Cooperative, l’Italia pesa il 3% del fatturato mondiale
Le 14 maggiori coop italiane, da Conad a Cir Food, valgono 66,82 miliardi di dollari, secondo i dati del World Cooperative Monitor
di A.Mac.
I punti chiave
3' di lettura
Nella classifica del World Cooperative Monitor le cooperative italiane sono passate da 13 a 14. Complessivamente, in base ai dati del 2020, valgono 66,82 miliardi di dollari, più del 3% del fatturato totale delle 300 più grandi cooperative al mondo. Il Report dedica un capitolo specifico al tema della digitalizzazione, evidenziando in che modo i grandi gruppi cooperativi hanno saputo adattarsi ai cambiamenti derivanti dall'uso degli strumenti digitali.
Conad la maggiore tra le italiane
L'Istituto Europeo di Ricerca sulle Imprese Cooperative e Sociali (Euricse) e l'Alleanza Internazionale delle Cooperative (Aci) hanno presentato la nuova edizione del World Cooperative Monitor, durante un seminario in collaborazione con Icett. I dati raccolti a livello mondiale si riferiscono però al 2020. In quell’anno, rispetto all’edizione precedente, sostanzialmente invariati rispetto alla precedente edizione si presentavano i migliori piazzamenti di Conad, che occupa il 26° posto, e di Coop Italia, che segue al 29° posto.
La principale novità italiana in quell’anno era l’ingresso in classifica dell’ex Manutencoop al 293° posto. Dal 2018 l’organizzazione ha però avviato un processo di transizione verso un modello di società per azioni con la denominazione di Rekeep. I ricercatori hanno incluso comunque la cooperativa nella classifica (dati 2020) sulla base della deliberazione della “holding” che è del 2022: «a decorrere dal 1 febbraio 2022, a seguito della deliberazione dell'Assemblea straordinaria dei Soci del 27 novembre 2021 ed al completamento degli adempimenti relativi al processo di trasformazione in ottemperanza alle disposizioni di legge applicabili, Manutencoop Società Cooperativa ha cambiato forma giuridica, diventando una società per azioni e ha assunto la denominazione Msc Società di Partecipazione tra Lavoratori Spa». Ora Msc è la società che controlla il Gruppo Rekeep e coordina Reekeep Spa.
Nella classifica del 2020, relativamente all’ambito dei servizi, l’ex Manutencoop era seconda, seguita da Coopservice, terza, Fai Service, sesta, Cns, ottava e Cir Food Sc, nona. Nel commercio troviamo Conad e Coop Italia rispettivamente settima e ottava, mentre tra le industrie il gruppo Sacmi- Società Anonima Cooperativa Meccanici Imola - è all'ottavo posto. Nel settore finanziario il Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea è al nono posto.
Assicurativo, settore numero uno
Il fatturato complessivo delle 300 più grandi organizzazioni cooperative ha toccato nel 2020 2.171 miliardi di dollari: il settore assicurazioni (101 imprese) rappresenta la fetta più consistente, poi seguono quello agricolo (100 imprese), e quello del commercio all'ingrosso e al dettaglio (59 imprese).Sono lievi le variazioni, rispetto allo scorso anno, nelle prime posizioni in tutti i settori. Guardando ai vertici della Top 300 (la classifica delle 300 cooperative più grandi al mondo) il podio vede al primo posto la francese Groupe Crédit Agricole, seguita dalle tedesche Rewe group e Cooperative Financial Network Germany – Bvr, rispettivamente al secondo e terzo posto.
Più presenza negli Stati Uniti, in Francia e Germania
La maggioranza delle organizzazioni in classifica si trovano nei Paesi industrializzati: gli Stati Uniti sono presenti con 71 imprese, la Francia con 42, la Germania con 31 e il Giappone con 22. Il World Cooperative Monitor presenta anche una classifica di fatturato in relazione al PIL pro-capite, con il proposito di mettere in relazione i dati economici con l'effettiva ricchezza di ogni singolo Paese. In questa seconda graduatoria le prime due posizioni della Top 300 vanno a due cooperative agricole indiane, Iffco e la Gujarat Cooperative Milk Marketing Federation, rispettivamente prima e seconda, mentre la francese Groupe Crédit Agricole è terza.
La sfida della digitalizzazione
Il Report dedica un capitolo specifico al tema della digitalizzazione, evidenziando in che modo i grandi gruppi cooperativi hanno saputo adattarsi ai cambiamenti derivanti dall'uso degli strumenti digitali, per consolidare e rafforzare i principi dell'identità cooperativa, come la partecipazione e il coinvolgimento dei soci. Tra gli esempi il Monitor cita quelli dell'Organizzazione delle Cooperative Brasiliane (Ocb), che propone corsi specifici e attività di formazione sulla digitalizzazione per le proprie associate. In Italia, il riferimento va al progetto “Cooperazione Digitale”, promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane con il supporto di Google.org, la divisione filantropica di Google, con l'obiettivo di mettere nelle condizioni di cogliere le opportunità offerte dalla trasformazione digitale tutte le imprese cooperative e non profit, dando priorità a quelle vulnerabili.
«Stiamo vivendo una inedita stagione di visibilità per l'economia sociale e in tutto il mondo si moltiplicano le iniziative che danno risalto a questo modello nelle attività economiche: dal Piano europeo per l’economia sociale alla Raccomandazione dell'Ocse, fino alla Risoluzione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) che indica l'economia sociale e solidale, come vettore concreto per poter garantire un lavoro dignitoso a tutti - ha detto Gianluca Salvatori, segretario generale di Euricse - È quindi sempre più importante che l’economia sociale e i suoi attori, tra cui le cooperative, sia riconosciuta anche per l’importanza che ha in termini di dimensioni».
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