- Conte: Meloni svende l’Unità d’Italia a Salvini
- Calenda: è l’ennesima presa in giro elettorale
5' di lettura
C’è il via libera del Consiglio dei ministri al Ddl sull’Autonomia differenziata. A dimostrare «ancora una volta che questo governo manterrà gli impegni presi, la coerenza con il mandato avuto dai cittadini, per noi, è una bussola», è stato il commento della premier Giorgia Meloni subito dopo il varo. Quanto alla sostanza, «la fissazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, in questi anni mai determinati, è una garanzia di coesione e unità. Un provvedimento che declina il principio di sussidiarietà e dà alle Regioni che lo chiederanno una duplice opportunità: gestire direttamente materie e risorse e dare ai cittadini servizi più efficienti e meno costosi». Saranno i governatori a dover “negoziare” i poteri con lo Stato, più o meno tra un anno secondo la tabella di marcia ipotizzata, ma il progetto divide i governatori con quelli del Pd già pronti alle barricate.
Calderoli: centralismo ha creato sperequazioni
L’Italia «è un treno che può correre se ci sono Regioni che fanno da traino e altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione». Parla di un «giorno storico» il ministro che più ha legato il suo nome alla riforma, Roberto Calderoli. L’immagine utilizzata dall’esponente leghista mira a spegnere in anticipo il fuoco delle polemiche, già in larga parte divampate. «L’esistenza di cittadini di serie A e serie B è una realtà, in cui la sperequazione non riguarda solo le differenze tra Nord e Sud, ma anche tra diversi territori», precisa il ministro. Per poi aggiungere che è, questo sì, «un problema che va risolto e non può essere attribuito all’ Autonomia differenziata, frutto piuttosto di una gestione centralista».
Non divide Paese ma fa accelerare tutti
Entro il 2023 dovrebbero arrivare in porto l’approvazione della legge, dei Lpe e dei costi dei fabbisogni standard. «Dall’inizio del 2024 inizieremo a considerare l’aspetto delle richieste e delle intese» con le Regioni, stando alle previsioni di Calderoli. Tuttavia le norme arrivano in un quadro di non univoca accoglienza da Nord a Sud. «Con l’autonomia differenziata non si vuole dividere il Paese, né favorire Regioni che già viaggiano a velocità diversa rispetto alle aree più deboli dell’Italia», mette preventivamente in chiaro la relazione illustrativa della bozza approvata dall’esecutivo. «L’auspicio è che tutti aumentino la velocità: sia le aree del Paese che con l’autonomia possono accelerare sia quelle che finalmente possono crescere. A tal fine, il fondo di perequazione previsto dall’articolo 119, terzo comma, della Costituzione, dovrà essere utilizzato anche dalle regioni che non fanno richiesta dell’autonomia differenziata. In questo modo cresce l’Italia».
Finanziamento Lep prima di dare funzioni a Regioni
Passando al merito di uno dei nodi più delicati, in base al testo licenziato se dalla determinazione dei Lep derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, le funzioni possono essere trasferite dallo Stato alla Regione «solo dopo l’entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie coerenti con gli obiettivi programmati di finanza pubblica». Si tratta di una specificazione che non era prevista nella bozza del testo diramata lunedì sera.
Alle Camere 60 giorni per atti di indirizzo su intese
Sullo schema di intesa preliminare fra Stato e Regione, dopo il parere della Conferenza unificata o comunque entro 30 giorni, le Camere hanno 60 giorni «per l’esame da parte dei competenti organi parlamentari, che si esprimono con atti di indirizzo», udito il presidente della Giunta regionale.
Intese Stato-Regione per massimo dieci anni
Le intese fra Stato e Regioni durano massimo dieci anni, e possono essere rinnovate per pari durata, salvo che una delle due parti manifesti una volontà differente dodici mesi prima della scadenza, e non più sei come previsto in una prima ipotesi. Ciascuna intesa può prevedere casi e modalità con cui lo Stato o la Regione possono chiedere la cessazione, che è deliberata con legge a maggioranza assoluta delle Camere.
Fitto: testo pienamente condiviso, ok all’unanimità
In conferenza stampa il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto dà atto a Calderoli «di aver svolto un lavoro di cucitura nel rapporto con tutti gli interlocutori, sia all’interno del governo che nel sistema istituzionale, per accogliere tutti i suggerimenti e migliorare e integrare questo testo». Fino al traguardo di «un testo pienamente condiviso, approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri con grande convinzione e consapevolezza».
Salvini in chat leghisti, «altra promessa mantenuta»
«Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci. Autonomia approvata in Consiglio dei ministri, altra promessa mantenuta». Questo il testo del messaggio che il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha inviato nelle chat dei parlamentari e dei consiglieri regionali della Lega, dopo l’approvazione del disegno di legge.
Berlusconi: iter avviato, concluso solo con Lep
Anche il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi plaude al passo. «Con l’approvazione del testo sull’Autonomia in Consiglio dei ministri, questo governo passa dalle parole ai fatti. Grazie al decisivo contributo di Forza Italia, non ci saranno cittadini di serie A e di serie B. Anche questo impegno è stato mantenuto. Questo è l’avvio di un percorso che dovrà essere condiviso in Parlamento, dove il testo potrà essere ulteriormente migliorato e che potrà ritenersi concluso soltanto dopo la definizione dei Lep e del loro effettivo finanziamento».
Boccia: governo di pasticcioni, non c’è un euro
Tutt’altra aria si respira dalle parti dell’opposizione. «La conferenza stampa dei ministri conferma una sola certezza: è un governo di pasticcioni. Il ministro Calderoli ci dice che è una “quasi approvazione”. Prima calpesta le Conferenze (Stato-Regioni e Unificata) ignorandole, poi va in Cdm e dice che hanno approvato un testo che addirittura applaudono, ma poi in conferenza stampa comunica che tornerà indietro per passare per le Conferenze sinora ignorate e per poi tornare in Cdm. Mai visto un caos così». Francesco Boccia, senatore Pd e responsabile Regioni e enti locali della segreteria nazionale smonta l’intera operazione. «Il testo conferma lo Spacca-Italia. Non c’è un euro, si ribadisce l’invarianza di spesa con l’articolo 8, nonostante gli 80-100 miliardi di disparità territoriali tra Sud e aree interne e aree più sviluppate, e con l’articolo 5 si consente l’aumento dei tributi locali. Un obbrobrio che va fermato in tutti i modi. Ci aspettiamo che il primo voto negativo avvenga nelle Conferenze che devono essere immediatamente convocate. Senza il voto preventivo di Regioni e Comuni il testo non può essere trasmesso al Parlamento».
Conte: Meloni svende l’Unità d’Italia a Salvini
«La patriota Meloni paga il dazio a Salvini per tenerlo in maggioranza. Svende l’Unità d’Italia per qualche voto in più». Così il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte in una diretta sulla sua pagina Facebook.
Calenda: è l’ennesima presa in giro elettorale
«L’approvazione del Ddl Autonomia in Cdm è l’ennesima presa in giro elettorale di una politica che fa propaganda sull’assetto istituzionale dello Stato. Questa roba arriva in Parlamento fra 6 mesi. Ma lo approvano di corsa e male la settimana prima delle elezioni regionali», scrive invece su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda.
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