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Contro i rincari delle bollette lo scudo è l’autoproduzione energetica

Chi investe sull’energia ha ritorni rapidi e chi studia sostenibilità ha il lavoro assicurato secondo il Rapporto Sviluppo sostenibile Sole 24 Ore

di Laura La Posta

Donnarumma (Terna): "Vera alternativa al gas russo sono le rinnovabili"

I punti chiave

  • Benefici rapidi e tangibili dall’autosufficienza e dall’efficienza energetica
  • La mobilità elettrica ridisegna le filiere industriali
  • Si prevede un boom degli occupati sulla sostenibilità

3' di lettura

Le imprese che hanno investito sull’autosufficienza e sull’efficienza energetica e hanno minimizzato per tempo la dipendenza dal gas russo stanno traendo grandi benefici dalla loro scelta e avranno un ritorno sull’investimento in tempi più brevi del previsto. Per fortuna, pur nel difficile periodo della pandemia, molte imprese in Italia hanno fatto questa scelta: secondo il Digital energy efficiency report del Politecnico di Milano, nel 2021 gli investimenti in efficienza energetica in ambito industriale sono stati pari a oltre 2,2 miliardi di euro: il 90% spesi in hardware e il resto in tecnologie e soluzioni digitali. Lo fotografa il Rapporto Sviluppo sostenibile pubblicato dal Sole 24 Ore il 27 settembre.

Ritorni sull’investimento più rapidi del previsto

Sull’inserto, Vittorio Chiesa (direttore scientifico dell’Energy & Strategy team del Politecnico) segnala che in uno scenario di prezzi dell’energia elevati (ad esempio, elettricità 350 €/MWh e gas 200 €/MWh), il tempo di ritorno di un investimento in cogenerazione può facilmente scendere sotto l'anno e mezzo, dai più di due anni pre-crisi energetica, che e l'IRR (l’internal rate of return) può avvicinarsi al 70%. Se si considerano gli interventi di efficienza energetica collegati all'illuminazione si possono raggiungere 2 anni di payback e oltre il 40% di IRR: uno scenario ben più favorevole dei 7 anni preventivati qualche anno fa (con IRR appena del 15%).

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Ha visto giusto, quindi, chi ha investito o sta investendo adesso in autoproduzione di energia o in efficienza. Nel 2021 gli investimenti sono cresciuti dell'8% rispetto al 2020, risultato che evidenzia la propensione del settore industriale a effettuare investimenti in questa direzione. Tra le tecnologie più diffuse spiccano cogenerazione, sistemi di combustione efficienti, illuminazione smart, sistemi di condizionamento efficienti.

Esperti concordi: è il momento di investire sull’energia

Il Rapporto Sviluppo sostenibile traccia un quadro chiaro dei benefici di questi investimenti, ad esempio nel settore dei trasporti pubblici (emblematiche le case history del Gruppo FS in Italia e della nuova Elizabeth line a Londra).

Come noto, con il protrarsi della guerra in Ucraina e le conseguenti forti tensioni con la Russia, si profilano un autunno e un inverno con rialzi dei prezzi dell'energia e scarsità di gas. Gli esperti e gli imprenditori interpellati dal Sole 24 Ore invitano ad accelerare sulle rinnovabili, sull'approvvigionamento da altri Paesi (che però ha tempi lunghi di concretizzazione) e soprattutto sull'autogenerazione di energia. Le migliori aziende, anche italiane, hanno già impianti fotovoltaici o di cogenerazione (per ricavare energia dal calore, dagli scarti produttivi, dal riciclo delle materie prime secondarie). Chi non ha impianti di questo tipo si sta attrezzando. O farebbe bene ad attrezzarsi, vista la scarsità di gas che si profila. Necessario accelerare anche su biometano e idrogeno verde. Importante puntare anche sull'efficienza energetica.

Quanto alla mobilità privata, i carburanti tradizionali lasceranno sempre più il passo alle alimentazioni elettriche, anche per compliance normativa europea. Il Rapporto del Sole 24 Ore fa il punto sulla mobilità elettrica, sotto il profilo industriale, in Europa (Italia e Germania in primis) e in Cina, Paese pioniere della comparto. L’Italia, invece, deve rifocalizzare sull’elettrico la sua filiera della componentistica auto e serviranno tempo e investimenti,

Si prevede un boom di assunzioni sulla sostenibilità

Dalla transizione green in atto si prevedono comunque positivi risvolti occupazionali. Tre quarti dei responsabili della sostenibilità nelle imprese italiane prevede di incrementare l'organico delle loro unità organizzative nei prossimi tre anni. E il 37% stima che le aziende cominceranno ad introdurre esperti di sostenibilità anche nelle funzioni produttive, di marketing, amministrative, finanziarie, quindi non nella funzione dedicata. Lo fotografa l'Osservatorio promosso da Sustainability Makers, l'associazione dei professionisti della sostenibilità, in collaborazione con Altis Università Cattolica e con l'Università degli studi di Milano. La ricerca, presentata in anteprima sul Rapporto Sviluppo sostenibile del Sole 24 Ore, ha coinvolto un ampio campione di manager della sostenibilità e professionisti del settore.

«Queste percentuali evidenziano come la sostenibilità sia un ambito professionale su cui i giovane possono ragionevolmente investire: raddoppieranno infatti le possibilità di ingresso nel mondo del lavoro cavalcando il trend in crescita della transizione ecologica - ha dichiarato Marisa Parmigiani, presidente di Sustainability Makers -. Ma è opportuno ipotizzare due percorsi formativi diversi. Da una parte le scelte di percorsi tecnici, a vocazione scientifica, per accedere alle specifiche unità organizzative, dall'altro le scelte formative “ibride”, con focus sul change management, che cercano di combinare specifiche competenze funzionali di marketing, produzione, finanza con quelle della sostenibilità».


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