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Cosa sappiamo finora del nuovo materiale superconduttore Lk-99?

La scoperta annunciata da un gruppo di ricercatori sudcoreani promette di rivoluzionare un mercato ma per ora mancano ancora le validazioni scientifiche.

di Davide Madeddu

2' di lettura

Per il momento la validazione non c'è ancora, e proprio per questo motivo la comunità scientifica esprime cautela. Però la notizia della scoperta annunciata da un gruppo di ricercatori sudcoreani in merito al nuovo materiale superconduttore Lk-99 che funziona a temperatura ambiente, anima il dibattito sopratutto nel mondo della ricerca. Perché si tratterebbe del primo passo di quella che potrebbe essere una rivoluzione, dato che per poter lavorare i superconduttori necessitano di temperature bassissime e quindi con costi molto elevati. Antonio Della Corte, ingegnere e ricercatore responsabile della sezione Superconduttività dell' Enea guarda con attenzione e altrettanta cautela quanto annunciato proprio questi giorni. ««Difficile esprimere un giudizio, l’articolo non fornisce sufficienti dati sperimentali per validare i risultati ottenuti - dice -. Una scoperta scientifica per essere confermata deve passare attraverso un così detto processo di “peer review” ossia altri laboratori indipendenti devono essere in grado di riprodurre lo stesso processo e ottenere gli stessi risultati, cosa che ancora non è stata fatta. Questo non significa che il risultato possa non essere attendibile, ma semplicemente che al momento non è stato possibile validarlo».
Cautela quindi, ma in caso di conferma, per il mondo dell'energia potrebbe essere l'inizio di una nuova stagione. «Se tutto funzionasse sarebbe il sacro graal - argomenta il ricercatore -, consentirebbe di trasportare energia senza dispersioni elettriche. Si potrebbe, per ipotesi, costruire un cavo elettrico per trasportare energia da Palermo a Bolzano senza alcuna resistenza elettrica». Per capire quanto siano importanti i superconduttori, il ricercatore fa giusto qualche esempio pratico. «Senza i superconduttori non esisterebbero le risonanze magnetiche negli ospedali, questa è uno dei principali ricadute della superconduttività - argomenta ancora -. Per realizzare magneti ad alto campo da utilizzare, per esempio, per il confinamento di plasmi per la fusione nucleare l’unico modo è utilizzare superconduttori».
E, al di là dell'annuncio dei coreani, anche l'Italia gioca una partita importante nel campo della ricerca che riguarda l'ambito dei superconduttori. E rimarcando che «su questo tipo di materiale, cioè su un superconduttore a temperatura ambiente, non mi risulta ci siano altri risultati oltre a quelli pubblicati dai coreani», della Corte sottolinea il ruolo giocato dall'Italia su questo campo. «L’Enea possiede uno dei centri migliori al mondo sulla superconduttività. La maggior parte dei cavi superconduttori esistenti nel mondo, utilizzati per la ricerca nel campo della fusione, sono stati prodotti in Italia da un società partecipata dall'Enea - aggiunge -. Inoltre presso i laboratori di Frascati si compiono importanti studi per il miglioramento delle prestazioni e la caratterizzazione dei materiali superconduttori. Ogni anno pubblichiamo su riviste internazionali, mediamente 25 articoli scientifici sull'argomento».


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